Venerdì scorso Netflix ha reso disponibile un film che merita d’esser visto, Ma Rainey’s Black Bottom, di George C. Wolfe, tratto da un lavoro di August Wilson, considerato il più grande drammaturgo afroamericano (morto nel 2005 ad appena 60 anni), con protagonista la premio Oscar Viola Davis e uno straordinario Chadwick Boseman (il suo ultimo lavoro prima di morire per un tumore lo scorso 28 agosto) e che per il suo ruolo meriterebbe una statuetta postuma. Ne parlo perché il film ha due protagonisti che si fondono, Ma Rainey, la “Madre del blues”, artista attiva nei primi anni Venti del… Continua a leggere
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Venti dischi (più uno) per raccontare un anno particolare/4
Siamo arrivati alla fine. Altri cinque dischi, più un sesto, la mia colonna sonora di questo 2020, anno che resterà impresso nella memoria di ognuno di noi. Ancora una volta c’è di tutto, dal jazz al desert blues, dall’eclettismo al rock – con il monolitico Boss -, passando per un altro grande, Nick Cave, in versione solitaria e unplugged, come si diceva una volta. Divertitevi! 16 – HH Lionel Loueke (uscito il 16 ottobre) Il signore in questione è nato in Benin, Africa Occidentale, ha 47 anni e una naturale predisposizione alla chitarra. Anzi, è un autentico virtuoso dello strumento,… Continua a leggere
In memoria di John Lennon
Sono esattamente 40 anni che Lennon è stato ammazzato, quattro proiettili sparati alla schiena da Mark David Chapman, ancora in carcere dopo 11 richieste di libertà vigilata. Il mio non vuol essere l’ennesimo ricordo: stampa, social, televisioni ne sono pieni e molti di ottima fattura. Mi limito solo a pubblicare sul post tre episodi di vita di tre amici brasiliani. Tutti fan dei Beatles e di Lennon, un fotografo e due giornalisti, uno di questi, Márcio Gaspar, nell’ufficio stampa dell’allora WEA (Warner-Elektra-Atlantic) Brazil, oggi WMG (Warner Music Group), aveva lavorato al lancio dell’ultimo Lp dell’ex Beatles, Double Fantasy. Sono tre… Continua a leggere
Venti dischi (più uno) per raccontare un anno particolare/3
Capitolo terzo. Qui trovate altri cinque album che ho ascoltato in questi ultimi mesi. C’è di tutto, dal pop al jazz passando per il post hardcore e l’indie. La musica, almeno per me, viaggia attraverso stati d’animo. I generi diventano relativi. Mi piacciono le apparenti contraddizioni, annusare l’aria quando è più pungente o più calda e rassicurante. Gettarmi nel vento forte che fa sbandare e toglie il respiro. Ecco, qui c’è tutto questo… 11 – On Sunset – Paul Weller (uscito il 3 luglio) Al tramonto la musica può essere confortante. Può ispirare, rilassare, energizzare, preparare a una bella notte.… Continua a leggere
Venti dischi (più uno) per raccontare un anno particolare/1
Maradona: reggae, rap, tango, pop. Così El Pibe ha stimolato la musica
Diego Armando Maradona se n’è andato ieri a 60 anni. Il mondo lo sta celebrando, Napoli piange come l’Argentina, anche il grande Brasile e Pelé si inchinando davanti alla sua morte e al dolore. L’uomo, l’atleta, il mito e il genio, l’eccesso e il pentimento, l’obesità e la forma perfetta, la povertà e la ricchezza, l’amicizia con Fidel Castro e quella con i clan camorristici. Maradona primo e sempre in soccorso degli ultimi. Diego Armando è stato e sarà ricordato per tutto questo. Lui e il suo opposto. Dio e uomo. Queste sue dualità, diavolo e acquasanta, lo hanno reso… Continua a leggere
1980, l’anno del terremoto in Irpinia ma anche…
Il ricordo fa sempre presa. Ricordare fa bene, ti costringe a scavare nelle tue memorie, a ritrovare fatti accaduti che avevi messo in stand by. Oggi tocca al terremoto dell’Irpinia, quei 90 secondi di terrore che nella serata di quella domenica novembrina di calcio, castagne e copertina sul divano, fecero precipitare all’inferno il sud del Paese: 2914 morti, 8848 feriti, 350mila case crollate o seriamente danneggiate. Sono quarant’anni che è successo. Il 1980 – si potrebbe dire per quasi tutti gli anni, ma in questo caso è più vero che mai – è stato uno spartiacque, un anno dove nel… Continua a leggere
Ramy Essam, il suo rock di denuncia e il premio Tenco
Election day 2020: la parola ai musicisti…
Siamo entrati nel fatidico Election Day, il giorno in cui gli americani sceglieranno l’uomo che li guiderà per i prossimi quattro anni. Mai come questa volta, è un’attesa carica d’elettricità, negozi con le serrande abbassate, esercito che circonda la Casa Bianca, nemmeno l’America fosse lo Stato Libero di Banana. Per la prima volta in una campagna americana si sono sentite echeggiare parole come odio, divisivo, razzismo, morte. Insomma Donald Trump è Donald Trump, uno che con la testa non ci sta tanto, un caso clinico, come ha tentato di dimostrare il docufilm #Unfit – The Psychology of Donald Trump di… Continua a leggere