Ci sono tre album che desidero consigliarvi, due sono usciti lo scorso anno, uno invece ha appena visto la luce. Sono molto diversi tra loro, per genere musicale e stile di autori. Ed è proprio questo ciò che mi piace della musica, trovare e proporre nuovi lavori che possano ancora emozionare. Il primo disco di cui vi parlerò è uscito quasi un anno fa. È di una compositrice e cantante jazz di Vancouver, Andrea Superstein, e porta il nome di Oh Mother. Un intero lavoro dedicato al ruolo della madre, a come conciliare lavoro e affetti. Il secondo è di un cantautore di cui vi avevo già parlato nel dicembre del 2023: lui si chiama Lemò, l’Ep, Le strade di Merida, che fa seguito all’uscita del primo album, Chi l’avrebbe mai detto?; mentre la terza proposta, fresca di uscita, viene dal mio amato Brasile e da un artista gigantesco che ha contribuito a fare la storia della musica del Gigante Sudamericano, Ney Matogrosso, per l’occasione insieme con gli Hecto, duo formatosi a Rio de Janeiro composto dal polistrumentista Guilherme Gê e dal chitarrista Marcelo Lader. Il titolo del disco è schietto: Canções para um novo Mundo… Continua a leggere
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MicoJoão e Os Macacos Loucos, underground ed effervescenza
MicoJoão e Os Macacos Loucos. Finalmente una band gioiosa e intelligente! Una di quelle underground che non guardano ai social, ai like, al tempo massimo dei brani per passare nelle radio. Una band che suona perché si diverte e vuole far divertire. Quello che cinquant’anni fa era la regola ma che oggi è un’eccezione.
Chi mi legge sa quanto sia sensibile alla musica come espressione collettiva, da contrapporre a quella egoriferita dell’idolino di turno, buono per una stagione. Mico João e Os Macacos Loucos sono una band solida, perfettibile, certo, piena di energia, di buone idee e consapevole che la musica sia troppo importante per gettarla in pasto fugacemente. Lo scorso 13 dicembre hanno pubblicato (via Marley360) il oro primo disco, un Ep di cinque brani per 24 minuti di ascolto intitolato MicoJoão Vol. 1. Continua a leggere
Gianni Savelli Media Res: «Con il sax vi racconto dove mi hanno portato gli Alisei»
Riprendo il 2025 parlandovi di Gianni Savelli e del suo ultimo lavoro uscito lo scorso anno per AlphaMusic dal titolo Alisei. Savelli, classe 1961, è un sassofonista eclettico, docente di Tecniche di Improvvisazione Musicale nel Conservatorio Luisa D’Annunzio di Pescara, un musicista che ha calcato molto palchi nazionali e internazionali, in orchestre e collaborazioni prestigiose, dalla PMJO, la Parco della Musica Jazz Orchestra – che ora, ahinoi!, non esiste più -, a Natalie Cole, Javier Girotto, Ornella Vanoni, Riccardo Cocciante, Renato Zero, Venditti, Barbarossa, Marina Rei…
Gianni Savelli Media Res è il quintetto con cui questo artista si esprime, composto, oltre che da lui stesso, al sax tenore, da Fulvio Sigurtà alla tromba, Enrico Zanisi al piano, Luca Pirozzi al basso e Alessandro Marzi alla batteria e percussioni. Continua a leggere
Paolo Benvegnù, la sua morte e il suo testamento artistico: gioia, amore e pace
«Non ho ruoli, sono uno spettro, racconto un mondo antico senza nostalgia… La musica per me è una meravigliosa passività: sono una persona felice, non ho mai fatto del male a nessuno. Lo dico senza provocazione: il mio futuro è diventare un corriere di Amazon o di Deliveroo e fare musica per hobby. Solo così potrò permettermi di avere un pensiero».
Così Paolo Benvegnù chiudeva una lunga intervista che avevo pubblicato su Musicabile nel giugno del 2023 in occasione dell’uscita del suo Ep Solo fiori. Paolo se n’è andato improvvisamente ieri ad appena 59 anni. La vita, per quei giri misteriosi che nessuno capirà mai, l’aveva portato ad esibirsi a Via de Matti n.0, trasmissione di Stefano Bollani (con cui ha collaborato più volte) e Valentina Cenni, cantando uno dei suoi brani più belli, È solo un sogno, diventato, dunque, il suo testamento. Musica e gioia, pace e armonia.
Sempre in quell’intervista gli avevo chiesto di cosa, secondo lui, avrebbe bisogno oggi l’uomo. E lui senza esitazione mi aveva risposto: «Della consapevolezza di intercettare l’imprevedibilità di cui tutti siamo fatti e dell’irrazionalità dell’amore», soffermandosi sul significato della parola amore: «C’è chi interpreta l’etimologia della parola amore dal latino a-mors, privo di morte: mi piace vederlo così, amare è non dare morte, ma vita».
Per ricordare Paolo vi ripropongo l’ultima intervista uscita su Musicabile il 16 ottobre scorso, dopo la pubblicazione Piccoli FragilissimI Film Reloaded e l’inizio della sua tournée. Continua a leggere
A Napoli, Racconti al femminile, tra musica e parole
Avviso ai naviganti natalizi: per tutti coloro che si trovassero a Napoli per trascorrere le feste di fine anno, segnalo una serie di concerti che si terranno nel Complesso Monumentale di San Domenico Maggiore dal 23 al 30 dicembre e che hanno come comune denominatore la musica creata ed eseguita da donne. Racconti al femminile, questo il titolo, è una rassegna che si muove tra jazz, pop, musica cantaurale e World Music al suo secondo anno di vita, promossa e finanziata dal Comune di Napoli nell’ambito del progetto Napoli Città della Musica. Continua a leggere
Tre dischi Jazz per la Vigilia…
Jazz in attesa delle Feste. Jazz che trae linfa dalla musica classica, provocatorio, usato per raccontare un conflitto o per aiutare a raccontare se stessi. Ci sono tre dischi usciti tra ottobre e novembre che mi sono piaciuti molto. Diversi tra loro, per modalità di approccio al genere e per svolgimento, ma comunque Jazz nell’anima: musica collettiva, condivisione, democrazia permanente, rispetto per l’altro, musica avida di conoscenza e di scoperta. Con questo spirito vi invito ad ascoltare questi tre lavori, usciti tra ottobre e novembre, nati dalla creatività di un trombettista israeliano, Avishai Cohen, di un pianista italiano, Francesco Venerucci, e di una violoncellista e cantante franco-algerina, Nesrine Belmokh. Continua a leggere
Giovanni Guidi e Matthew Herbert: piano, elettronica e improvvisazione
Domani sera al Teatro di Fiesole, Firenze, organizzato da Toscana Produzione Musica, si potrà ascoltare un concerto davvero interessante, basato sull’improvvisazione pura. Sul palco il pianista umbro Giovanni Guidi e l’inglese Matthew Herbert, musicista, Dj, esperto di musica elettronica. Giovanni è artista e compositore molto coinvolgente; di lui mi ha appassionato quel bellissimo lavoro uscito nel 2021 intitolato Remiscenze, in duo con Daniele di Bonaventura. È figlio del grande Mario Guidi, mancato nel dicembre del 2019, pioniere del jazz italiano e manager di grandi musicisti come Enrico Rava e Paolo Fresu. Continua a leggere
Pivio: «con Misophonia propongo modelli alternativi all’omologazione»
«Questo disco è dedicato a quanti hanno fiducia nell’arte, in ogni sua forma, come veicolo di speranza. Fanculo a tutti quelli che non la meritano (e sono troppi)!». Parole di Pivio, sì, proprio lui, Roberto Giacomo Pischiutta, ingegnere elettronico, musicista, in coppia con Aldo Se Scalzi nella premiata ditta che ha sfornato oltre 200 colonne sonore in anni di creativa carriera, e presidente di ACMF (Associazione Compositori Musiche per Film). Il disco in questione, Misophonia, nove brani per 39 minuti d’ascolto, è uscito pochi giorni fa, il 23 novembre scorso per essere precisi, in vinile e in digitale. Continua a leggere
Teho Teardo e Blixa Bargeld tornano con “Christian e Mauro”
Mauro Teho Teardo, classe 1966, nato a Pordenone da genitori trevigiani, è uno dei musicisti italiani più eclettici, culturalmente liberi e creativi che la musica contemporanea europea annovera tra le sue fila. Compositore di colonne sonore di film, serie televisive, pièce teatrali (sue quelle di Denti di Gabriele Salvatores, Il Divo di Paolo Sorrentino, Diaz e Prima che la notte, entrambi di Daniele Vicari), da tempo ha stretto un legame con Blixa Bargeld, al secolo Christian Emmerich, musicista di Berlino, fondatore e tuttora membro degli Einstürzende Neubauten, per anni anche nei Bad Seeds di Nick Cave. Li uniscono la stessa visione dell’essere artista, della musica come sostanza comunicativa e non solo pura estetica.
Lo scorso ottobre hanno pubblicato il loro terzo album Christian e Mauro, semplicemente, i loro nomi di battesimo. Cosa che ha fatto pensare a un lavoro introspettivo, dopo Nerissimo del 2016, Still Smiling del 2013 e l’Ep, Spring, pubblicato il primo giorno di primavera del 2014. Continua a leggere
Agnese Contini: «La chitarra canta la mia musica»
Agnese Contini ha 35 anni, è salentina, di mestiere fa la musicista e la logopedista. Nell’ottobre scorso ha pubblicato un singolo Desert Earth, che segue a un suo primo album pubblicato nell’ottobre del 2023 intitolato Dinamiche di Volo.
Agnese ha una caratteristica: compone solo musica strumentale con la chitarra che suona da quando aveva 12 anni. Ha studiato la classica poi si è abbandonata ad artisti che ama da sempre, a partire da Mark Knoplfer, suo idolo assieme a George Harrison, Nick Drake, John Butler e Jimmy Page, imbracciando anche l’acustica. Blues roots, fraseggi rock unplugged, niente voce. Alla domanda del perché non la usa pur sapendola gestire, si schernisce: «L’ho fatto, ma per ora preferisco parlare attraverso la mia musica», mi dice. Continua a leggere