Pier Bernardi, il basso e la gran voce di Prudence

Come scritto più volte in questo blog sono restìo a presentare dei “singoli”. Credo che un artista,  soprattutto se sconosciuto, non lo giudichi da una canzone. Nel caso di Say Yeah, disco uscito  il 9 febbraio scorso, l’artista in questione è un bassista navigato, ben noto nel mondo del rock italico e in quello del circuito di World Music: Pier Bernardi, emiliano Sant’Ilario D`Enza (RE). 

Con  questo brano Pier termina una trilogia iniziata con Black and White e proseguita con Eyes, realizzata in collaborazione con Prudence Obounon, giovane ivoriana, dotata di una voce straordinaria, artista di cui sentiremo molto parlare.  Continua a leggere

I sogni jazz e prog di Miriam Fornari nello scrigno di “Mora”

Miriam Fornari con i suoi musicisti, Evita Polidoro, Joe Rehmer e il fratello Ruggero Fornari – Foto Agnese Zingaretti

La musica come viaggio onirico. Ottenuta attraverso strumenti, noise, elettronica e soprattutto silenzi. Una costruzione complessa che per questo richiama subito all’ascolto il prog degli anni Settanta, i Genesis, i King Crimson, gli ELP, quelle lunghe suite che imboccavano una via per poi cambiare bruscamente direzione e ritornare al tema principale dopo lunghi viaggi di note. 

Mondi fantastici creati da una pianista e cantante ventisettenne, Miriam Fornari, studi alla Siena Jazz University – la sua tesi di laurea La ricerca del Silenzio è stata pubblicata tre anni fa da Morlacchi editore – e alle battute finali del biennio di perfezionamento all’Accademia di Santa Cecilia di Roma. Miriam è la sorella di Ruggero Fornari, altro artista che vi consiglio di tenere d’occhio: il 3 novembre è uscito il suo nuovo disco- progetto, Phormix, in trio con Alessandro Cianferoni al basso elettrico e Lorenzo Brilli alla batteria. Ve ne parlerò prossimamente. Continua a leggere

Bright Magus, esce Jungle Corner. Con la benedizione di Miles

I Bright Magus: seduti da sinistra, Giovanni Calella, Leziero Rescigno, Alberto Turra. In piedi sempre da sinistra, Mauro Tre e Giovanni Sansone

Venerdì prossimo, 27 ottobre, uscirà sugli scaffali fisici e digitali un disco che vi consiglio d’ascoltare con una certa libertà d’udito e di pensiero. Loro sono i Bright Magus, formazione tutta italiana che arriva con un lavoro di sei brani intitolato Jungle Corner. Il genere? Una fusion anni Settanta, ma non una fusion qualsiasi, bensì quella ispirata dal padre del genere, Miles Davis, nel suo periodo elettrico che va dal 1969 al 1975, quando l’artista era sotto contratto con la Columbia.  Continua a leggere

L’Invincibile Estate di Milo Scaglioni

Invincible Summer è il titolo e il brano di apertura di un disco autoprodotto uscito nel maggio scorso. Chi lo ha pensato, scritto, cantato e suonato è un artista di Codogno, Milo Scaglioni. Un passato da musicista a Manchester e, nel 2009, il ritorno in Italia: «Me ne andai a 19 anni per allontanare i miei mostri in una provincia che mi stava soffocando. In Gran Bretagna sono rimasto per dieci anni, ma poi sono tornato perché perché avevo capito che i mostri erano partiti assieme a me», mi racconta davanti a una birra. Continua a leggere

HMLTD: il verme che si mangiò l’Inghilterra

Il verme, un enorme grosso verme, s’è fagocitato l’Inghilterra nutrendosi e dispensando odio, rancore, errori. 

Today, I proclaim that a worm has swallowed England

And despite what you have been told

It is not of a face, nor spine, nor legs

It does not want your jobs, your women, or your cattle sheds

The Worm lives deep within yourselves

And you live deep within the Worm

Hatred is the Worm

Envy is the Worm

Ego is the Worm

We’ll break God’s rib

To make a scythe

To carve our way out of his cage into the light

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Premio Cesa: a San Daniele c’è Massimo Priviero

Il 3 luglio a San Daniele del Friuli sarà proclamato il vincitore della XIX edizione del Premio Alberto Cesa (musicista, cantore e suonatore di ghironda, anima con Donata Pinti dei Cantovivo, gruppo folk torinese nato negli anni Settanta). Un riconoscimento meritorio per quei progetti italiani che danno voce “a una o più radici culturali di qualsiasi parte del mondo”. 

A contenderselo quest’anno, scelti tra duecento partecipanti, i Femina Ridens dalla Toscana, i Luarte Project dalla Liguria, i Dimotika da Emilia e Trentino, i Grama Tera dal Piemonte, gli Yerba Buena Trio dal Friuli Venezia Giulia e gli Yaràkä dalla Puglia. In questa serata in chiusura dell’edizione Folkest – International Folk Music Festival 2023, domani sera sul palco ci sarà, oltre ai gruppi appena citati, anche un ospite d’onore di gran rispetto, Massimo Priviero.  Continua a leggere

Tre dischi per la settimana firmati Waters, Iggy e Price

Gennaio si apre con buone prospettive per la musica. Quest’anno, per esempio, vedranno la luce i nuovi lavori di Peter Gabriel e dei Metallica. Sono in tanti ad aspettare un disco da Gabriel, previsto entro la prima metà dell’anno: è dal 23 settembre 2002 con Up che l’ex frontman dei Genesis non pubblica più un lavoro di inediti. La band metal, invece, il 14 aprile rilascerà 72 Seasons. Dell’album si può ascoltare un solo brano Lux Æterna, un ritorno al metallo grezzo di gran valore delle origini.

Per questa settimana vi propongo tre uscite. Si tratta di tre artisti visionari. Due vecchie guardie, monumenti viventi del rock, e un’artista che si sta affermando come la nuova regina del country formato punk rock quando a tenacia e ribellione. I loro nomi? Roger Waters, Iggy Pop e Margo Price.  Continua a leggere

Il ritorno di Franco Mussida dal Pianeta della Musica

Franco Mussida – Foto Federica Mirabelli

Oggi esce un disco prezioso, di quelli che speri sempre arrivino prima o poi. È Il Pianeta della Musica e il viaggio di Iòtu di Franco Mussida. L’artista, che ho intervistato alcuni mesi fa, lo associ automaticamente alla PFM, di cui è stato uno dei fondatori, mitica band prog ancora in attività di cui lui, però, non fa più parte da tempo. Si è chiamato fuori, non per screzi o rancori, ma perché è andato oltre. Il concetto di band non lo attrae più, come mi raccontava l’altro giorno, alla presentazione del disco. La sua ricerca della musica va verso altre direzioni. Mussida in questo album si è spogliato di tanti orpelli, ha lavorato per sottrazione, togliendo tutto quello spericolato barocchismo (che io continuo a pensare straordinario) del prog, per dargli una nuova veste.  Continua a leggere

Tre dischi per la settimana che verrà

La musica è un buon rifugio per allontanare la paradossale realtà in cui ci troviamo a vivere in questa parte finale del 2022. Ci siamo liberati più o meno dall’ansia Covid e anche dalla peggiore campagna elettorale di tutti i tempi. Oggi si scopriranno i vincitori, verranno fuori errori e orrori di un manipolo di politicanti sempre più lontani dalla realtà perché incapaci di ascoltare (troppa fatica, meglio sobillare).

Ritorneranno protagonisti la “guerra in Europa”, il problema energetico, le minacce nucleari… Quindi, mi rintanerò nella musica, mi immergerò in una valanga di note per ripulirmi la mente. A chi la pensasse allo stesso modo, consiglio tre dischi, tutti usciti nella seconda metà di settembre, molto diversi tra loro, ma ricchi, istrionici, destabilizzanti. Mettetevi comodi… Continua a leggere

Maurizio Solieri, Rock da… Resurrection

Tra le tante domande che mi pongo sulla musica, ce n’è una a cui decisamente dare una risposta è alquanto complicato: il Rock è morto? Se lo si chiede a chi lo suona da sessant’anni – vedi i Rolling Stones – ti risponderà lapidariamente con un “no” secco, senza replica, lo stesso dicasi per chi oggi lavora pensando di suonare rock che in realtà è qualcosa d’altro (sarebbe necessario aprire un capitolo su come viene fatta la catalogazione nella musica in streaming…). Se, invece, interroghi uno come me che vede il Rock come un genere temporale che ha avuto il suo apice tra gli anni Sessanta e i primi anni Ottanta, la risposta non può essere che “sì”. Quello che è venuto dopo, è figlio spurio di quel genere che rimane scolpito nella pietra come i dieci comandamenti. Come sempre, non tutto è bianco o nero, esiste una gamma di colori che ci passano in mezzo. C’è, dunque, della verità in entrambe le risposte.  Continua a leggere