HMLTD: il verme che si mangiò l’Inghilterra

Il verme, un enorme grosso verme, s’è fagocitato l’Inghilterra nutrendosi e dispensando odio, rancore, errori. 

Today, I proclaim that a worm has swallowed England

And despite what you have been told

It is not of a face, nor spine, nor legs

It does not want your jobs, your women, or your cattle sheds

The Worm lives deep within yourselves

And you live deep within the Worm

Hatred is the Worm

Envy is the Worm

Ego is the Worm

We’ll break God’s rib

To make a scythe

To carve our way out of his cage into the light

Un verme che vive profondamente in noi stessi e noi a nostra volta viviamo nella sua pancia:

l’odio è il verme, l’invidia è il verme, l’ego è il verme. Spezzeremo la costola di Dio per farne una falce, per ritagliarci una via d’uscita dalla sua gabbia verso la luce…

The Worm è il titolo del secondo lavoro degli HMLTD, uscito nell’aprile scorso. Un concept album fondamentalmente avant prog, con echi e similitudini, anche nella stesura dei testi, ai Genesis di Selling England By The Pound, ai Pink Floyd e, per certi passaggi sonori e canori, al Bowie di Ziggy Stardust.

Un album psichedelico per i cinque giovani che hanno creato la band nel 2015 con il nome di Happy Meal Ldt: il frontman e cantante Henry Spychalski, il chitarrista Duc Peterman, il bassista Nico Mohnblatt, il batterista Achilleas Sarantaris e il tastierista Seth Evans. 

Dopo il primo lavoro, West of Eden uscito nel 2020, dove il richiamo ai The Prodigy e al mondo dell’elettronica anni Novanta è consistente, in questo nuovo disco la band ha confezionato un “prodotto” nuovo, un’opera rock che potrebbe benissimo essere uscita dalla genialità di Andrew Lloyd Webber. 

Registrato con 47 musicisti, tra questi un’orchestra d’archi di 16 elementi, un coro gospel e una bella sezione fiati, ha il pregio di trasportare l’ascoltatore, al di là delle metafore, in un percorso musicale talmente vasto e vario da risultare affascinante: si passa dal rock al jazz nel giro di una battuta (ascoltate Wyrmlands), in Saddest Worm Ever sembra di essere ripiombati nel cuore dei Radiohead, mentre in Past Life (Sinnerman’s Song) c’è un richiamo esplicito alla mitica Sinnerman di Nina Simone. E così ancora tra organi trionfali alla Rick Wakemann, cori che ricordano i Carmina Burana, una recitazione della voce narrante in un inglese shackesperiano, si aprono un dedalo di suoni all’apparenza caotici che ben rappresentano il mondo attuale. 

D’altronde il frontman Henry Spychalski in un suo recente post su Instagram sostiene che la scienza avanza a passi da gigante per “costruire” l’uomo che potrà vivere in eterno. Ci riuscirà, scrive. Peccato che incidenti, crimini, guerre si stiano moltiplicando: così l’eternità tanto cercata verrà sopraffatta dallo stesso uomo che l’aveva trovata. Il post si conclude con un lapidario: I love football!

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *