Solidarietà: rockband e biciclette per aiutare i tecnici dei live

C’è una bella iniziativa che vale la pena segnalare in questo anno di crisi e di mancati concerti live. Un settore in ginocchio, ce lo siamo detti più volte, dove gli aiuti da parte dei governi sono stati da carenti a mediocri. Per cercare di aiutare chi i live li fa, al di là degli artisti, e sto parlando delle maestranze della musica, come sono intervenuto più volte in questo blog (vedi uno dei post pubblicati sull’argomento nel giugno dello scorso anno) alcuni gruppi storici, rockstar, si sono uniti in un progetto piuttosto creativo: usare le biciclette per aiutare fonici, addetti alle luci, palchisti…

I Foo Fighters di Dave Grohl, i Radiohead di Thom Yorke ed Ed O’Brian, Phoebe Bridgers, gli LCD Soundsystem, i Khruangbin, Enrique Iglesias, Nathan East (bassista che ha suonato anche nei Toto), i Dinosaur Jr,  gli inglesi Oh Wonder, gli Underworld, i Rise Against, Neko Case, la casa discografica Sub Pop Records hanno stretto un accordo con la Brompton Bicycle Ltd, produttrice delle famose (e costose) biciclette pieghevoli (quelle con le ruote piccole very London style, per intenderci), per customizzarle e poi offrirle per un’asta benefica gestita da Greenhouse Auctions per conto di Crew Nation, società per la raccolta fondi per i lavoratori della musica istituita da Live Nation, il colosso della musica live.

Il giorno dell’asta è fissato per il 28 maggio. Come si legge sul sito dedicato di Brompton, si tratta di 13 modelli unici, progettati dalle band e dagli artisti che hanno aderito. Tutte hanno chiari riferimenti ai musicisti in questione, ad esempio, per i Radiohead s’è ricorso ai lavori di Stanley Donwood, artista che ha lavorato per la band di Yorke sin dagli anni Novanta. Per i Dinosaur Jr, J Mascis, il leader della band, ha preferito puntare sul colore del gruppo, il viola, arricchito da fiori.

Un modo per aiutare – e penso, ringraziare – i tecnici che aiutano da sempre i musicisti e le band a realizzare spettacoli perfetti.

Paul McCartney: un remix e un libro in arrivo

A quasi 79 anni, li compirà il prossimo 18 giugno, Paul McCartney non ha nessuna intenzione di andare in pensione. Anzi, rilancia e rilancia ancora, si confronta con rapper, rocker, musicisti indie e pop e lo fa con la spensieratezza e la testardaggine di un ragazzino che vuole farsi strada nella musica.

Dopo aver pubblicato il suo McCartney III a dicembre dello scorso anno (album interamente suonato e prodotto da lui durante il lockdown, da notare la scelta di non mettere filtri alla sua voce, una sfida nella sfida) ha scelto – e invitato – suoi colleghi molto più giovani di lui a reinterpretare gli undici brani che compongono l’album. Il disco uscirà il prossimo 16 aprile.

Alcuni artisti sono vecchie conoscenze di Macca, con cui ha collaborato, penso a Josh Homme, frontman dei Queens of the Stone Age. Assieme al baronetto, a Trent Reznor e Stevie Nicks, hanno contribuito nel 2012 a comporre la colonna sonora di Sound City, il docufilm di Dave Grohl (ascoltate Cut Me Some Slack).

Nel progetto di un McCartney III mixato e reinterpretato ci sono anche Beck, i Khruangbin, Phoebe Bridgers, EOB, al secolo Ed O’Brian dei Radiohead, St. Vincent,  Blood Orange, Damon Albarn, 3D RDN, Anderson .Paak e persino l’attore e musicista Idris Elba. Per la presentazione del progetto, l’ex Beatle ha scelto The Kiss of Venus, cantata da Dominic Fike

E non finisce qui. Il 2 novembre uscirà un corposo libro ideato dall’artista: Paul McCartney The Lyrics: 1965 to the Present, volume curato e presentato dal Premio Pulitzer Paul Muldoon (in Italia uscirà per Rizzoli). Come precisa lo stesso Macca, non si tratta di un’autobiografia, cosa che, alla sua età, molti scelgono di scrivere, una sorta di diario della propria vita. Ha, invece, deciso di parlare di sé attraverso i testi di 154 canzoni da lui scritte. Dalle primissime, quando era un ragazzo, al decennio con i Beatles, al periodo Wings e a quello da solista. Testi accompagnati da foto inedite e da particolari che hanno ispirato quei testi, situazioni, episodi di vita, esperienze. Molto più di un’autobiografia. In perfetto stile McCartney!