Alessandro Loi, nome d’arte AleLoi. È un bassista torinese coinvolto in diversi progetti con gli Statuto, i Fratelli Lambretta Ska Jazz, Silvia Tancredi, Eugenio Mirti&The Bad Faith, che naviga tra funk, soul, jazz, blues, R&B e gospel, genere a cui è stato introdotto da Gigi Rivetti, pianista e producer, prezioso collaboratore nella fattura di questo primo disco solista di Alessandro, It Smells Funny, otto brani per 44 intensi minuti d’ascolto. Il titolo è stato estrapolato da una frase pronunciata da Frank Zappa a proposito del jazz: «Jazz is not dead, it just smells funny». Continua a leggere
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MicoJoão e Os Macacos Loucos, underground ed effervescenza
MicoJoão e Os Macacos Loucos. Finalmente una band gioiosa e intelligente! Una di quelle underground che non guardano ai social, ai like, al tempo massimo dei brani per passare nelle radio. Una band che suona perché si diverte e vuole far divertire. Quello che cinquant’anni fa era la regola ma che oggi è un’eccezione.
Chi mi legge sa quanto sia sensibile alla musica come espressione collettiva, da contrapporre a quella egoriferita dell’idolino di turno, buono per una stagione. Mico João e Os Macacos Loucos sono una band solida, perfettibile, certo, piena di energia, di buone idee e consapevole che la musica sia troppo importante per gettarla in pasto fugacemente. Lo scorso 13 dicembre hanno pubblicato (via Marley360) il oro primo disco, un Ep di cinque brani per 24 minuti di ascolto intitolato MicoJoão Vol. 1. Continua a leggere
“Somewhere In My Mind”: le visioni funk, jazz e rock di Luigi Masciari

Da sinistra: Jason Lindner, Luigi Masciari e Roberto Giaquinto
Luigi Masciari, classe 1977, è un chitarrista e un compositore di grande eleganza. Vive a Roma e insegna chitarra jazz al conservatorio di Firenze. Il 31 maggio scorso ha pubblicato il suo terzo lavoro in studio, Somewhere In My Mind, via Tosky Records. Sette brani densi, condensati in pochi minuti di ascolto ciascuno, eccetto l’ultimo, Monolith, di 7 minuti e 59 secondi, ricchi di spunti, dialoghi, visioni.
In questa psichedelica avventura sonora assieme a Luigi ci sono due incredibili compagni di viaggio, Jason Lindner, tastierista e compositore newyorkese attivo da metà anni Novanta in varie formazioni, ha suonato nell’ultimo disco di David Bowie, Blackstar (pubblicato l’8 gennaio del 2016, giorno del compleanno del Duca Bianco, che morì due giorni dopo) e il batterista Roberto Giaquinto, che vive e lavora ormai da anni a New York. I tre, oltre al jazz hanno in comune l’origine. Luigi e Roberto sono napoletani veraci, mentre Jason, da parte di madre, vanta discendenze partenopee. Continua a leggere
Blind. So What? La vita e la musica secondo Ciara Moser
Bastano 38 secondi e tre parole, Blind. So What?, ripetute in tante lingue che, in un crescendo, si fondono e diventano ossessive. In sequenza diretta parte il rullante, secco, veloce, perentorio, seguito da un basso caldo, forte, fluido. Un inizio che dichiara da subito e senza mezzi termini, chi è Ciara Moser: una bassista di 27 anni, cieca dalla nascita, nata per suonare. La musica è la sua passione, la sua vita, la sua luce. Nel progredire delle 12 tracce interamente frutto della sua creatività, un’ora e 6 minuti di ascolto, Ciara dichiara al mondo, in uno stile che potremmo definire Modern Jazz Fusion, il suo punto di vista di donna cieca e di musicista prodigiosa. Continua a leggere
Bright Magus, esce Jungle Corner. Con la benedizione di Miles

I Bright Magus: seduti da sinistra, Giovanni Calella, Leziero Rescigno, Alberto Turra. In piedi sempre da sinistra, Mauro Tre e Giovanni Sansone
Venerdì prossimo, 27 ottobre, uscirà sugli scaffali fisici e digitali un disco che vi consiglio d’ascoltare con una certa libertà d’udito e di pensiero. Loro sono i Bright Magus, formazione tutta italiana che arriva con un lavoro di sei brani intitolato Jungle Corner. Il genere? Una fusion anni Settanta, ma non una fusion qualsiasi, bensì quella ispirata dal padre del genere, Miles Davis, nel suo periodo elettrico che va dal 1969 al 1975, quando l’artista era sotto contratto con la Columbia. Continua a leggere
Il viaggio perfetto nella musica di Enrico Solazzo
Lo avevo visto suonare a Portobuffolè (Treviso) lo scorso anno. Era il tastierista di un supergruppo jazz dove l’anfitrione era Antonio Faraò, uno dei grandi della musica internazionale, pianista virtuoso ed emozionante, che presentava al Gaia Jazz, di cui è direttore artistico, il suo progetto Eklektik.
Enrico Solazzo, brindisino di nascita e romano d’adozione, ha pubblicato per Via Veneto Jazz da nemmeno due mesi il suo primo lavoro da leader, Perfect Journey. Titolo quanto mai appropriato: un viaggio perfetto nella musica che gli piace, negli arrangiamenti di cui è maestro e con gli amici dei quali ha sommo rispetto e scambi professionali continui. All’album hanno partecipato quaranta musicisti, tra questi Antonio Faraò in You’re My Trhill, uno standard interpretato da Billie Holiday e Nat King Cole di Jay Giorney e Sidney Clare, Fabiana Rosciglione, Stefano Di Battista, Lele Melotti, Baptiste Herbin. Mi fermo qui, l’elenco è ancora lungo… Continua a leggere
Interviste: Luca Barbato e l’importanza di essere… “Smoothly”

I BF Project: a sinistra, Luca Barbato, a destra, Alberto Fichera – Foto Marcello Torresi
Dal Tango, alla bossa, al jazz, il lungo viaggio dei Libertango 5tet

I Libertango 5tet in concerto – Foto Salvo Cantone