Ah, Rio de Janeiro! Ogni volta che ci vado lascio il cuore. Sarà una metropoli, con la grande Rio fa quasi 14 milioni di abitanti. Avrà problemi seri, serissimi, di ordine pubblico. A Rio si fondono miseria più nera e ricchezza più sfrenata, delinquenza brutale e perfette armonie. La città degli estremi che convivono in un’area ristretta tra i “morros” e le spiagge. Quella che Chico Buarque in Subúrbio canta: Lá não tem brisa / Não tem verde-azuis / Não tem frescura nem atrevimento / Lá não figura no mapa / No avesso da montanha / É labirinto / É contra-senha / É cara a tapa (Là non c’è brezza / Non ci sono verde-azzurri / Non c’è freschezza né audacia / Non figura sulla mappa / Sul retro della montagna / È un labirinto / È una contro-parola d’ordine / È una faccia esposta allo schiaffo”). Rio è tutto questo, certo, ma è anche una delle città più belle e vive che abbia mai frequentato. Nella vecchia capitale del Brasile sono nati – o passati – passati tutti i grandi della musica brasiliana dell’Ottocento e Novecento, da Heitor Villa Lobos a Chico Buarque, da Jacob do Bandolim a Vinícius de Morães, da João Gilberto a Caetano Veloso, entrambi bahiani… Samba, choro, bossanova, persino il contestato funk brasileiro sono nati qui. Continua a leggere
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Tre dischi “latini” tra impegno e storie

Nella musica latina, dopo un’orgia di brani commerciali si iniziano a vedere prodotti di qualità. Sempre di cumbia, rumba, bolero, samba si tratta ma presentati con un gusto “di ritorno” che riporta a un uso meno mainstream e più profondo, soprattutto nell’uso dei testi, nell’impegno, nella volontà di proporre buona musica dove ormai si credeva di aver detto tutto.
Oggi vi propongo tre lavori diversi tra loro di matrice “latina”. Il primo in ordine di uscita è di Caxtrinho, un giovane fluminense cresciuto nella periferia di Rio de Janeiro che fa una moderna reinterpretazione dei classici samba e bossa con una chitarra elettrica per nulla accomodante, i secondi vengono da San Francisco, sono un duo, Los Yesterdays di matrice Chicano-Soul, come loro stessi si definiscono, e la terza arriva da Los Angeles, si fa chiamare La Doña. Ha dato alle stampe un disco impegnato e duro nonostante i ritmi siano quelli morbidi latini, sinuosi e accattivanti. Aspetto i vostri commenti, il feedback è gradito!
Continua a leggereRiviera, meu amor! Ecco le magie di Toco

Toco, Tomaz Di Cunto – Foto Luan Cardoso
Tenho saudade do mar,
Tenho vontade de olhar
A nuvem cinza na céu da manhã
O teu sorriso no bar
Uma cadeira quebrada, uma flor
A vida em mil pedaços
Nesse espaço temporal
Ho nostalgia del mare/Ho voglia di osservare/ La nuvola grigia nel cielo mattutino/ Il tuo sorriso al bar/ Una sedia rotta, un fiore/ La vita in mille pezzi/ In questo spazio temporale. Il testo di Clube, brano che apre Riviera, il nuovo disco del brasiliano Toco, al secolo, Tomaz Di Cunto, uscito per Schema Records il 19 aprile scorso, racchiude tutto l’universo del compositore paulistano: un mondo gentile e scanzonato, dove c’è posto per l’amore e l’amicizia, per la vita delle piccole cose e la nostalgia, per quello che è stato e per quello che sarà. Quella punta bohémienne, come un peperoncino sapientemente dosato, presente nel samba e in quella “grande scatola”, che nel suo modo di vedere la musica brasiliana, racchiude la Música Popular Brasileira. Continua a leggere
Tre dischi “caldi” prima del rientro
Stiamo volgendo rapidamente alla fine dell’estate, così ho pensato di proporvi tre uscite, una di luglio e le altre due dei primi giorni di agosto, per celebrare il calore della musica brasiliana. Mi affascina vedere come la Bossanova, il Samba, il Tropicalismo e la MPB siano, a distanza di anni dai grandi classici di Jobim, Gilberto, Veloso, Lins & Co, ancora un punto di riferimento per molti artisti, dal jazz alla musica popolare. Settimana scorsa vi ho presentato gli italiani Bakivo, oggi sottopongo al vostro ascolto tre lavori che hanno catturato la mia attenzione per la solidità delle proposte, la bravura nell’esecuzione e la creatività nel rielaborare melodicamente e armonicamente un pezzo importante di musica del Novecento. Continua a leggere
Tony Canto, la bossa, la chitarra e il mondo come casa
Un italiano con il Brasile in testa e la bossa tra le dita. Tony Canto, siciliano di Messina, autore Sugar, è un musicista con spirito brasileiro. «Ho scoperto João Gilberto per la prima volta a 14 anni, per radio. Un suono che lambiva il silenzio», mi racconta. L’adolescenza lo ha portato ad altro, al rock, al pop, però quel piccolo seme era stato piantato e stava crescendo. Nel frattempo s’era iscritto a giurisprudenza, laureandosi e diventando avvocato. «A 40 anni ho deciso di vivere per e con la musica. Prima come produttore poi come musicista».
Musica e partecipazione con “Parole al Vento”, a Settimo Milanese

Antonio Ribatti – Foto Robert Cifarelli
Intervista: Marisa Monte e le sue “Portas” aperte sul futuro

Marisa Monte – Foto Leo Aversa
Musica brasiliana: social, leoni da tastiera e nostalgia

Thiago Nassif – foto Hick Duarte
Thiago Nassif, la nuova musica brasiliana. Parola di Arto Lindsay

Thiago Nassif in un ritratto di Caio de Paiva