Tre dischi “latini” tra impegno e storie

Nella musica latina, dopo un’orgia di brani commerciali si iniziano a vedere prodotti di qualità. Sempre di cumbia, rumba, bolero, samba si tratta ma presentati con un gusto “di ritorno” che riporta a un uso meno mainstream e più profondo, soprattutto nell’uso dei testi, nell’impegno, nella volontà di proporre buona musica dove ormai si credeva di aver detto tutto. 

Oggi vi propongo tre lavori diversi tra loro di matrice “latina”. Il primo in ordine di uscita è di Caxtrinho, un giovane  fluminense cresciuto nella periferia di Rio de Janeiro che fa una moderna reinterpretazione dei classici samba e bossa con una chitarra elettrica per nulla accomodante, i secondi vengono da San Francisco, sono un duo, Los Yesterdays di matrice Chicano-Soul, come loro stessi si definiscono, e la terza arriva da Los Angeles, si fa chiamare La Doña. Ha dato alle stampe un disco impegnato e duro nonostante i ritmi siano quelli morbidi latini, sinuosi e accattivanti. Aspetto i vostri commenti, il feedback è gradito!

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Arriva l’estate… ci toccano i Tormentoni!

Tormentone. Una parola che è entrata nel lessico comune ed è diventata un genere musicale. Che si suona solamente d’estate e che, come un minifestival di Sanremo, porta molti artisti a parteciparvi, perché se la tua canzone raggiungerà tutte le spiagge – a maggior ragione quest’estate, figlia dei vaccini, con gli ormoni a palla – ci saranno fama e premi.

Il tormentone è qualcosa di profondo che scuote le voglie dei vacanzieri, l’essenza dello svacco, del soave fare niente, della permissività carnevalesca, dell’ammmore. Il piatto è ricco, dunque, ed è logico che etichette, cantanti ed entourage facciano del loro meglio per produrre la canzone perfetta, che fa ballare, sognare, divertire, ubriacarsi.

Ve li ricordate i Righeira con Vamos a la Playa? Era il 1983 e lì c’era la firma dei mitici fratelli La Bionda, mica noccioline. Oggi ci sono Takagi & Ketra professionisti nel macinare tormentoni, ogni brano prodotto è come un tuffo nel forziere di Paperon de’ Paperoni. Non avrete certamente dimenticato, siamo sempre negli anni Ottanta, Boys di Sabrina Salerno (1987). Oggi, per continuare i parallelismi, ecco Baby K  – che ha stretto alleanza con i Boomdabash per Mohicani e Giusy Ferreri con i già citati Takagi & Ketra per Shimmy Shimmy, il titolo riporta uno dei movimenti della danza del ventre: Ti canterò di quelle notti ad oriente/ Di quella luna che danzava tra i bazar

Quando tutti sono più o meno concentrati sulla banalità del reggeaton (non lo reggo più!), con Shimmy si va verso Oriente, ma, tra sitar e darabouka, il tamburo a calice, il ritmo finisce per essere sempre uguale. Del genere “tormentone” e del festival dei tormentoni da spiaggia sono stati prodotti brani che, alla loro uscita li avevamo bollati con il fantozziano «una cagata pazzesca» ma che ora brillano negli annali del genere: Macarena dei Los Del Rio (1996), Barbie Girl degli Aqua (1997), Aserejé delle Las Ketchup (2002), Vamos a Bailar delle sorelle Paola e Chiara (2000), Chihuahua di Dj Bobo (2003)…

Lingua spagnola e reggeaton, un pizzico di sole, un drink e l’Italia s’è desta, pronta alla spiaggia “vacinada” e all’ombrellone. Lo spiegano bene e didascalicamente Clementino e Nina Zilli in Señorita… (il reggaeton continua…).

Dunque, amici cari, pronti con le palette a giudicar il miglior tormentone 2021… Intanto dall’altra parte del mondo, in Nuova Zelanda, la ventiquattrenne Lorde ha appena sganciato un brano niente male, fuori dagli schemi, Solar Power. L’ospite straniero riuscirà a scalfire le posizioni dei nostri big nel toto-tormentone? A settembre faremo i conti…