Il Novecento in musica a Milano con Dado Moroni e Alfonso Alberti

Da sinistra, Dado Moroni e Alfonso Alberti

Un pianista jazz e uno classico, quest’ultimo con una predilezione per gli artisti del Novecento. Insieme. Un’ottima notizia per chi ama i generi e le contaminazioni. A maggior ragione se i due musicisti in questione si chiamano Dado Moroni e Alfonso Alberti. Nomi conosciuti nei teatri di tutto il mondo per la loro intensa attività concertistica. Si potranno vedere insieme nell’”ultima puntata” della 28esima edizione dell’Atelier Musicale, sabato 18 marzo, come di consuetudine presso l’Auditorium Di Vittorio alla Camera del Lavoro di Milano alle 17:30, 10 euro. Continua a leggere



Ludovica Burtone: le scintille della musica

Ludovica Burtone – Foto Alex Duvall

Sparks, scintille, falischis nella lingua friulana, regione da dove Ludovica Burtone proviene. È il titolo del lavoro che la violinista ha pubblicato il 3 marzo scorso per l’americana Outside in Music. Sei brani, 45 minuti di ascolto, per un lavoro le cui definizioni di genere vestono stretto. Sono scintille, appunto. Scintille di musica che esplodono in tutta la loro lucentezza o fingono di soffocare sotto la cenere. Il fuoco che arde è quello della musica. Classica, cameristica, jazz, latin: si sentono i richiami di così tante idee geniali nelle armonie delle composizioni e sotto le dita di quel violino che comanda in modo leggero, amalgamandosi con il quartetto d’archi (Fung Chern Hwei, violino, Leonor Falcon Pasquali, viola, Mariel Roberts, violoncello) con il pianoforte di Marta Sanchez, il contrabbasso di Matt Aronoff, la batteria di Nathan Elmann-Bell, o con l’incredibile sax di Melissa Aldana in Awakening. E ancora, nelle chitarre “brasiliane” di Leandro Pellegrino e nella “batucada” di Rogerio Boccato (nella splendida rivisitazione di Sinhá di Chico Buarque e di João Bosco), nella voce/strumento di Sami Stevens in Altrove.  Continua a leggere



Domenica al Blue Note con Horace Silver e la Monday Orchestra

Luca Missiti, la Monday Orchestra e, al centro, Emanuele Cisi

Per chi si trovasse a Milano domenica 12 marzo sera consiglio un gran bel concerto al Blue Note: la Monday Orchestra diretta da Luca Missiti, insieme con il sassofonista Emanuele Cisi, per un omaggio a Horace Silver. L’occasione per ricordare o conoscere per chi ancora non lo conoscesse, il re dell’hard bop, uomo ironico e scanzonato, carattere infuso nelle sue composizioni che rimangano pietre miliari nella storia del jazz, vedi Song For My Father, il suo brano più conosciuto. Horace, insieme a un altro mitico dell’epoca, il batterista Art Backley, costituì i Jazz Messengers, collettivo di musicisti che infuocarono le scene per molti anni, anche se il periodo d’oro fu dalla metà dei Cinquanta a quella dei Sessanta.  Continua a leggere



I due mondi in jazz di Antonio Artese

Two Worlds è il nuovo lavoro che Antonio Artese, pianista di Termoli con una lunga permanenza negli States, in California, musicista a cavallo tra il classico e il jazz, ha pubblicato un paio di mesi fa per la Abeat del mitico Mario Caccia.

Un paio di mondi di Artese ve li ho già svelati, la dualità tra Europa e America, tra musica classica e jazz e, aggiungo, tra stili e dinamiche armoniche, tra romanticismo e razionalità, tra passioni sonore che esaltano la “mediterraneità” dell’artista, ma anche la tensione al minimalismo di scuola nordeuropea e gli emozionanti “fraseggi” in trio alla Bill Evans.  Continua a leggere



“La Figlia di Dio”, Rossella Seno canta la bellezza contro l’orrore

 

No. Non devo pensarti figlio di Dio
Ma figlio dell’uomo fratello anche mio…

Bisogna partire da qui per parlare del nuovo lavoro di Rossella Seno, La Figlia di Dio, prodotto dalla Azzurra Music in collaborazione con l’Associazione Culturale Disobedience. Da Fabrizio De André e dalla sua Laudate Hominem, brano contenuto ne La Buona Novella, uno dei capolavori dell’artista genovese. Prima di dedicarvi all’ascolto del disco di Rossella – che ha ripreso nei suoi 12 brani anche Si chiamava Gesù, altra meravigliosa canzone del cantautore – vi consiglio di riascoltare e, per chi non lo avesse mai fatto per questioni d’età, ascoltare, quest’album importantissimo nella storia del cantautorato italiano. Tratto dai vangeli apocrifi, è la versione del cristianesimo secondo Faber. I cori potenti, stravinskijani, di Gian Piero Reverberi, l’attenzione all’uso degli strumenti a corda e a fiato, delle percussioni quando necessarie, ne fanno per i tempi un lavoro d’avanguardia. Continua a leggere



Il paradiso? C’è ed è la Terra. Parola di Lucas Santtana

Lucas Santtana – Foto Jérome Witz

Oggi vi presento un disco uscito ai primi di gennaio per la casa discografica francese Nø Format!. L’autore è Lucas Santtana, 52 anni, brasiliano di Bahia, nipote di Tom Zé, uno dei padri del Tropicalismo, polistrumentista, con domicilio in Francia, a Montpellier. Il disco si intitola O Paraíso. Fatte le presentazioni ufficiali, ve lo consiglio perché è uno dei lavori più interessanti che ho ascoltato in questi primi mesi del 2023, sia dal punto di vista musicale sia da quello “letterario”. Continua a leggere



I paesaggi sonori di Tuulikki Bartosik

Oggi vi porto in Nord Europa. Per essere più precisi, un po’ in Svezia e un po’ in Estonia, per incontrare Tuulikki Bartosik, gran brava musicista che si colloca tra il folk e l’avanguardia. Tuulikki è una “Baltoscandic”, la cui vita è equamente divisa tra Scandinavia e paesi Baltici. Il suo strumento è la fisarrmonica a bassi sciolti, cioè i bassi non sono risolti solo in accordi ma anche in note singole (per la cronaca, usa una italianissima Pigini, azienda nata nell’anconetano nel 1946, costruita appositamente per lei). È anche una cantante, una compositrice e una polistrumentista, suona il pianoforte, l’harmonium e lo zither, strumento della famiglia dei cordofoni, molto diffuso nel paesi scandinavi e baltici. Continua a leggere



Oportet 475, la ricerca estrema di Ze in the Clouds

La scansione della vita di un uomo tradotta in suono. Tristezza allegria, depressione eccitazione, incubi sogni, lavoro ozio, giovinezza vecchiaia. Per tutti questi opposti che convivono in ognuno di noi c’è un suono che può diventare angelica melodia o secco rumore, o entrambi contemporaneamente. Riflessioni che si impongono all’ascolto di Oportet 475 di Ze in the Clouds uscito lo scorso 27 gennaio. Dietro il moniker si cela un ragazzo di 23 anni, Giuseppe Vitale di Mortara, provincia di Pavia. Il disco è uscito per la Tŭk Music, etichetta di Paolo Fresu (il musicista è presente anche in un brano, Fame Usque Mortem assieme a Uri Caine), e già solo questo impone un ascolto attento del lavoro. Continua a leggere



Fantastic Negrito: Grandfather Courage (Acoustic)

Esce oggi Grandfather Courage (Acoustic), quinto album in studio di Xavier Dphrepaulezz, 55 anni, di Oakland, California. Forse ai più il nome dell’artista dice poco. Meglio chiamarlo con il moniker che ha adottato dal 2014, Fantastic Negrito. A mio avviso, uno degli artisti più interessanti e rappresentativi dell’ultimo decennio. Ottavo figlio di una famiglia mussulmana  ortodossa trasferitasi dal Massachusetts alla California quando lui aveva 12 anni, la sua fuga da casa per finire nel giro dello spaccio, quindi la folgorazione negli anni Ottanta dopo aver ascoltato Prince e il suo Dirty Mind.Grazie a quel disco ha deciso di diventare musicista, frequentando le lezioni alla Berkeley nonostante non fosse iscritto in quell’università. Nella sua vita si contempla anche un rovinoso incidente d’auto 23 anni fa: rimane in coma per alcune settimane, fatto che gli “resetta” la vita. Continua a leggere



Il viaggio perfetto nella musica di Enrico Solazzo

Lo avevo visto suonare a Portobuffolè (Treviso) lo scorso anno. Era il tastierista di un supergruppo jazz dove l’anfitrione era Antonio Faraò, uno dei grandi della musica internazionale, pianista virtuoso ed emozionante, che presentava al Gaia Jazz, di cui è direttore artistico, il suo progetto Eklektik.

Enrico Solazzo, brindisino di nascita e romano d’adozione, ha pubblicato per Via Veneto Jazz da nemmeno due mesi il suo primo lavoro da leader, Perfect Journey. Titolo quanto mai appropriato: un viaggio perfetto nella musica che gli piace, negli arrangiamenti di cui è maestro e con gli amici dei quali ha sommo rispetto e scambi professionali continui. All’album hanno partecipato quaranta musicisti, tra questi Antonio Faraò in You’re My Trhill, uno standard interpretato da Billie Holiday e Nat King Cole di Jay Giorney e Sidney Clare, Fabiana Rosciglione, Stefano Di Battista, Lele Melotti, Baptiste Herbin. Mi fermo qui, l’elenco è ancora lungo… Continua a leggere