Giorgia Zangrossi e il senso della parola

L’importanza della parola nella musica è uno dei temi che affronto spesso su Musicabile. Nella “forma canzone”, infatti, il testo aggiunge emozioni alla melodia, la parola stessa diventa musica. In questo – e ritorniamo sempre lì – il cantautorato anni Sessanta e Settanta ha dato esempi formidabili, vedi Francesco Guccini, Fabrizio De Andrè, Gino Paoli, Bruno Lauzi, Luigi Tenco, Piero Ciampi, Francesco De Gregori, solo per citarne alcuni.

In quest’estate torrida, come ho fatto alcuni giorni fa con Eugenio Rodondi, mi sono dato all’ascolto di nuovi cantautori. Artisti che mi colpiscono perché raccontano qualcosa di diverso e non banale. Il che mi fa pensare che c’è una rinascita dell’uso delle parole e della musica come impegno sociale. Posso dire: magari fosse vero?

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Disco del Mese: P.O.C. (Proof Of Concept), Zenizen

Nelle mie escursioni lungo sentieri sonori da me poco frequentati, mi sono imbattuto in P.O.C. (Proof Of Concept), un disco molto interessante, uscito il 27 luglio, ben concepito e altrettanto ben arrangiato da Opal Hoyot – nata in Alaska, vissuta tra Australia, Las Vegas, Washington DC, Jamaica e ora di stanza a New York – con il moniker di Zenizen. C’è tanta elettronica, ma ci sono anche strumenti “analogici” che, insieme, dialogano molto bene.  Continua a leggere



Maurizio Solieri, Rock da… Resurrection

Tra le tante domande che mi pongo sulla musica, ce n’è una a cui decisamente dare una risposta è alquanto complicato: il Rock è morto? Se lo si chiede a chi lo suona da sessant’anni – vedi i Rolling Stones – ti risponderà lapidariamente con un “no” secco, senza replica, lo stesso dicasi per chi oggi lavora pensando di suonare rock che in realtà è qualcosa d’altro (sarebbe necessario aprire un capitolo su come viene fatta la catalogazione nella musica in streaming…). Se, invece, interroghi uno come me che vede il Rock come un genere temporale che ha avuto il suo apice tra gli anni Sessanta e i primi anni Ottanta, la risposta non può essere che “sì”. Quello che è venuto dopo, è figlio spurio di quel genere che rimane scolpito nella pietra come i dieci comandamenti. Come sempre, non tutto è bianco o nero, esiste una gamma di colori che ci passano in mezzo. C’è, dunque, della verità in entrambe le risposte.  Continua a leggere



Vezzoso-Collina: a Porciano con “Kind of Vasco”

Naturalmente Pianoforte, Festival nel Parco nazionale delle Foreste Casentinesi, Monte Falterona e Campigna

Una domenica di bella musica nel Parco nazionale delle Foreste Casentinesi, Monte Falterona e Campigna, sull’Appennino Tosco-Emiliano, il penultimo appuntamento (l’ultimo sarà il 27 con Ludovico Einaudi) di una sei giorni di un Festival molto interessante per la sua costruzione musicale grazie alla direzione artistica di Enzo Gentile, organizzato dall’Associazione culturale PratoVeteri di Pratovecchio Stia. Oggi alle 5 del mattino, alla Pieve di San Pietro di Romena, Adam Kromelow ha presentato il lavoro dei Genesis Piano Project, progetto iniziato alcuni anni fa con un altro pianista, Angelo Di Loreto, purtroppo mancato due anni fa. Adam lo abbiamo incontrato al festival Ahymé di cui vi ho parlato recentemente in questo post, intervistando Giovanni Amighetti. Continua a leggere



Disco del Mese: Porcupine Tree, C/C

Parlare dei Porcupine Tree non è facile. Attiva tra il 1987 e il 2010, sparita per undici anni, la band britannica capitanata da Steven Wilson s’è “riaccesa” dallo scorso novembre pubblicando un paio di brani, anticipazione dell’album C/CClosure/Continuation, uscito il 24 giugno scorso. Lo faccio con un po’ di ritardo visto che abbiamo già passato la prima settimana di luglio. Non vogliatemene!

Il disco, nato in formazione “ridotta” ma sostanziale dei vecchi Porcupine – oltre a Wilson, c’e il tastierista e pianista Richard Barbieri e il batterista-percussionista Gavin Harrison – a un primo ascolto fa tirare un sospiro di sollievo: eccoli lì, riconoscibili nei loro complicati percorsi sonori, nei cambi ritmici improvvisi, nelle accelerazioni, vere galoppate lungo le verdi praterie del pentagramma, nei riff secchi di Wilson, fraseggi metallici, nell’effettistica (sempre made in Wilson). Ascoltatevi, per esempio, Rats Return. Continua a leggere



Calipso Island, il mondo onirico di Fabrizio Prando

Fabrizio Prando – Foto Daniele Catenazzi

Fabrizio Prando, 29 anni, di Verbania, con studio a Cannobio, lago Maggiore. Chitarrista, diplomato al conservatorio Verdi di Milano, viaggiatore onirico e onnivoro. Mi sono appuntato queste poche parole quando ho ascoltato Calipso Island, disco autoprodotto nel Grottino, il suo studio di registrazione e rifugio, uscito un paio di mesi fa, tutto suonato da lui, eccezione fatta per la fisarmonica con un bell’intervento di Gino Zambelli tutto da ascoltare in Mediterranean Tango e Alessandro Lipari al flicorno in Sky Ship.  Continua a leggere



Monique Chao: il Subconscious Trio e le forme dell’acqua

Oggi vi racconto una bella storia. Di musica e amicizia, Tre giovani musiciste che si sono conosciute al conservatorio di Milano e che non si sono più lasciate. Una la conoscete già, ve ne ho parlato spesso, si chiama Francesca Remigi, batterista talentuosa che dopo un perfezionamento alla Berklee School of Jazz di Boston ha deciso di vivere negli States, a New York. L’altra è una ragazza bulgara, Victoria Kirilova: il suo strumento è il contrabbasso che suona meravigliosamente, vive e lavora a Vienna. Last but not least, una cantante e pianista taiwanese, Monique Chao, che ha scelto Milano come casa. Continua a leggere



Dona Flor et ses voyages extraordinaires…

Dona Flor – Cecilia Fumanelli

Settimana scorsa, parlando con Riccardo Ruggeri, sono usciti più volte i concetti di musica come condivisione, che lui declina nel busking e nel teatro canzone. La strada non è come il palco, la strada unisce, calàmita emozioni reciproche. Oggi facciamo un ulteriore passo avanti, restando sempre su questi ragionamenti, parlando di musica nomade. Condivisione non solo di emozioni ma anche di culture. Che non è contaminazione, quella classica della World Music, bensì il cercare e trovare, attraverso una ricerca di logica armonica e melodica, un punto d’incontro fra tradizioni popolari. Ho avuto modo di ascoltare una band che viene, come… Continua a leggere


Riccardo Ruggeri, la libertà di cantare

Riccardo Ruggeri – Le foto nel post sono di Leo Camante

Oggi vi presento un artista che, nonostante faccia il musicista da anni e abbia un background di grandissimo rispetto, ha pubblicato a metà aprile il suo primo disco da solista, Non ci aspetta nessuno (se non miliardi di foto), per Vina Records/ADA Music Italy. Si chiama Riccardo Ruggeri, è piemontese di Biella, ha 42 anni ed è uno che sulla sua voce ha scommesso tutto. Anni di studio, una laurea al Conservatorio di Alessandria in canto jazz e improvvisazione, un master in vocologia, e poi studi ancora più approfonditi di canto funzionale, canto armonico e canto estremo, e una venerazione… Continua a leggere


Avvenne a Napoli… che tornò la canzone napoletana

Eduardo De Crescenzo – Foto Peppe Russo

Ne avrete sicuramente sentito parlare nei giorni scorsi. Avvenne a Napoli passione per voce e piano, è un libro e un Cd con venti canzoni, lavoro del grande Eduardo De Crescenzo, del pianista jazz Julian Oliver Mazzariello e del giornalista Federico Vacalebre, capo degli spettacoli de Il Mattino di Napoli. Una di quelle operazioni gradite e intelligenti che non si vedono tutti i giorni, grazie anche alla sensibilità di Elisabetta Sgarbi e della “sua” La Nave di Teseo, casa editrice sempre interessante e mai banale, e dell’etichetta Betty Wrong (la Betty Sbagliata, sempre lei, Elisabetta, in veste di discografica, progetto nato durante la… Continua a leggere