Ricordate Onirotree, il lavoro del chitarrista Francesco Bruno di cui ho scritto su questo blog un paio d’anni fa? Un lavoro minuzioso composto in collaborazione con Silvia Lorenzo sulla musica popolare mediterranea, cellule sonore catturate dal chitarrista romano che trovavano nuova linfa e vita in affascinanti composizioni. Da alcuni mesi Bruno ha pubblicato un nuovo lavoro, un progetto sulla melodia che lui definisce “latina”, anche qui, attraverso una minuziosa ricerca di temi e armonizzazioni.
Questa volta non affidate a un albero dei sogni ma al vento, che diffonde nell’aria note e musiche a seconda di dove proviene. Zàkynthos, titolo dell’album che dà il nome anche alla seconda traccia suonato in trio con il batterista Marco Rovinelli e il contrabbassista Andrea Colella, è l’unico “posto fisico” degli otto “capitoli” che compongono l’album. Il resto sono venti, il Jaloque (lo scirocco) caldo che viene dall’Africa, la Ronda, il vento delle Ande, il Bayamo, che soffia forte scompigliando la costa meridionale di Cuba, l’Africo, Briza, e così via. Il vento metafora di culture e musiche, vento che sparge, feconda e porta con sé nuove idee. Continua a leggere