L’arte Solenne di Carlo Maver

Carlo Maver – Foto Daniele Franchi

Talento poetico, emozioni che vibrano grazie al soffio primordiale di un flauto basso o al mantice di quello strumento geniale e complesso che è il bandoneon. Musica del mondo, frutto di viaggi ed esperienze vitali. Musica sacra, perché inviolabile. E poi silenzi profondi che ti scavano dentro l’anima rendendo unico ogni ascolto. 

Carlo Maver, 50 anni appena compiuti, flautista e bandoneonista bolognese ha fatto un piccolo e prezioso miracolo pubblicando Solenne, il suo nuovo lavoro dopo cinque anni di silenzio. Giorni in cui ha ragionato sul proprio destino, sulla perdita dei genitori e di amici, sulla separazione. Un album uscito il 10 marzo in vinile e cd, il digitale arriverà poi. Un punto fermo anche questo: il voler fissare su qualcosa di tattile il frutto del suo lungo e non facile lavoro, presentato a Bologna, domenica scorsa, appunto.  Continua a leggere



Pierpaolo Vacca, il disco di un Bastian contrario

Pierpaolo Vacca – Foto Alessia Zedde

Il 19 gennaio scorso è uscito per per Tǔk Music Travessu, il primo lavoro solista di Pierpaolo Vacca, 32enne organettista sardo di Ovodda (Nuoro). L’avevo visto suonare dal vivo un paio di anni fa al Teatro Carcano di Milano sul palco con Paolo Fresu e Daniele Di Bonaventura per Tango Macondo, di cui vi avevo parlato qui. Nipote di Beppe Cuga, famoso – e unico – suonatore di launeddas della Barbagia, ha iniziato a suonare l’organetto a sei anni, andando a lezione dal maestro Peppino Deiana, Tziu Peppinu. 

Come definire la musica di Pierpaolo? Bella domanda: «Non mi pongo il problema di che tipo di genere suono, la musica viene da dentro, è libera, perché incasellarla?», mi dice candido durante l’intervista. Un po’ complicato farci l’abitudine: l’artista viene da un altro mondo, antichissimo, con solide regole a cui non rinuncia. La musica è la sua vita, il resto è un di più. Stupisce la sua sincerità, la sua umiltà ma anche la consapevolezza di essere uno dei pochi eletti che siedono di diritto al desco della Musa Euterpe.

Musica e danza sono inscindibili in Travessu. L’organetto, filtrato da una pedaliera da chitarra che con enorme pazienza s’è settato, assume tante voci, un’onda sonora che si propaga e che avvolge, contraltare alle incursioni di altri artisti, dal pianista Dino RubinoCappotto è autentica World Music made in Ovodda, l’organetto viene “ricamato” dal tocco gentile di Rubino che improvvisa pulito – al percussionista senegalese Pape Ndiaye in Campid Afro, a Dj Cris, al secolo Cristian Orsini, in Danzas Sardstep, fino a Nanni Gaias e al chitarrista Fabio Calzia in Tziu Soddu. Continua a leggere



Al festival di Castelfidardo la magia di Daniele Di Bonaventura

Inizia oggi, 13 settembre, la 48esima edizione del Premio Internazionale Fisarmonica (PIF) a Castelfidardo (Ancona). Evento molto sentito nella cittadina che, grazie all’azienda fondata da Paolo Soprani nella seconda metà dell’Ottocento, è diventata la capitale italiana di questo strumento musicale. Saranno cinque giorni di contese e concerti, tra questi si potranno ascoltare Danilo Di Paolonicola con il suo No Gender (ve ne avevo parlato in aprile, all’uscita del suo lavoro omonimo), Sergio Cammariere, Rita Marcotulli con un progetto a metà tra il cinema di Truffaut e il jazz, Richard Bona in quartetto con il fisarmonicista Luciano Biondini (di lui ho scritto in questo post), Andrea Piccioni ai tamburi a cornice e Ciro Manna alla chitarra.

C’è un altro incontro musicale che si terrà il 16 settembre, alle 22, nel Parco delle Rimembranze, ed è quello con Paolo Fresu e Daniele Di Bonaventura che porteranno, in duo, Mistico Mediterraneo, lavoro da cui nacque un gran bel disco pubblicato nel 2011 con il coro corso A Filetta. Tecnicamente Daniele è un outsider del PIF, visto che la fisarmonica l’ha suonata pochissimo da giovane e che lo strumento con cui si esprime è un lontano parente della stessa, il bandoneon. Continua a leggere



Naviganti e Sognatori, un disco per fantasticare…

Da sinistra, Max Trabucco, Alessandro Turchet, Luca Falomi – Foto di Fabio Marcoleoni

In questa giornata milanese un po’ così, grigia, con una pioggerella gelata pronta a ricordare che, nonostante il sole intraprendente delle scorse settimane, siamo ancora in pieno inverno, mi sono deciso di riorganizzare gli ascolti degli ultimi mesi. Da buon meteoropatico, una scusa per togliermi dalla testa quel senso di stanca tristezza che non approda a nulla… encefalogramma piatto. Tralasciando la mia cupa condizione, mi è capitato tra le mani un disco uscito il 14 ottobre scorso per Abeat Records. Si tratta di Naviganti e Sognatori, una cover bellissima, una vecchia nave che scorre in un mare giallo, in una notte… Continua a leggere


Interviste: Paolo Fresu, la musica? Non ha etichette

Paolo Fresu – Foto Tommaso Le Pera

Se c’è un artista che, nonostante tutte le difficoltà dettate da due anni di pandemia, ha sempre guardato alla musica come un rimedio salvifico per l’anima e per il cuore, questo è Paolo Fresu. In quel terribile 2020 è stato uno dei pochi a continuare a proporre il suono della sua tromba, squillante o sussurrato, allegro o malinconico. Artista prolifico, mai banale, creativo, pignolo, anche nella scelta delle copertine degli album pubblicati dalla sua Tǔk Music, label che ha fondato nel 2010 e che l’anno scorso a festeggiato i suoi primi dieci anni, con cui continua a promuovere giovani musicisti talentuosi… Continua a leggere


“Tango Macondo”, una storia fantastica a suon di folklore

  Sono stato al Teatro Carcano di Milano a vedere Tango Macondo, favola ricca di fantasia, cuore e musica di Giorgio Gallione, prodotto dal Teatro Stabile di Bolzano, con le musiche (e la presenza sul palco) di Paolo Fresu (flicorno e tromba), Daniele di Bonaventura (bandoneon)  e un incredibile Pierpaolo Vacca (organetto). Ispirato al libro di Salvatore Niffoi Il Venditore di Metafore (Giunti, 2017), più che una classica piece teatrale è una epica, fantastica, spettacolare narrazione, grazie alle scenografie di Marcello Chiarenza, alla bravura degli interpreti, personaggi che si “rubano” la parola senza interagire tra di loro, diventando narratori di… Continua a leggere


La musica che mi fa sentire bene

È da un po’ che volevo condividere con voi una mia riflessione. Sarà l’età, sarà la tanta musica che ho ascoltato e continuo ad ascoltare, ma mi sono reso conto di essere diventato sempre più selettivo nelle mie preferenze. Continuo, certo, a mettere in cuffia tutti i generi, soprattutto quelli che non sono nelle mie corde, per comprendere nuove forme d’espressione e trarne spunti, spesso in una banalità imperante e dai facili consumi. Quando la melodia è ripetitiva e scontata mi sento dire: «Ma devi ascoltare i testi, sono quelli che contano». Grazie, ma preferisco leggere quei versi senza il… Continua a leggere