Basta! Giuliano Gabriele canta la sua World Music

Giuliano gabriele – Foto Riccardo Lancia

Il 23 febbraio scorso è uscito Basta!, terzo lavoro di Giuliano Gabriele, artista italo-francese, organettista, cultore di musica popolare con ampie escursioni nella World Music. Giuliano è nato e vive nel Frusinate, «la porta di accesso al Sud», mi racconta. Il posto giusto per coltivare il suo solido senso artistico che questa volta ha tradotto in un disco cantautorale, profondo, dove coniuga testi autorali a una musica che ha precisi riferimenti mediterranei, quando il Mare Nostrum era l’incrocio di tanti popoli che si frequentavano e «traevano dai commerci ricchezza e cultura». Pura World Music, dunque, suffragata dalla presenza di Martin Meissonnier, tra i padri fondatori del genere assieme a Peter Gabriel (erano gli anni Ottanta), producer che ha lavorato con Fela Kuti, Tony Allen, Robert Plant, Jimmy Page, Khaled, Alan Stivell, Manu Dibango, Papa Wemba… Continua a leggere



Amaro Freitas: “Y’Y” emozioni dall’Amazzonia

Amaro Freitas – Foto Micael Hocherman

Ieri sera sono andato ad ascoltare Amaro Freitas che suonava nell’Aula Magna dell’Università Bocconi nell’ambito di Isole Sonore, bella avventura concertistica curata da Cesare Picco, organizzata dall’ateneo milanese in collaborazione con Yamaha Music Europe. È da un po’ che seguo le vicende di questo musicista che ha qualcosa di speciale. 

Amaro è uno di quei preziosi doni che la musica dispensa con parsimonia. Sarà perché ha la rara capacità di emozionarsi e far emozionare mentre suona – letteralmente – l’intero pianoforte da cui estrae gli strumenti più impensabili, tamburi, berimbau, chitarre distorte, sarà per la sua presenza scenica con i suoi abiti sgargianti, o perché “canta” la sua musica, sta di fatto che assistere a un suo live è come imboccare un cammino che non sai dove ti porta ma che è bellissimo, pieno di sorprese e di panorami mozzafiato. Continua a leggere



Ritmo, canto e jazz: benvenuti nel mondo di Francesca Tandoi

Energizzante. No, non è la pubblicità della famosa bevanda che ti mette le ali, ma un disco uscito il 27 febbraio scorso firmato dalla pianista jazz Francesca Tandoi in trio con Matheus Nicolaiewsky al contrabbasso e Sander Smeets alla batteria. Bop Web il titolo, un omaggio al Be Bop e a Dizzy Gillespie in chiave moderna. «Un disco, credo, nato in contrasto a chi mi definisce la Diana Krall italiana, che canta e fa musica romantica… Ho detto: “Mo’ ve faccio vedè io», scherza l’artista. 

Un lavoro – lo dico in premessa – che a dispetto del jazz come siamo abituati ad ascoltarlo, seduti in silenzio sulle nostre seggioline, non ti fa stare fermo. Velocità, precisione, improvvisazione studiata nei minimi particolari, la voce di Francesca che contribuisce con il canto, come in Overjoyed, a creare la giusta atmosfera, ne fanno una musica fatta per ascoltare e ballare (d’altronde il jazz, genere popolare per eccellenza, aveva questo scopo), positiva che non lascia un secondo di respiro nelle accelerazioni, nel contrabbasso che macina chilometri su e giù per la tastiera, nella batteria sempre pronta a rispondere agli inviti di un pianoforte molto ritmico anche quando Francesca vola sui tasti. Continua a leggere



Rodrigo D’Erasmo con Caracas vola nei Sud del Mondo

Rodrigo D’Erasmo – Foto Ilaria Magliocchetti

Il primo marzo è uscito in digitale per Edizioni Curci la colonna sonora del film Caracas di Marco D’Amore, composta da Rodrigo D’Erasmo. Le soundtrack sono una delle mie tante passioni musicali, perché seguono altri fili logici compositivi. Il musicista lavora in team, compone in base a suggestioni che gli arrivano dal copione, dai desiderata del regista, dalle immagini che mano a mano gli vengono sottoposte e, chiaro, dal suo background. 

Rodrigo D’Erasmo è un musicista curioso “contaminante”, dotato di una straordinaria creatività. Nato a São Paulo, in Brasile, arrivato in Italia da ragazzino, è riuscito a fondere l’amore per la musica popolare brasiliana con mille altri mondi che lo hanno condotto a collaborare con grandi artisti, dal rock al pop, dal jazz alla musica contemporanea, oltre a essere il violinista degli Afterhours. Sempre con il solito spirito e l’immancabile pignoleria, convinto che non esista un genere più degno di un altro ma che la musica sia un linguaggio universale comprensibile ovunque ci si trovi nel mondo. Continua a leggere



L’arte Solenne di Carlo Maver

Carlo Maver – Foto Daniele Franchi

Talento poetico, emozioni che vibrano grazie al soffio primordiale di un flauto basso o al mantice di quello strumento geniale e complesso che è il bandoneon. Musica del mondo, frutto di viaggi ed esperienze vitali. Musica sacra, perché inviolabile. E poi silenzi profondi che ti scavano dentro l’anima rendendo unico ogni ascolto. 

Carlo Maver, 50 anni appena compiuti, flautista e bandoneonista bolognese ha fatto un piccolo e prezioso miracolo pubblicando Solenne, il suo nuovo lavoro dopo cinque anni di silenzio. Giorni in cui ha ragionato sul proprio destino, sulla perdita dei genitori e di amici, sulla separazione. Un album uscito il 10 marzo in vinile e cd, il digitale arriverà poi. Un punto fermo anche questo: il voler fissare su qualcosa di tattile il frutto del suo lungo e non facile lavoro, presentato a Bologna, domenica scorsa, appunto.  Continua a leggere



Ensemble Sangineto, l’altro volto della musica popolare

Unire i punti di contatto nella World Music è importante. E quando la musica popolare sconfina nella World Music può nascere qualcosa di nuovo pur ricondotto al passato, alle nostre radici culturali. 

Un lavoro esegetico importante che ritrovo in un disco uscito giusto un anno fa in supporto digitale e nell’ottobre scorso sugli scaffali fisici. Il titolo riassume il grande e attento lavoro che ci sta dietro: Grand Tour Vol. I. È firmato dall’Ensemble Sangineto, al secolo i fratelli Caterina e Adriano Sangineto e Jacopo Ventura. Tre musicisti che vengono dalla musica popolare e da mille altre strade coltivate per lavoro e passione. Il loro Grand Tour, concepito come “l’anno sabbatico” dei giovani europei nel Sei/Settecento, che arrivavano in Italia per studiare la cultura e la storia del nostro Paese, è un appassionante viaggio in dieci canzoni nella tradizione popolare italiana. Un lavoro per nulla scontato, che solo grandi esperti e bravi musicisti possono permettersi di fare. Continua a leggere



Ritorna Paolo Benvegnù: “È inutile parlare d’amore”

Paolo Benvegnù – Foto Mauro Talamonti

«Non ho ruoli, sono uno spettro, racconto un mondo antico senza nostalgia… La musica per me è una meravigliosa passività, perché non si guadagna nulla. Ma sono una persona felice, non ho mai fatto del male a nessuno. Lo dico senza provocazione: il mio futuro è diventare un corriere di Amazon o di Deliveroo e fare musica per hobby. Solo così potrò permettermi di avere un pensiero». Così chiudeva la mia chiacchierata con Paolo Benvegnù nel giugno dello scorso anno, in occasione dell’uscita del suo Ep Solo Fiori. 

Riprendo da qui. Perché venerdì 12 gennaio sarà sugli scaffali digitali – mentre il 19 in quelli fisici con Cd e vinile – È inutile parlare d’amore (Woodworm, distribuito da Universal Music Italia), il suo ultimo lavoro, che richiama inevitabilmente Solo Fiori. Un altro tassello, mai scontato, nella produzione artistica di Paolo che, in oltre 30 anni di carriera, ha perseverato una coerenza senza pari. Continua a leggere



Ginevra Nervi: la voce, i palchi, la musica elettronica

Ginevra Nervi – Foto Gioele Vettraino

Non so quanti di voi abbiano visto al cinema Giorni Felici, il film di Simone Petralia con Franco Nero e Anna Galiena uscito l’11 dicembre scorso. La colonna sonora di questo dramma fatto di silenzi eloquenti girato tra le pareti di un’unica casa l’ha firmata una giovane musicista genovese di stanza a Roma, Ginevra Nervi, 29 anni. Ginevra è una musicista che si dedica all’esplorazione della voce, che filtra, trasforma, studia, elabora grazie alle sue “macchinette”, come chiama gli strumenti che usa per esprimere la sua arte.

Il suo genere è la musica elettronica che, detta così, è tutto e niente. Fare arte attraverso impulsi elettroacustici può sembrare un ossimoro. Nel caso di Ginevra è un mondo onirico e fantastico che riesce a risucchiarti tra morbidi prati sonori e l’uso di pochi strumenti, una chitarra, l’amato basso a quattro corde, un vecchio organo Farfisa, un violoncello. Ho fatto una lunga chiacchierata con lei, dove abbiamo parlato della sua musica ma anche di soundtrack e palchi…. Continua a leggere



Tre dischi davvero alternativi del 2023

Ritorno da voi ancora acciaccato da una brutta influenza per raccontarvi tre lavori che, vista la mia forzata immobilità, hanno riempito le mie giornate e permesso di viaggiare tra le spettacolari terre del Nord Europa, la spensieratezza del soukous congolese e la cultura maroon a New Orleans. Tre dischi alternativi, non nell’accezione musicale del genere, ma nella loro più intima sostanza, tre modi di percepire la realtà tra sogni, danze, parole. Continua a leggere



Lemò, magistrato-cantautore alla sua prima prova discografica

Il 10 novembre scorso è uscito il primo disco di un cantautore molto particolare, come particolare è anche il titolo: Chi l’avrebbe mai detto? Di mestiere fa il magistrato, la passione per la musica l’ha coltivata fin da ragazzo, catturato dalle parole con riferimenti cantautorali di tutto rispetto, primo fra tutti quel genio di Gianmaria Testa che la morte ha voluto portarsi via troppo presto.

Lui si chiama Claudio Paris, tarantino di nascita e, oggi, per motivi di lavoro, bolognese di residenza. Ha scelto come nome d’arte Lemò, che sembra tanto un soprannome dialettale, ma in realtà, con quell’accento civettuolo sull’ultima vocale, riporta alla pronuncia francese di Les Mots, le parole. Continua a leggere