Tre dischi “new jazz” per il finesettimana

Parliamo di jazz. Mi ha colpito il titolo di un disco uscito a fine giugno firmato da Berlioz: Jazz is for ordinary people, il jazz è per persone comuni. Considerato da anni una musica di nicchia, la vulgata la passa come musica d’élite perché “volutamente complessa”, viene definito dall’artista in questione per quello che è, un genere ottenuto miscelando ritmi afro, cultura popolare e canti religiosi con ampie tracce di tradizione erudita europea. 

Sempre con un occhio al “new jazz” o jazz contemporaneo che si voglia chiamare, il 25 agosto, sono arrivati sugli scaffali digitali e fisici altri due lavori molto diversi tra loro che, uniti al primo, mostrano un panorama significativo delle nuove tendenze del genere. Continua a leggere



Soundtrack: La Bella Estate di Francesco Cerasi

Francesco Cerasi – Foto Morena Firpo

Esce oggi nelle sale il film La Bella Estate per la regia di Laura Luchetti, tratto dall’omonimo libro di Cesare Pavese pubblicato nel 1949. In contemporanea è anche disponibile l’album della colonna sonora composta da Francesco Cerasi (Edizioni Curci). Il mondo delle soundtrack è uno degli aspetti più intriganti – a parer mio – della musica. Perché la creatività del musicista deve sposarsi con quella dello sceneggiatore, del regista, dei personaggi che si costruiscono emozionalmente insieme. Un mondo dove la cooperazione è indispensabile e dove, proprio per questo motivo, si possono dare forme concrete alle note che accompagnano il film… Continua a leggere



Bakivo, “Appunti di viaggio” nella musica d’autore

Segnatevi questo nome: Bakivo, ne sentirete parlare. Sono un trio bolognese composto da Sara D’Angelo voce, Luca Cremonini chitarre e Pedro Judkowski contrabbasso. Il 18 aprile scorso hanno pubblicato un album, Appunti di Viaggio: nove brani con un incedere jazz, swingante quanto basta, con ampi inserti di bossanova e canzone italiana d’autore. Non a caso, oltre alle otto tracce frutto della composizione del trio, c’è uno standard, Estate, di Bruno Martino, proposta in 5/4, sentito omaggio a quella canzone melodica che il nostro Paese ha esportato nel mondo.  Continua a leggere



Andrea Sabatino, jazz e buona tavola, per l’estate salentina

Andrea Sabatino – Foto Dario Discanno

«Un obiettivo più che una sfida: creare un punto di riferimento dove si respiri, gusti, ascolti arte, sorseggiando un buon vino, assaggiando piatti creati con passione, ascoltando buona musica». Andrea Sabatino, 41 anni, salentino, trombettista, non ha dubbi: «Vino, cibo e note sono una sintesi perfetta d’arte e cultura, soprattutto in Italia dove vige il culto del “gustare” fisicamente ed emozionalmente». Una formula sperimentata positivamente da anni, basti pensare al Blue Note e ai tanti jazz club presenti anche nel nostro Paese, che vede in questi giorni all’opera anche il bravo Sabatino e uno chef, Stefano Seviroli, in quel di San Pietro in Bevagna.  Continua a leggere



Paolo Forte: concerto per cisterna e fisarmonica

Paolo Forte – Foto Ingrid Wight

Il riverbero (lunghissimo), una cisterna di oli pesanti (terribilmente puzzolente), una fisarmonica a bottoni (la mitica Victoria) e un artista (Paolo Forte, classe 1988, friulano, musicista fiero della sua identità, gentile e determinato). Gli ingredienti per raccontare una bella e sapida storia ci sono tutti e di questa vicenda ne avrete sicuramente sentito parlare. 

A marzo di quest’anno Paolo Forte ha pubblicato Tempo (ascoltatelo via Bandcamp qui), Cd composto da otto brani per una durata di 71 minuti e 84 secondi – ricavati da 200 minuti di registrazione – suonato e registrato in una cisterna sotterranea nelle Highlands scozzesi in quattro giorni a ottobre dello scorso anno. Continua a leggere



Ode al legno, Marco Bardoscia tra Musica e Natura

Marco Bardoscia – Foto Roberto Cifarelli

Il 30 giugno scorso è uscito, per Tǔk Music, il nuovo lavoro di Marco Bardoscia, Legnomadre. Un disco che ho ascoltato più e più volte, di alta cifra stilistica. Bardoscia è uno dei nostri musicisti più apprezzati, contrabbassista di grande versatilità, pulito, preciso. Con lui, insieme a William Greco, al pianoforte, e Dario Congedo alla batteria, membri “storici” del suo trio, c’è l’Orchestra da camera di Perugia, ci sono due musicisti che stimo e amo particolarmente, Gabriele Mirabassi al clarinetto e Simone Padovani alle percussioni. Oltre a un cameo di Alessandro Mannarino, Lágrimas Negras, di cui vi parlerà tra poco lo stesso Marco. Mannarino sta portando in giro il suo live che ha battezzato Corde, e con lui in tournée c’è Bardoscia. Praticamente un atto dovuto, visto che i due artisti in comune hanno lo stesso modo di concepire musica e palco. Continua a leggere



HMLTD: il verme che si mangiò l’Inghilterra

Il verme, un enorme grosso verme, s’è fagocitato l’Inghilterra nutrendosi e dispensando odio, rancore, errori. 

Today, I proclaim that a worm has swallowed England

And despite what you have been told

It is not of a face, nor spine, nor legs

It does not want your jobs, your women, or your cattle sheds

The Worm lives deep within yourselves

And you live deep within the Worm

Hatred is the Worm

Envy is the Worm

Ego is the Worm

We’ll break God’s rib

To make a scythe

To carve our way out of his cage into the light

Continua a leggere



A Milano stasera la musica degli E-Wired Empathy

Per chi rimane a Milano, stasera segnalo un’avventura musicale da non lasciarsi scappare. Alle  21.30, al Palazzo Sormani di Milano (Corso di Porta Vittoria, 6), nell’ambito della rassegna Teatro Menotti in Sormani, suonerà un collettivo degno d’ascolto. Si sono battezzati E-Wired Empathy: dietro questo nome si celano tre musicisti di razza, Luca Nobis (chitarra), Roberto Gualdi (batteria) e Giovanni Amighetti (synth analogici).  Continua a leggere



L’eredità sociale (e musicale) degli anni Ottanta in un libro

Per uno come me, nato agli inizi dei Sessanta del secolo scorso, dove c’era solo la televisione in bianco e nero con un paio di canali, l’evoluzione tech e l’involuzione culturale della specie umana sembrano il viaggio a bordo di un’astronave narrato da Kurt Vonnegut: Winston Niles Rumfoord e il suo cane Kazak in giro per lo spazio profondo risucchiati in un infundibulo cronosinclastico. Distorsioni temporali, queste sono state le tappe dell’adolescenza e della giovinezza di chi è nato in quegli anni.

Adolescenti nei Settanta, con la colonna sonora di Led Zeppelin, Genesis, Yes, King Crimson, Pink Floyd, Guccini, De Andrè, Dalla, Sly & the Family Stone, Marvin Gaye…, affascinati dalle ideologie, con la voglia di conoscere, con la presunzione di farcela comunque, dall’essere contro per necessità vitale.

Giovani uomini e donne negli Ottanta. E qui quel dispettoso infundibulo cronosinclastico ci ha mandati dritti in un bel guaio: dall’idea di comunità si passa al singolare, dall’impegno si scivola nell’edonismo, dalla cultura dell’apprendere si perpetua la licenza del disinteresse. Nei Novanta, quando di anni ne avevamo trenta, l’edonismo ha ceduto alla depressione e, nella musica al grunge dei Nirvana e al pessimismo indie dei Radiohead… Il resto fino ai giorni nostri non è marcante. Anzi, a ben guardare, l’aeronave di Niles continua a stazionare nel parcheggio degli Eighties, con spostamenti minimi. 

Vi starete chiedendo se prima di scrivere queste righe mi sono scolato una cassa di Raboso del Piave di Cecchetto. Invece, la stura dei pensieri, che è un po’ l’inizio di una fase di riorganizzazione dei ricordi, me l’ha fornita un libro che consiglio di leggere, Gli Ottanta. L’Italia tra evasione e illusione di Luca Pollini (E115, 480 pagg, 22 euro). Continua a leggere



Olivia Trummer e Nicola Angelucci: Dialogue’s Delight!

 

Olivia Trummer e Nicola Angelucci – Foto Andrea Boccalini

C’era una volta una volpe vezzosa e canterina che amava la musica. Aveva imparato a suonare il pianoforte da cucciola. Era diventata amica di un coccodrillo che annunciava il suo arrivo battendo zampe e coda, creando nel tranquillo scorrere del grande fiume tanti cerchi concentrici, ritmati ricami d’acqua. Con lui si trovava per suonare e cantare, insieme si capivano attraverso la musica. Ritmo e armonia. Una scimmietta, brava fisarmonicista, li sentì suonare e si inserì in quei divertenti dialoghi. I tre diventarono inseparabili, superarono le loro visibili differenze affidandosi alla musica, linguaggio universale…

Viene spontaneo iniziare con una favola, guardando la cover – e l’allegato libretto – opera dell’illustratrice Cecilia Valli di Dialogue’s Delight, primo lavoro del duo Olivia Trummer e Nicola Angelucci con la partecipazione di Luciano Biondini. L’antropoformizzazione di Olivia, creativa pianista e cantante di Stoccarda, di Nicola, uno dei più apprezzati batteristi jazz della scena internazionale e di Luciano, prezioso fisarmonicista è un piccolo tocco di genio della Valli. Cosa c’era di più narrativamente forte e immediato che immaginare il dialogo di tre “animali umanizzati” così diversi? La musica fa queste magie, unisce gli opposti, garantisce e rispetta le differenze, le esalta come massima forma d’arte. Continua a leggere