Volutamente spiazzante, istintivamente provocatorio, scariche improvvise di elettronica “metal”, richiami di synth patinati anni Ottanta, chitarre acide e distorte. Echi di Bowie, di Prodigy, di Nine Inch Nails raccontano un personaggio non facile. Entrare nell’universo musicale di Rohma è come avventurarsi in un lisergico mondo dove le dualità diventano confuse, tutto tende a unirsi e a risepararsi in nuova vita, lava che esce da un vulcano e si solidifica in tante forme, nessuna uguale all’altra. Continua a leggere
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Tre dischi per la settimana firmati Waters, Iggy e Price
Gennaio si apre con buone prospettive per la musica. Quest’anno, per esempio, vedranno la luce i nuovi lavori di Peter Gabriel e dei Metallica. Sono in tanti ad aspettare un disco da Gabriel, previsto entro la prima metà dell’anno: è dal 23 settembre 2002 con Up che l’ex frontman dei Genesis non pubblica più un lavoro di inediti. La band metal, invece, il 14 aprile rilascerà 72 Seasons. Dell’album si può ascoltare un solo brano Lux Æterna, un ritorno al metallo grezzo di gran valore delle origini.
Per questa settimana vi propongo tre uscite. Si tratta di tre artisti visionari. Due vecchie guardie, monumenti viventi del rock, e un’artista che si sta affermando come la nuova regina del country formato punk rock quando a tenacia e ribellione. I loro nomi? Roger Waters, Iggy Pop e Margo Price. Continua a leggere
Raffaele Spidalieri, ovvero il Segno dell’acqua e l’umanità
Confesso: era da un po’ che dovevo chiamarlo. L’ho fatto ieri sera, dopo aver ascoltato più e più volte il suo ultimo lavoro uscito nel settembre dello scorso anno, Il Segno dell’acqua. Titolo intrigante quello che Raffaele Spidalieri, classe 1971, ha deciso di dare a un lavoro di undici tracce per niente facili nei testi e anche nella musica. Raffaele è un bel personaggio, molto profondo, adora la filosofia, è un neurologo, si occupa di neuroriabilitazione, e molto “umano” nell’accezione filosofica del termine, l’essere sociale aristotelico, ma anche l’uomo pitagorico, fatto di anima e corpo, o quello kantiano, che scruta la bidimensionalità, quella tensione tra sensibilità e ragione. L’uomo e la sua umanità sono un tema centrale del lavoro di Spidalieri e proprio per questo la sua alta aspettativa verso l’essere umano pensante, sociale, teso all’altro da sé, è messa sempre a dura prova. Allora auguri, a me che resto/ con questa voglia di libertà/ questa vertigine di corde tese/ questa carezza di verità/ E ancora brindo, a me che resto/ e ancora auguri a chi non sa/ guardare avanti e andare a tempo/ trovare musica…canta in La Follìa. Continua a leggere
Dan Costa: con “Beams” batte il cuore del latin jazz
Beams, raggi di luce. E proprio la luce è la protagonista del nuovissimo lavoro di Dan Costa. Pianista dai solidi studi e da una raffinata creatività, come avevo scritto nel marzo dello scorso anno in occasione di un brano, Iremia, pubblicato insieme a Randy Brecker, Allora suonava di pace interiore, giusto in un momento in cui l’invasione russa in Ucraina stava iniziando il suo macello disorganizzato. Luce è speranza, vita, invito alla positività.
Buon 2023, che sia un anno di musica
Ci stiamo lasciando alle spalle un anno difficile, dove, al di fuori della musica, si sono concatenati molti avvenimenti che hanno (stanno) condizionando il nostro vivere. E la musica, così capace di annusare il mondo, seguirà sicuramente le traiettorie delle Mongolfiere, quelle cantate da Gianmaria Testa: cercherà quelle tracce impercettibili che solo un artista può fare nella sua lucida creatività. Continua a leggere
Dischi sotto l’albero/1 Tre consigli per un regalo d’autore
♠ Natureza – Joyce Moreno – 30 settembre
Joyce Moreno, 74 anni, ancora attivissima, è una delle grandi artiste della MPB, una musicista a tutto tondo, con una gran voce, bravissima chitarrista, compositrice. Natureza è un un album che doveva uscire nel 1977. Finito, registrato a New York e mai pubblicato, con gli arrangiamenti del maestro Claus Ogerman, musicista tedesco che con la bossanova aveva un legame molto stretto avendo collaborato con Vinícius de Moraes e con Tom Jobim. Il disco, secondo Ogerman doveva essere cantato anche in inglese, per favorire la diffusione all’estero, visto che alla fine dei Settanta il portoghese non aveva ancora quella stessa presa artistica dell’idioma dominante per il pubblico mondiale. Continua a leggere
“Anì”, la purezza di una nuova vita e della musica

Raffaele Casarano – Foto Roberto Cifarelli
Spingersi oltre, essere curiosi, guardare il mondo. Questo è il presupposto per essere un bravo musicista. Certo, ci vuole lo studio, la determinazione, il duro lavoro, però è la curiosità che ti dà quel tocco int più per fare qualcosa di bello, diverso, unico.
Una riflessione che ho tratto ascoltando un disco molto intrigante – confesso, uno dei più interessanti dell’anno che sta finendo. Si chiama semplicemente Anì, è dedicato a una bimba. L’autore – e il padre – è Raffaele Casarano, uno dei migliori sassofonisti attualmente in circolazione. Otto tracce costruite su solide fondamenta e su ali che ti portano in mondi immaginifici. Continua a leggere
Petardo: ansie, paure e battaglie nel disco Panfobia
Panfobia. Una vaga, costante paura di tutto. Le angosce di questo tempo, tra virus, guerre, incertezze sono uno stimolo per gli artisti. Riccardo Salvini, Petardo in uno dei suoi moniker, è un polistrumentista piemontese, uno che prende con rara passionalità il ruolo di artista. Mettere in scena un lavoro dove prevale il suono di una chitarra e la voce di Riccardo incapsulati in un notevole arrangiamento – opera di Maurizio Borgna – realizzato solo utilizzando synth modulari, significa crederci incondizionatamente, senza strizzare l’occhio a nessuno, nemmeno a i tuoi fan. Continua a leggere
Lucia Filaci, lo swing, il jazz e la gioia: A Tu per Tu!
In questo sabato piovoso e grigio topo vi propongo un divertissement che vi rialzerà di sicuro il morale. Si tratta di A Tu per Tu di Lucia Filaci. Per chi ama lo Swing – ma anche la bossa e l’afro cuban jazz – è un gioiellino ironico, controcorrente, elegante nella costruzione e nella composizione. Continua a leggere
Oragravity, la musica di Caravaggio

Gli Oragravity, Federica Luna Vincenti e Umberto Iervolino – Foto Azzurra Primavera
La musica come pennellate, i brani come tanti piccoli preziosi particolari di un quadro. Chiaroscuri, fisicità e pensiero. Ascoltare la colonna sonora di un film disgiunta dalle immagini è un interessante percorso mentale. Soprattutto per L’Ombra di Caravaggio, ottimo lavoro di Michele Placido. Gli autori della soundtrack sono gli Oragravity, due musicisti che si sono trovati compatibili per gusti e creatività in un’avventura per nulla scontata. Sono Federica Luna Vincenti, che è anche la produttrice della pellicola nonché la moglie di Placido, e Umberto Iervolino, compositore napoletano con sede a Milano, che nella sua gioventù ha suonato anche con i mitici Napoli Centrale di James Senese.
Musica ed elettronica. Strumenti fisici (archi) e colori virtuali, dai synth analogici agli strumenti digitali, uniti a una buona dose di spiritualità alla Sigur Ross e alle atmosfere di scuola nordeuropea, costituiscono nella versione disco, 13 brani per 35 minuti, un ascolto denso e profondo. Con una certezza, che la musica (ma anche il film) sono stati pensati, realizzati e diffusi con una logica rigorosa, dove prevale la parte artistica a quella commerciale. Continua a leggere