Sempre alla ricerca di Festival estivi che abbiano quel “di più” che faccia stare bene, ve ne propongo uno sul lago di Garda, sponda veronese. Il suo nome è già un buon indizio: Notti Magiche a Campo. Campo è l’antico borgo di Brenzone, lo scorso anno ha celebrato i suoi primi 1000 anni di vita. Poche case per lo più disabitate, ci vivono stabilmente soltanto un paio di famiglie, una chiesetta affrescata a metà del Trecento e, intorno, tanti ulivi, di cui si tiene memoria sin dal Settecento. Sullo sfondo le montagne e il lago. La magia del luogo arriva anche dal cielo perché qui, visto il poco inquinamento luminoso, strisciano nitide le stelle cadenti.
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Mood Swings, Laura Fedele canta la libertà
Libertà. Se dovessi riassumere in una sola parola il nuovo lavoro di Laura Fedele, pianista e cantante genovese, docente di canto jazz alla Civica Scuola di Musica Claudio Abbado di Milano, questa sarebbe la più corretta. Libertà di dire quello che si pensa, di essere critica verso questo modo di procedere e organizzare la vita che l’umanità s’è data, di gridare la propria visione di un mondo possibile, di chiamarsi fuori dal comune sentire su guerre, violenze, confini. Mood Swings uscito un paio di mesi fa è un disco che già dal nome invoca ad alta voce questa aspirazione vitale. Continua a leggere
Sanremo, perché criticarlo?
È iniziato il Festival. Come ogni anno si officia il sacro rito di metà inverno degli italiani: una kermesse che si autocelebra. La Canzone Italiana è il contorno, servito da San Algoritmo.
Ieri sera nel mio quartiere sembrava ci fosse il coprifuoco, nessuno in giro tranne qualche umano con quadrupede al seguito per le esigenze fisiologiche di quest’ultimo. I dati appena diffusi dicono che ha avuto una media di ascolti di 10 milioni 561mila telespettatori con il 65.1% di share. Ho visto il Festival, perché non puoi criticare, discutere, giudicare se non vedi. E quello che ho visto è uno show rodato – in realtà un po’ “stanchino” per dirla alla Forrest Gump – ben fatto (e ci mancherebbe, mamma Rai si gioca una buona fetta di introiti), e trenta canzoni che sono la prova evidente che la musica, tranne rarissime eccezioni, non è di casa all’Ariston. Continua a leggere
Raffaele Spidalieri, ovvero il Segno dell’acqua e l’umanità
Confesso: era da un po’ che dovevo chiamarlo. L’ho fatto ieri sera, dopo aver ascoltato più e più volte il suo ultimo lavoro uscito nel settembre dello scorso anno, Il Segno dell’acqua. Titolo intrigante quello che Raffaele Spidalieri, classe 1971, ha deciso di dare a un lavoro di undici tracce per niente facili nei testi e anche nella musica. Raffaele è un bel personaggio, molto profondo, adora la filosofia, è un neurologo, si occupa di neuroriabilitazione, e molto “umano” nell’accezione filosofica del termine, l’essere sociale aristotelico, ma anche l’uomo pitagorico, fatto di anima e corpo, o quello kantiano, che scruta la bidimensionalità, quella tensione tra sensibilità e ragione. L’uomo e la sua umanità sono un tema centrale del lavoro di Spidalieri e proprio per questo la sua alta aspettativa verso l’essere umano pensante, sociale, teso all’altro da sé, è messa sempre a dura prova. Allora auguri, a me che resto/ con questa voglia di libertà/ questa vertigine di corde tese/ questa carezza di verità/ E ancora brindo, a me che resto/ e ancora auguri a chi non sa/ guardare avanti e andare a tempo/ trovare musica…canta in La Follìa. Continua a leggere