Pathway, il sentiero jazz di Giulia Meci

Esce oggi negli store digitali un lavoro particolarmente interessante, autoprodotto, che vi consiglio. Cinque brani per 23 minuti d’ascolto, il tempo necessario per un’artista di presentarsi al mondo. Lei si chiama Giulia Meci, è bolognese, ha una solida base di formazione, conservatorio, studi di perfezionamento sulla voce, lavoro di composizione e di arrangiamento. Il suo disco, anzi la sua «piccola creatura», come lei lo chiama, porta un titolo ricco di emozioni, ricordi, speranze e futuro, Pathway. 

Sentiero. Il cammino che l’ha portata fino a qui e che la condurrà dove la musica deciderà di portarla. In Pathway c’è la gioia dell’avventurarsi tra le note della vita, la fatica, la necessità di condividere il suo procedere con altre persone, il raccontare quello che l’artista vede e canta per immagini, vedi la preziosa Landscape. Continua a leggere

Furio Di Castri al Genius Loci di Firenze, musica e accoglienza

Parte il 28 settembre a Firenze Genius Loci: alla scoperta di Santa Croce, due notti e un’alba di musica, incontri e performance nello storico complesso francescano, organizzati da Associazione Controradio Club, Opera di Santa Croce e Controradio in collaborazione con associazione culturale La Nottola di Minerva. Si tratta di un festival “anomalo”, giunto alla sesta edizione. Il tema 2023 è di un’attualità imbarazzante: ospitalità e accoglienza, due parole su cui le arti, soprattutto la musica, hanno tanto da dire.  Continua a leggere

Tre dischi per tre voci al femminile nel primo weekend d’autunno

Per il primo weekend d’autunno ho pensato di proporvi tre lavori usciti questo mese. Li unisce una caratteristica, le voci femminili. Voci che rappresentano la bellezza della musica da qualsiasi parte del mondo essa provenga, in questo caso dagli Stati Uniti dalla lontana Islanda e dal Tibet. Sono anche – lo vedremo tra poco – lavori dove il viaggio diventa la forma predominante per raccontare tante storie di vita e di umanità. Continua a leggere

Mafalda Minnozzi, la bossa, il jazz in Natural Impression

È tornato il sole e con lui quel bel cielo settembrino che concilia pensieri positivi. Sto ascoltando il nuovo lavoro di Mafalda Minnozzi, Natural Impression, disco latin jazz uscito in digitale e in formato fisico l’8 settembre scorso. Pavese,  una laurea in ingegneria informatica più un sacco di altri interessi, leggo sulla sua bio: “autrice di testi, producer, corrispondente dall’estero di programmi di Radio Rai, stilista, regista di cortometraggi, chef di cucina, personaggio televisivo”), è conosciuta in Brasile e negli Stati Uniti, oltre che qui in Italia per il suo certosino lavoro a cavallo tra tradizione e improvvisazione. Un’artista che il dio della musica ha dotato di una voce che, per tonalità e morbidezza, grazie anche a quegli accenti straordinariamente civettuoli, si presta a interpretare jazz, latin e, soprattutto, bossanova, generi che domina ormai da anni con reciproche soddisfazioni (sue e nostre!). 

Veniamo al disco: 15 brani registrati all’Acustic Recording Studio di New York arrangiati, prodotti e suonati da Paul Ricci, con cui Mafalda ha un sodalizio artistico che ha già prodotto due album, Sensorial – Portraits in Bossa & Jazz nel 2020 e Cinema City – Jazz Scenes From italian Film, del 2021.  Continua a leggere

Tre dischi “new jazz” per il finesettimana

Parliamo di jazz. Mi ha colpito il titolo di un disco uscito a fine giugno firmato da Berlioz: Jazz is for ordinary people, il jazz è per persone comuni. Considerato da anni una musica di nicchia, la vulgata la passa come musica d’élite perché “volutamente complessa”, viene definito dall’artista in questione per quello che è, un genere ottenuto miscelando ritmi afro, cultura popolare e canti religiosi con ampie tracce di tradizione erudita europea. 

Sempre con un occhio al “new jazz” o jazz contemporaneo che si voglia chiamare, il 25 agosto, sono arrivati sugli scaffali digitali e fisici altri due lavori molto diversi tra loro che, uniti al primo, mostrano un panorama significativo delle nuove tendenze del genere. Continua a leggere

Bakivo, “Appunti di viaggio” nella musica d’autore

Segnatevi questo nome: Bakivo, ne sentirete parlare. Sono un trio bolognese composto da Sara D’Angelo voce, Luca Cremonini chitarre e Pedro Judkowski contrabbasso. Il 18 aprile scorso hanno pubblicato un album, Appunti di Viaggio: nove brani con un incedere jazz, swingante quanto basta, con ampi inserti di bossanova e canzone italiana d’autore. Non a caso, oltre alle otto tracce frutto della composizione del trio, c’è uno standard, Estate, di Bruno Martino, proposta in 5/4, sentito omaggio a quella canzone melodica che il nostro Paese ha esportato nel mondo.  Continua a leggere

Andrea Sabatino, jazz e buona tavola, per l’estate salentina

Andrea Sabatino – Foto Dario Discanno

«Un obiettivo più che una sfida: creare un punto di riferimento dove si respiri, gusti, ascolti arte, sorseggiando un buon vino, assaggiando piatti creati con passione, ascoltando buona musica». Andrea Sabatino, 41 anni, salentino, trombettista, non ha dubbi: «Vino, cibo e note sono una sintesi perfetta d’arte e cultura, soprattutto in Italia dove vige il culto del “gustare” fisicamente ed emozionalmente». Una formula sperimentata positivamente da anni, basti pensare al Blue Note e ai tanti jazz club presenti anche nel nostro Paese, che vede in questi giorni all’opera anche il bravo Sabatino e uno chef, Stefano Seviroli, in quel di San Pietro in Bevagna.  Continua a leggere

Ode al legno, Marco Bardoscia tra Musica e Natura

Marco Bardoscia – Foto Roberto Cifarelli

Il 30 giugno scorso è uscito, per Tǔk Music, il nuovo lavoro di Marco Bardoscia, Legnomadre. Un disco che ho ascoltato più e più volte, di alta cifra stilistica. Bardoscia è uno dei nostri musicisti più apprezzati, contrabbassista di grande versatilità, pulito, preciso. Con lui, insieme a William Greco, al pianoforte, e Dario Congedo alla batteria, membri “storici” del suo trio, c’è l’Orchestra da camera di Perugia, ci sono due musicisti che stimo e amo particolarmente, Gabriele Mirabassi al clarinetto e Simone Padovani alle percussioni. Oltre a un cameo di Alessandro Mannarino, Lágrimas Negras, di cui vi parlerà tra poco lo stesso Marco. Mannarino sta portando in giro il suo live che ha battezzato Corde, e con lui in tournée c’è Bardoscia. Praticamente un atto dovuto, visto che i due artisti in comune hanno lo stesso modo di concepire musica e palco. Continua a leggere

Olivia Trummer e Nicola Angelucci: Dialogue’s Delight!

 

Olivia Trummer e Nicola Angelucci – Foto Andrea Boccalini

C’era una volta una volpe vezzosa e canterina che amava la musica. Aveva imparato a suonare il pianoforte da cucciola. Era diventata amica di un coccodrillo che annunciava il suo arrivo battendo zampe e coda, creando nel tranquillo scorrere del grande fiume tanti cerchi concentrici, ritmati ricami d’acqua. Con lui si trovava per suonare e cantare, insieme si capivano attraverso la musica. Ritmo e armonia. Una scimmietta, brava fisarmonicista, li sentì suonare e si inserì in quei divertenti dialoghi. I tre diventarono inseparabili, superarono le loro visibili differenze affidandosi alla musica, linguaggio universale…

Viene spontaneo iniziare con una favola, guardando la cover – e l’allegato libretto – opera dell’illustratrice Cecilia Valli di Dialogue’s Delight, primo lavoro del duo Olivia Trummer e Nicola Angelucci con la partecipazione di Luciano Biondini. L’antropoformizzazione di Olivia, creativa pianista e cantante di Stoccarda, di Nicola, uno dei più apprezzati batteristi jazz della scena internazionale e di Luciano, prezioso fisarmonicista è un piccolo tocco di genio della Valli. Cosa c’era di più narrativamente forte e immediato che immaginare il dialogo di tre “animali umanizzati” così diversi? La musica fa queste magie, unisce gli opposti, garantisce e rispetta le differenze, le esalta come massima forma d’arte. Continua a leggere

Quattro, Nanni Gaias e la pietra filosofale della musica

Nanni Gaias – Foto di Camilla Pianezzi

Di Nanni Gaias vi avevo parlato poco più di due anni fa, all’uscita del suo Ep T.O.T.B. – Think Outside The Box, via Tǔk Air, uno dei bracci della casa madre fondata da Paolo Fresu, dedicata si suoni dell’elettronica, del funk e del soul. Nanni, classe 1996, di Berchidda (Sassari), il 21 aprile scorso ha pubblicato Quattro, un concept album che vi consiglio di ascoltare attentamente.

Un lavoro composito, ricco, pieno di spunti che unisce gli opposti e che riesce, come un alchimista, a trovare la strada per arrivare alla mitica pietra filosofale. Già, perché l’album non si chiama Quattro per caso. Quattro sono i passaggi degli alchimisti per arrivare a trasformare il vile metallo in oro, quattro sono le stagioni, quattro gli elementi della creazione. «Il disco è un mio viaggio interiore. Quattro sono i miei pilastri musicali, dub, afrobeat, funk e soul, un mix di stili e generi che insieme creano la mia pietra filosofale», mi racconta Nanni. Continua a leggere