Tre dischi per tre voci al femminile nel primo weekend d’autunno

Per il primo weekend d’autunno ho pensato di proporvi tre lavori usciti questo mese. Li unisce una caratteristica, le voci femminili. Voci che rappresentano la bellezza della musica da qualsiasi parte del mondo essa provenga, in questo caso dagli Stati Uniti dalla lontana Islanda e dal Tibet. Sono anche – lo vedremo tra poco – lavori dove il viaggio diventa la forma predominante per raccontare tante storie di vita e di umanità.

1 – Where We Are – Joshua Redman (feat. Gabrielle Cavassa) – uscita 15 settembre 2023
Joshua Redman è un jazzista di lungo corso, un sassofonista di abile maestria e Where We Are (uscito Via Blue Note Records) è un disco che merita attenzione per più ragioni. Un concept album dove, in un’ora di musica, per la prima volta nei lavori di Redman compare la voce, quella di Gabrielle Cavassa, filo conduttore di una narrazione dell’America per punti cardinali attraverso classici ampiamente rivisitati e un brano originale, il primo titolo del disco, After Minneapolis, con un sax solo che riprende la melodia di This Land is Your Land di Woody Guthrie per poi dipanarsi in un dialogo corale tra la voce i vari strumenti. Il connubio Redman-Cavassa è magico: Gabrielle, 29 anni, origini italiane, californiana con vita a New Orleans e una passione per Ornella Vanoni, riesce a dare corpo e anima al disco, dialoga con il sax di Joshua e lavora a stretto contatto di note con gli altri compagni d’avventura, il pianista Aaron Parks, il bassista Joe Sanders e il batterista Brian Blade. Ci sono anche altri ospiti d’eccezione: Kurt Rosenwinkel alla chitarra (ascoltate Streets of Philadelphia di Bruce Springsteen, qui la voce della Cavassa entra fluida dopo l’intro eterea di Rosenwinkel seguendo la ritmica metronomica di Blade);  Nicholas Payton alla tromba, Peter Bernstein alla chitarra, Joel Ross al vibrafono. C’è posto per il blues di Chicago con chiari riferimenti a Count Basie (Chicago Blues) o, procedendo verso sudest, all’Alabama con uno standard strasuonato, Stars Fell on Alabama, brano degli anni Trenta firmato da Frank Perkins e dal paroliere e scrittore Mitchell Parish, eseguito solo con voce e sax, che richiama la versione del 1956 di Louis Armstrong ed Ella Fitzgerald. Si chiude con Where are You?, struggente ballad composta da Jimmy McHugh e Harold Adamson nel 1937. L’invito di Redman alla Cavassa a iniziare una nuova creativa collaborazione? Speriamo!

2 – Bewitched – Laufey – uscita: 8 settembre 2023
Laufey Lín Jónsdóttir ha 24 anni (classe 1999), è islandese di madre cinese, la violinista Lin Wei, che le ha insegnato a suonare pianoforte e violoncello. Ha pubblicato Bewitched, il suo quarto lavoro, 15 giorni fa (è il secondo album in studio), ad appena sei mesi da A Night at the Simphony disco live registrato con la Island Simphony Orchestra. Voce calda, una di quelle che possono fare tutto, dalla classica al jazz al pop. La giovane artista si dichiara Bewitched, “stregata” dalla vita e dalla musica: ha scelto il jazz come forma maggiormente espressiva, ma i 14 brani per 48 minuti d’ascolto, dimostrano come l’influenza pop, soprattutto nei temi trattati e nei tempi di esecuzione sia molto forte. Ha scelto uno stile rétro rispetto alle sue coetanee, più complesso, ma decisamente accattivante. La ragazza conquista per la grande capacità di unire i pensieri di giovane donna, gli amori, le assenze, le aspettative e le speranze con una composizione mai banale o semplice. Laureata nel 2021 al Berklee College of Music di Boston, ha un lungo tour mondiale pianificato, per molte date è già sold out (sarà a Milano il 29 febbraio 2024 ai Magazzini Generali). I suoi riferimenti sono le grandi artiste jazz del Novecento, vedere Billie Holliday ed Ella Fitzgerald, ma anche la regina del pop internazionale Taylor Swift: lo si nota in più brani ed esplode in Lovesick. Decisamente Social, spadroneggia fra Tik Tok e Instagram, e fortemente  jazz, legata a Chet Baker, cui dice di ispirarsi nelle sue composizioni. Nuove generazioni crescono e, per fortuna, con testa, cultura e creatività.

3  One Drop Of Kindness – Yunchen Lhamo – uscita: 8 settembre 2023
Ultima proposta. Questa volta arriva da un’artista tibetana con sede nello stato di New York. Voltiamo completamente pagina rispetto alle voci precedenti. Siamo fuori dai generi, non c’è jazz, né pop, né worldmusic, dove verrebbe naturale catalogarla. Quelle di Yungchen Lhamo, 57 anni, più che canzoni sono offerte, la convinzione molto spirituale che la musica possa guarire gli esseri viventi. L’8 settembre via RealWorld è uscito un disco dal titolo One Drop of Kindness, una goccia di gentilezza, un piccolo atto composto in sette offerte per 38 minuti d’ascolto, dove la voce di Lhamo scivola attraverso il nostro udito con i suoi vibrati, la sua prodigiosa estensione vocale, che tocca i bassi più profondi e gli acuti che risultano quasi impercettibili all’orecchio umano. Ascoltate Awakening troughh Sound o Perfect Compassion e lo capirete immediatamente. Coprodotto con John Alevizakis al Little Buddha Studio in California, spiega Jane Cronwell della RealWorld «la registrazione è una nuova interpretazione di una pratica antica, un lavoro le cui sette canzoni – o meglio, le sette offerte – sono aromatizzate dagli strumenti suonati da musicisti di diversa estrazione». Ecco dunque il pianoforte, il flauto, la batteria, la chitarra elettrica, l’australiano didgeridoo, il violino indiano, il cümbüs-oud turco e il duduk armeno. Universalità del messaggio attraverso la musica. La vita di Yungchen è legata, come per gli altri due dischi precedenti, al concetto geografico di viaggio. Ha vissuto in molti Paesi, dal 2000 abita negli States. Nel 2004 ha fondato la One Drop Of Kindness Foundation con lo scopo di aiutare la popolazione tibetana. Oggi lavora con senzatetto e malati di mente a Kingston, la sua città, li accudisce per garantire quella “piccola goccia di gentilezza” di cui ogni essere umano dovrebbe essere dotato. Un disco che fa bene al cuore.

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