Antefatto in Do minore. È un buon inizio per un racconto in musica, storia in cui si intersecano tanti personaggi. Il piccolo Tancredi, l’amico Pierre, discografico illuminato morto troppo presto, gli amanti di Architetture Lontane di Paolo Conte, la funambola Maria Spelterini, Tzia Gavina Puggioni, anziana e saggia donna sarda. Vicende che profumano di mare e anelano alla terra, che reclamano riflessioni profonde su cosa siamo diventati e dove vogliamo dirigerci. Continua a leggere
Archivi autore: Giuseppe Ceccato
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Hamilton de Holanda il pollo volante, tra Choro e jazz
Flying Chicken, pollo volante. Ma l’avete mai visto volare per davvero un pollo? La cover dell’ultimo disco di Hamilton de Holanda, il mitico bandolinista carioca, mostra un pollo antropofoirmizzato con tanto di occhiali da sole con in testa una gallina, comodamente sistemata, sullo sfondo di un cielo azzurro carico con candide nuvole. Cielo tropicale e allegro. In portoghese, Flying Cicken si traduce Frango Voador.
Ok, gli elementi per iniziare a raccontarvi il disco ci sono tutti. Il bandolim, simile al mandolino a cui Hamilton ha fatto aggiungere altre due corde portandole a dieci per dare maggiore profondità allo strumento e possibilità di volare sulla piccolissima tastiera, il Frango, che altri non è che il tecnico del suono di Hamilton, con lui da tanti anni, «un amico che risolve qualsiasi problema» (mi racconta l’artista) e, infine, la sfida. Continua a leggere
Marco Pacassoni, il vibrafono come stile di vita
Marco Pacassoni, classe 1981, è uno dei più bravi e versatili vibrafonisti italiani. Un musicista completo, di quelli baciati dalla dea della musica. Vive a Fano, s’è laureato al conservatorio di Pesaro e quindi negli Stati Uniti alla mitica Berklee School of Jazz, in entrambe con lode. Continua a leggere
Tony Canto, la bossa, la chitarra e il mondo come casa
Un italiano con il Brasile in testa e la bossa tra le dita. Tony Canto, siciliano di Messina, autore Sugar, è un musicista con spirito brasileiro. «Ho scoperto João Gilberto per la prima volta a 14 anni, per radio. Un suono che lambiva il silenzio», mi racconta. L’adolescenza lo ha portato ad altro, al rock, al pop, però quel piccolo seme era stato piantato e stava crescendo. Nel frattempo s’era iscritto a giurisprudenza, laureandosi e diventando avvocato. «A 40 anni ho deciso di vivere per e con la musica. Prima come produttore poi come musicista».
Mille euro per un disco. Dal rap lezione sociale
Mille euro. Tanto costa l’Ep di otto brani dal titolo Exagora messo il mese scorso su ebay dalla casa discografica milanese Attitude Recordz (c’è anche il repack digitale). Non è uno scherzo, anzi. È una cosa serissima. Provocazione? Sicuramente. Poi leggi una dichiarazione dei tre giovani fondatori di Attitude, Matteo, Yassa e Bongi, e inizi a capire: «Mai come in questo periodo storico abbiamo visto crescere il fenomeno di imitazione, scimmiottamento se non emulazione, del personaggio criminale e, anche se è chiaro che le responsabilità si stratificano a livelli distinti, non vogliamo comportarci come quelle label che sostengono e finanziano l’immaginario legato al crimine. I nostri artisti scrivono anche testi di gangsta rap, testimonianze di vita vissuta, ma noi lavoriamo quotidianamente a stretto contatto con adolescenti e adulti ai margini, che provengono da situazioni di disagio, quindi ci preme testimoniare quello che non si racconta a sufficienza, ossia che i criminali possono finire in carcere, un posto dove si soffre, ci si suicida, non è possibile coltivare gli affetti e si subisce ogni giorno il trattamento della violenza e della prevaricazione». Continua a leggere
Eugenia Canale, jazz e Risvegli, omaggio all’armonia
Quel do centrale ripetuto in modo apparentemente irregolare fa pensare alle prime gocce d’acqua che tintinnano annunciando l’imminente scroscio di pioggia. «L’ho composto un anno fa. Quella mattina si mise a piovere dopo mesi di siccità. Il brano mi è uscito di getto con una suggestione, la terra si stava risvegliando», mi racconta Eugenia Canale, che vedremo a Piano City Milano il prossimo 20 maggio (ore 12, alla Biblioteca Affori, via Affori 9).
Risvegli è il titolo del brano d’apertura e anche quello del suo nuovo lavoro pubblicato un mese fa. Nove tracce per un disco solido e sofisticato dove non c’è soltanto tecnica ma anche tanta passione e cultura. Il dialogo tra il pianoforte di Eugenia e l’armonica a bocca suonata da Max De Aloe richiama le atmosfere “latine”, accarezzate, alla Toots Thielemans. Alla parte ritmica ci pensano egregiamente Riccardo Fioravanti al contrabbasso (che in Cape riproduce il suono di un berimbau) e il fantasioso Marco Castiglioni alla batteria. Continua a leggere
Franco Mussida è tornato! Un live di emozioni
La chitarra baritono amplificata con il sistema ascusmonico e ottofonico (per dovere di sintesi, sistemi che rendono lo stesso spazio in cui si sta seduti ad ascoltare un enorme strumento musicale grazie a una serie di altoparlanti disposti in una sequenza ben definita) è potente, evocativa, fa vibrare le corde delle tue emozioni. Basta una singola nota, profonda, che rimbalza, si moltiplica, ad accarezzare la tua anima.
Dopo otto anni di assenza dai palchi Franco Mussida è tornato. Venerdì scorso all’Auditorium San Fedele di Milano, teatro pieno di gente e di attese, il mitico ex chitarrista della PFM, ha presentato un concerto dove il protagonista non era lui assieme ai suoi musicisti, ma la musica. Continua a leggere
Danilo Di Paolonicola senza frontiere: ecco No Gender#2
Danilo Di Paolonicola è una vecchia conoscenza di Musicabile. L’avevo intervistato e pubblicato poco più in un anno fa in occasione dell’uscita di un disco di World Music degno di questo nome, Abruzzo. In quell’occasione era nel ruolo di creatore dell’Orchestra del Salterello, con la quale ha firmato l’arrangiamento di otto brani tradizionali, scelti seguendo la linea storica del tratturo Magno, il millenario sentiero della transumanza che collega L’Aquila a Foggia.
Il 20 marzo scorso l’artista ha pubblicato un nuovo disco, questa volta seguendo un suo vecchio progetto battezzato No Gender, iniziato con un lavoro pubblicato nel 2017. Un disco molto tecnico, «per appassionati di fisarmonica», mi ha raccontato Danilo che ho chiamato alcuni giorni fa. Un lavoro che mostrava tutta la bravura dell’artista e la sue incredibile padronanza di uno strumento così affascinante. No Gender#2 segue le stesse orme, ma in maniera meno “ostica”, se mi si concede il termine, aperta agli amanti della fusion culturale. Continua a leggere
London Brew, omaggio alla fusion di Miles Davis
Vi ricordate Bitches Brew, l’album di Miles Davis uscito il 30 marzo del 1970 che sancì ufficialmente l’incontro più creativo, entusiasta e sperimentale del jazz con il rock? In quel doppio LP incredibile Davis riunì Wayne Shorter, Bennie Maupin, John McLaughlin, Chick Corea, Joe Zawinul, Dave Holland, Harvey Brooks, Jack DeJonhette, Lenny White, Don Alias, Juma Santos, Airto Moreira, Larry Young per una session di tre giorni di musica libera da schemi prestabiliti. Continua a leggere
Filippo D’Erasmo: L’Indie passa per il Dedalo
Nella mia ricerca di giovani cantautori mi sono imbattuto in Filippo D’Erasmo. Trentatré anni, polistrumentista, piemontese di Acqui Terme con vita a Torino, di professione tecnico radiologo. Filippo D’Erasmo è il suo nome d’arte «Filippo è il mio cognome, Riccardo il mio nome, D’Erasmo, invece l’ho preso da uno dei miei idoli, Rodrigo D’Erasmo, violinista degli Afterhours e compositore straordinario», mi racconta. Riccardo è presente da anni nella scena Indie italiana. La sua musica ha una matrice cantautorale: «Sono un songwriter, definirmi un cantautore ci andrei cauto se penso a Guccini, De Gregori, Battiato e a tutti i grandi nomi del nostro cantautorato storico italiano». Continua a leggere