I 5 Elementi: Alessandro Quarta e quella masterizzazione che fa respirare il violino

Alessandro Quarta – Foto Marco Perulli

Premessa. Cosa succede quando due perfezionisti si incontrano? Le strade sono due, tertium non datur, o vanno in Paradiso o finiscono all’Inferno. In questo caso buona la prima. I protagonisti sono Alessandro Quarta, violinista salentino, compositore, musicista eclettico, curioso ed emozionante, e Giulio Cesare Ricci, toscano, teorico della registrazione ambientale, uomo che con la sua Fonè Dischi ha reso viva e pulsante la musica di tantissimi artisti, da Fresu a Bollani da Marcotulli a Mirabassi, usando registratori e microfoni come i mitici Neumann U47, U48, M49, modelli originali fine anni Quaranta e primi Cinquanta, gli stessi usati negli Abbey Road Studios londinesi. Con gli U47 i Beatles hanno inciso gran parte dei dischi dagli esordi fino a Sgt. Pepper’s Lonely Hearts Club Band. 

Insomma, menti preziose! Ritorno all’incontro: I 5 elementi, opera di Alessandro Quarta era un lavoro già pubblicato e distribuito da Virgin. Grazie a Red Ronnie, grande fan dell’artista salentino, Alessandro ha conosciuto Giulio Cesare Ricci. Ha così rescisso il contratto con l’etichetta originaria e affidato la masterizzazione del disco alla Fonè. «Ricci mi ha chiamato e mi ha detto: “Lo sai che hai scritto una cosa straordinaria?”. Ci siamo trovati e abbiamo parlato a lungo: l’arte non deve essere fatta per distribuire alla gente ciò che la massa vuole ma per dare ciò che serve». Ascoltato il “nuovo” disco, ricorda Quarta, «Sono stato 20 minuti come un idiota a guardare il soffitto, non avevo mai sentito un suono così bello, il mio suono, quello vero, quello che ascolto con il violino quando ce l’ho sotto l’orecchio. Ho ascoltato – come diceva Mozart – la musica tra le note, l’aria tra gli strumenti era qualcosa di incredibile». Continua a leggere



Agenda Brasil 2025 celebra Léa Freire: ritratto di una musicista che sfida gli stereotipi

Léa Freire – Foto di Caroline Bittencourt

Stasera al cinema Anteo di Milano inizia la dodicesima edizione di Agenda Brasil, Festival Internazionale di Cinema Brasiliano. Vi starete chiedendo perché mai sto scrivendo di cinema in un luogo di musica. Perché il tema di quest’anno è Brasile: presente!, Il Paese latino americano è tornato dopo anni incerti non solo con il buon cinema ma anche con la miglior musica, con due docufilm dedicati a due grandi della musica brasileira, Léa Freire e Luiz Melodia, e un delizioso spaccato sulla nascita di Radio Fluminense, A Maldita (La maledetta) a Rio de Janeiro, emittente che nei primi anni Ottanta ha contribuito non poco a fare emergere il fenomeno del Rock brasiliano. 

La ragione per cui vi sto scrivendo tutto questo ha un nome e un cognome, Léa Freire, paulistana, musicista, compositrice, direttrice d’orchestra, fondatrice dell’etichetta discografica Maritaca. Léa è un’anima libera, combatte con determinazione da sempre gli stereotipi, la sua musica affonda nelle radici del suo Paese e nella sua inesauribile creatività. «Suono perché senza la musica mi ammalerei», mi dice. «Non sto scherzando, ho persino la prescrizione medica incorniciata al muro, che mi dice che devo suonare per restare in salute, dunque la musica è la mia medicina!». Continua a leggere



Mila Trani al Blue Note con “Menta Selvatica”: un concerto che narra il mondo

Mila Trani – Foto Roberta Lo Schiavo

In Mila Trani il concetto di World Music si espande, come un fiume, in mille derivazioni. Tante quante sono le sue passioni e i suoi ascolti. C’è la musica brasiliana, cardine su cui si fonda il suo andare nella musica, ci sono i ritmi afro (cubani e brasiliani), c’è il canto nordafricano, il flamenco, la musica popolare, quella dei Balcani e turca. Tutto concentrato con sapienza e armonia in nove brani per 42 minuti di ascolto e un titolo, che poi è anche quello di un brano, Menta Selvatica, piuttosto strano e accattivante. Nemmeno la voce possiamo definirla una costante, vista la versatilità con cui questa giovane artista usa il suo vero strumento. Anni di studio, di perfezionamento, di lavoro e curiosità le hanno donato una voce che riesce sempre a stupire e non assopire. Con la voce tesse ricami e racconti che si fanno ricordare. Continua a leggere



Gilberto Mazzotti: “Made in Ra”, il jazz che trasforma la fragilità in forza

Foto Domenico Bressan

Made in Ra – First Period sta semplicemente per “Scritto a Ravenna”. È un disco firmato GB Project, ovvero Gilberto Mazzotti, band leader e autore dei brani, al pianoforte, Alessandro Scala al sax soprano, Adriano Rugiadi al basso fretless, Stefano Calvano alla batteria e Maria Francesca Melloni alla voce e autrice del testo di Nuova vita, ultima delle otto tracce, per la durata di 50 minuti che compongono un disco colorato, brillante, estroso nel suo incedere. Un lavoro che ha casa nel jazz e che spazia con una elegante sinuosità nella musica latina, nei ritmi caraibici, nell’improvvisazione. Piano molto percussivo a… Continua a leggere


Olivia Trummer: in “Like Water” la libertà di un’artista senza confini

Oggi vi voglio parlare di un’artista cara a Musicabile, Olivia Trummer, che alcuni mesi fa ha pubblicato un sofisticato quando emozionante lavoro per pianoforte e voce chiamato Like Water. Quando la musica ti riempie lo spazio, ti penetra nell’anima e tu ti lasci coinvolgere e trasportare in un mondo fatto esclusivamente di note, silenzi e una voce morbida a tal punto da far sembrare il tedesco parente del portoghese brasiliano, vuol dire che stai ascoltando qualcosa di magico e intenso.

Olivia Trummer, nata e diplomata in pianoforte a Stoccarda, è figlia di musicisti. Ha una laurea in pianoforte classico e una in piano jazz. A 22 anni ha vinto un borsa di studio ed è volata a New York, alla Manhattan School of Music dove ha scoperto l’altro suo grande talento, la voce. Like Water è il suo primo disco “solo”, dove si confronta, dopo una decina di album pubblicati, con se stessa, il suo talento e la sua voce. L’ha vissuto come il più difficile dei suoi esami, per la prima volta da sola di fronte al giudizio del pubblico. Come l’acqua la sua musica si infila ovunque, riempie i vuoti tra i generi, dalla classica al jazz, dal canto pop raffinato al canto impostato lasciando l’ascoltatore stupito di quanti punti di contatto abbiano tutti i generi.  Continua a leggere



Mrs Carril: due musicisti, un’anima femminile e un nuovo album da scoprire

Marco Gilardone, a sinistra e Andrea Saidu a destra, i MRS Carril

Mrs Carril è un’attempata signora a modo, di quelle vecchio stampo. Però è attentissima alle novità discografica, ama a tal punto la musica da aver “adottato due musicisti che, in qualche modo la rappresentano. Lei se ne sta a giocare a bridge con le amiche, spesso in crociera verso l’amato Sudamerica, mentre loro lavorano. Così va la vita!

Scherzi a parte, Mrs Carril è il progetto di due musicisti che non hanno altra ambizione che scrivere canzoni. Non banali, ricercate, curate nei minimi particolari. Sono piemontesi, Andrea Saidu, voce da tenore, 45 anni, fa il fonico e il musicista di professione, Marco Gilardone, 61 anni, è un medico foniatra,  un patito dell’Opera e compone canzoni. Continua a leggere



L’arte e il ricordo di Paolo Benvegnù con Luca Baldini, Neri Marcorè, Enrico Fink e l’Orchestra Multietnica

Paolo Benvegnù e Luca Baldini – Foto Antonio Viscido

Per chi ha amato Paolo Benvegnù, la sua poetica, la sua musica ci sono tre appuntamenti da non mancare, tra Toscana e Marche, al Festival delle Musiche, a Fiano della Chiana (AR) in piazza Matteotti, domenica 3 agosto, al Teatro Romano di Fiesole il 4 e a Pesaro, martedì 5 agosto (Anfiteatro Parco Miralfiore). 

Chi ha organizzato il tutto è il Roccia, Luca Baldini insieme con i Bevegnù, la band che ha accompagnato per anni Paolo, con Enrico Fink e la sua Orchestra Multietnica di Arezzo, e con un ospite speciale: Neri Marcorè che canterà assieme ai quattro cantanti dell’Orchestra e a Luca.

Tutti musicisti che hanno scambiato con Paolo note e amicizia, legati da quella sensibilità umana e artistica coinvolgente che l’artista milanese trasmetteva naturalmente. Una dote? Una professione di vita? Forse entrambe le cose. «Neri non l’ha mai incontrato di persona, si sono conosciuti, scritti, parlati a lungo per telefono, dovevano trovarsi ma poi è successo l’inevitabile», mi racconta Luca. Continua a leggere



I Luf, 25 anni a passo di Folk: così ballano e cantano i lupi della Val Camonica

Conoscete i Luf? Sono un collettivo Combat Folk che da 25 anni fa ballare e riflettere. Il Folk è un’altra delle mie passioni musicali, ne parlo spesso su Musicabile. Anche perché il genere si presta ad armonizzarsi e contaminarsi con molti altri generi musicali. Il Blues e il Rock negli anni hanno attinto a piene mani, così come il Pop. 

In dialetto camuno i Luf sono i lupi, i re delle foreste e delle montagne, un animale straordinario resistente, intelligente, estremamente furbo. Alla stregua dei lupi che sfidano gli inverni e gli stenti, la band in un quarto di secolo si è fatta conoscere attraverso i tanti dischi che ha pubblicato con la propria etichetta indipendente, Per spartito preso, e soprattutto gli oltre 1500 concerti tenuti in Italia e in Europa, dove hanno portato la forza espressiva del ballo unito alla qualità della scrittura dei testi, mai banali, dedicati all’attualità, alle difficoltà e ai problemi della vita. Continua a leggere



Julien Temple: a Milano, il regista che ha raccontato il Punk

Julien Temple per chi ha vissuto il periodo del Punk è una sorta di guru, un sommo testimone e abile narratore. All’epoca, aveva 23 anni e studiava a Cambridge, con una telecamera in prestito ha iniziato a filmare i Sex Pistols quando non avevano ancora iniziato a esibirsi. La sua idea era quella di “leggere” il mondo attraverso le rivolte giovanili, le proteste, i movimenti di una Londra in effervescenza. È vero, in quegli anni, vuoi perché non c’era Internet, vuoi perché si era abituati a pensare in forma collettiva, il senso della rivolta, della provocazione, era forte e saliva subito agli onori delle cronache. 

Oggi che di anni Julien ne ha 71 rimane il testimone di un passaggio storico della musica del Novecento. Musica e non solo: la chiamata a raccolta del disagio giovanile, la disoccupazione, la rabbia, la necessità di andare contro tutto ciò che era obsoleto sono state l’humus del lavoro di Temple. Il regista è a Milano al MIC – Museo Interattivo del Cinema oggi e domani, invitato dalla Cineteca Milano che gli dedica la rassegna Julien Tempe: Un regista punk. Come si legga dal comunicato stampa: “Il 17 alle 16 terrà una masterclass sul tema del rapporto tra cinema e musica (ingresso gratuito con prenotazione) e alle 18 un incontro pubblico a ingresso libero fino a esaurimento posti, in cui il regista presenterà e commenterà quattro clip tratte dai suoi film. Per quanto riguarda i titoli in rassegna, saranno proiettati The Great Rock ‘n’ roll Swindle (17 giugno ore 20) sui Sex Pistols, Absolute Beginners (18 giugno, ore 18) sulla scena inglese di fine anni ’50 e Joe Strummer: The Future is Unwritter (18 giugno, ore 20.30) sul leader dei Clash”. Continua a leggere



Jazz Experiences: la nuova vita in note di Andrea Sabatino

Andrea Sabatino – Foto Dario Discanno

«Ti do un’anteprima: nel gennaio del 2026 pubblicherò un disco in quartetto a cui tengo particolamente, si intitolerà Fatata». Raggiungo telefonicamente Andrea Sabatino una sera per parlare di Jazz Experiences, disco uscito alcuni mesi fa insieme al chitarrista Fabio Zeppetella. Sta tornando a casa da una lunga giornata di lezione – insegna, di ruolo, Musica d’Insieme Jazz al conservatorio Pyotr Ilyich Tchaikovsky di Nocera Terinese, splendido borgo in provincia di Catanzaro posto su una collina a 12 chilometri dal mare, «da una parte vedi la montagna, dall’altra il Tirreno, con Stromboli e Vulcano», spiega. «Qua sto bene, è un bellissimo ambiente. Nato come una piccola scuola di musica, si è trasformato in liceo musicale, poi statizzato come Istituto superiore e quindi legalizzato come Conservatorio statale di musica cinque anni fa». Continua a leggere