Lewis Saccocci e l’organo Hammond: con “Inceptum” il jazz italiano ha un nuovo protagonista

L’Hammond è una delle mie fisse musicali. Sono quegli strumenti mitologici che ti restano nel cuore. La bellezza di certi brani dei Deep Purple, prendete la psichedelica Lazy che sto ascoltando in questo momento, o Your time is gonna come dal primo disco dei Led Zeppelin, la cui intro sembra “liturgica”, l’Hammond lo suonava il bassista John Paul Johns, o, ancora, Knife Edge degli ELP all’Hammond L100 c’era il grandissimo Keith Emerson. Brani e dischi che ascolto ancora per ricordarmi quanto potente e creativo fosse il Rock di quegli anni. L’Hammond è protagonista anche nel mondo del jazz, la versione B-3 era la preferita da Jimmy Smith, il capostipite degli hammondisti, Dr. Lonnie Smith, Joey DeFrancesco, Tony Monaco…

Questa lunga presentazione per parlarvi di un bravissimo hammondista italiano di 36 anni, Lewis Saccocci. Il 21 febbraio scorso ha pubblicato Inceptum (è latino, quindi niente inglesismi!). Il sostantivo deriva dal verbo incipere, significa inizio, ma anche intraprendere un’impresa, per esempio. E questo primo album da solista di Lewis è davvero una bella impresa. Otto brani per 58 minuti di ascolto, dove l’organo, in questo caso un Viscount Legend, d’origine italiana, strumento usato da grandi hammondisti nel mondo, è il protagonista di un trio composto da Lewis, Enrico Bracco alla chitarra e Valerio Vantaggio alla batteria. Continua a leggere



Su Kaballà, la Petra Lavica e l’Intelligenza troppo artificiale

Quando l’8 novembre dello scorso anno ho rivisto sugli scaffali Petra Lavica, mitico album del 1991 rimasterizzato, firmato da Kaballà, mi sono chiesto il motivo di questa uscita “a freddo”. Sì, certo, il film di Luca Barbareschi, Paradiso in vendita, presentato il 17 ottobre scorso a Roma, contiene quattro brani di quell’album, ma non giustificava certo una ristampa. Quindi, nessuna ricorrenza, nessun nuovo disco in arrivo, nulla.  Continua a leggere



Romina Falconi, regina delle ombre

Romina Falconi. Le foto sono di Ilario Botti

Romina Falconi, classe 1985, romana, bionda platino. È un’artista che, sui dischi, naviga tra le onde rassicuranti del pop e, dal vivo, in quelle del rock bello elettrico, usando le stesse canzoni. È la donna degli ossimori: musica sbarluccicante/testi da rapper incazzato, ironica e tagliente/dolce e sorridente. «Nel mondo del pop quando ho cominciato a bussare alle porte delle case discografiche e delle radio mi vedevano come un mix tra una macchietta e la saponificatrice di Correggio», racconta con una risata. Entra nel magico mondo positivo del pop come un rinoceronte determinato a incornare la jeep dei turisti che lo stanno fotografando.

Il motivo che ha destato il mio interesse è il modo di presentare la sua musica attraverso un progetto, Rottocalco, e un tour, Rottincuore Recital, che definisce i perimetri del suo lavoro artistico. Ve lo spiego in maniera sommaria, il resto lo leggete nell’intervista: l’uscita programmata di un singolo che, come sta facendo Mirco Mariani con il Parcheggiatore di Sommergibili di cui vi ho raccontato qui, andrà a comporre un album, e in più un libro vero e proprio che spiega i tre minuti della canzone e li fa rivivere con interventi suoi e di esperti tra psicologi, scrittori, antropologi, sociologi, disegnatori. Finora ne ha scritti tre, La Suora, Lupo Mannaro, Maria Gasolina, il quarto tratto da La solitudine di una regina, brano uscito il 17 maggio scorso, una ballad che racconta la storia di una regina prigioniera dell’assenza, è in fase di preparazione. Continua a leggere



Pier Bernardi, il basso e la gran voce di Prudence

Come scritto più volte in questo blog sono restìo a presentare dei “singoli”. Credo che un artista,  soprattutto se sconosciuto, non lo giudichi da una canzone. Nel caso di Say Yeah, disco uscito  il 9 febbraio scorso, l’artista in questione è un bassista navigato, ben noto nel mondo del rock italico e in quello del circuito di World Music: Pier Bernardi, emiliano Sant’Ilario D`Enza (RE). 

Con  questo brano Pier termina una trilogia iniziata con Black and White e proseguita con Eyes, realizzata in collaborazione con Prudence Obounon, giovane ivoriana, dotata di una voce straordinaria, artista di cui sentiremo molto parlare.  Continua a leggere



I sogni jazz e prog di Miriam Fornari nello scrigno di “Mora”

Miriam Fornari con i suoi musicisti, Evita Polidoro, Joe Rehmer e il fratello Ruggero Fornari – Foto Agnese Zingaretti

La musica come viaggio onirico. Ottenuta attraverso strumenti, noise, elettronica e soprattutto silenzi. Una costruzione complessa che per questo richiama subito all’ascolto il prog degli anni Settanta, i Genesis, i King Crimson, gli ELP, quelle lunghe suite che imboccavano una via per poi cambiare bruscamente direzione e ritornare al tema principale dopo lunghi viaggi di note. 

Mondi fantastici creati da una pianista e cantante ventisettenne, Miriam Fornari, studi alla Siena Jazz University – la sua tesi di laurea La ricerca del Silenzio è stata pubblicata tre anni fa da Morlacchi editore – e alle battute finali del biennio di perfezionamento all’Accademia di Santa Cecilia di Roma. Miriam è la sorella di Ruggero Fornari, altro artista che vi consiglio di tenere d’occhio: il 3 novembre è uscito il suo nuovo disco- progetto, Phormix, in trio con Alessandro Cianferoni al basso elettrico e Lorenzo Brilli alla batteria. Ve ne parlerò prossimamente. Continua a leggere



Bright Magus, esce Jungle Corner. Con la benedizione di Miles

I Bright Magus: seduti da sinistra, Giovanni Calella, Leziero Rescigno, Alberto Turra. In piedi sempre da sinistra, Mauro Tre e Giovanni Sansone

Venerdì prossimo, 27 ottobre, uscirà sugli scaffali fisici e digitali un disco che vi consiglio d’ascoltare con una certa libertà d’udito e di pensiero. Loro sono i Bright Magus, formazione tutta italiana che arriva con un lavoro di sei brani intitolato Jungle Corner. Il genere? Una fusion anni Settanta, ma non una fusion qualsiasi, bensì quella ispirata dal padre del genere, Miles Davis, nel suo periodo elettrico che va dal 1969 al 1975, quando l’artista era sotto contratto con la Columbia.  Continua a leggere



L’Invincibile Estate di Milo Scaglioni

Invincible Summer è il titolo e il brano di apertura di un disco autoprodotto uscito nel maggio scorso. Chi lo ha pensato, scritto, cantato e suonato è un artista di Codogno, Milo Scaglioni. Un passato da musicista a Manchester e, nel 2009, il ritorno in Italia: «Me ne andai a 19 anni per allontanare i miei mostri in una provincia che mi stava soffocando. In Gran Bretagna sono rimasto per dieci anni, ma poi sono tornato perché perché avevo capito che i mostri erano partiti assieme a me», mi racconta davanti a una birra. Continua a leggere



HMLTD: il verme che si mangiò l’Inghilterra

Il verme, un enorme grosso verme, s’è fagocitato l’Inghilterra nutrendosi e dispensando odio, rancore, errori. 

Today, I proclaim that a worm has swallowed England

And despite what you have been told

It is not of a face, nor spine, nor legs

It does not want your jobs, your women, or your cattle sheds

The Worm lives deep within yourselves

And you live deep within the Worm

Hatred is the Worm

Envy is the Worm

Ego is the Worm

We’ll break God’s rib

To make a scythe

To carve our way out of his cage into the light

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Premio Cesa: a San Daniele c’è Massimo Priviero

Il 3 luglio a San Daniele del Friuli sarà proclamato il vincitore della XIX edizione del Premio Alberto Cesa (musicista, cantore e suonatore di ghironda, anima con Donata Pinti dei Cantovivo, gruppo folk torinese nato negli anni Settanta). Un riconoscimento meritorio per quei progetti italiani che danno voce “a una o più radici culturali di qualsiasi parte del mondo”. 

A contenderselo quest’anno, scelti tra duecento partecipanti, i Femina Ridens dalla Toscana, i Luarte Project dalla Liguria, i Dimotika da Emilia e Trentino, i Grama Tera dal Piemonte, gli Yerba Buena Trio dal Friuli Venezia Giulia e gli Yaràkä dalla Puglia. In questa serata in chiusura dell’edizione Folkest – International Folk Music Festival 2023, domani sera sul palco ci sarà, oltre ai gruppi appena citati, anche un ospite d’onore di gran rispetto, Massimo Priviero.  Continua a leggere



Tre dischi per la settimana firmati Waters, Iggy e Price

Gennaio si apre con buone prospettive per la musica. Quest’anno, per esempio, vedranno la luce i nuovi lavori di Peter Gabriel e dei Metallica. Sono in tanti ad aspettare un disco da Gabriel, previsto entro la prima metà dell’anno: è dal 23 settembre 2002 con Up che l’ex frontman dei Genesis non pubblica più un lavoro di inediti. La band metal, invece, il 14 aprile rilascerà 72 Seasons. Dell’album si può ascoltare un solo brano Lux Æterna, un ritorno al metallo grezzo di gran valore delle origini.

Per questa settimana vi propongo tre uscite. Si tratta di tre artisti visionari. Due vecchie guardie, monumenti viventi del rock, e un’artista che si sta affermando come la nuova regina del country formato punk rock quando a tenacia e ribellione. I loro nomi? Roger Waters, Iggy Pop e Margo Price.  Continua a leggere