“Felona e Sorona”, il capolavoro prog raccontato da Aldo Tagliapietra

Sto riascoltando un disco bellissimo uscito nel 1973. Il prossimo anno compirà cinquanta primavere, un lavoro atemporale, profondamente progressive nella musica e nei testi. Si tratta di Felona e Sorona de Le Orme, una delle pietre miliari del rock prog non solo italiano. In quegli anni nacquero centinaia di gruppi che si dedicavano a questo nuovo genere musicale, impegnato nella musica e nei testi, di rottura, che richiedeva – come volevano i tempi – una certa complessità, considerata una delle virtù per poter cambiare la società di allora. Anni proficui dove la creatività viaggiava a mille e le avventure sonore erano praterie sterminate.

Settimana scorsa ho proposto su Musicabile due uscite importanti, il nuovo lavoro del Banco del Mutuo Soccorso, Orlando: Le Forme dell’Amore e quello di Franco Mussida, ex chitarrista e cofondatore della PFM, Il Pianeta della Musica e il viaggio di Iòtu. Due album prog, distanti tra loro, il primo opulento, ricco, un vero proprio poema d’armi e d’amore (si rifà all’Orlando Furioso dell’Ariosto), il secondo minimalista, una sofisticata sottrazione in cerca della purezza del suono. Oggi vi voglio parlare – e lo farò tramite uno degli autori, Aldo Tagliapietra – del terzo Moloch-prog italiano, Le Orme. Allora, Banco, PFM e Orme erano le tre band prog italiane più famose del mondo, la musica italiana stava vivendo uno dei suoi momenti più alti, concerti negli States, in quel’Inghilterra patria del genere, ovunque tournée trionfali.  Continua a leggere



Il ritorno di Franco Mussida dal Pianeta della Musica

Franco Mussida – Foto Federica Mirabelli

Oggi esce un disco prezioso, di quelli che speri sempre arrivino prima o poi. È Il Pianeta della Musica e il viaggio di Iòtu di Franco Mussida. L’artista, che ho intervistato alcuni mesi fa, lo associ automaticamente alla PFM, di cui è stato uno dei fondatori, mitica band prog ancora in attività di cui lui, però, non fa più parte da tempo. Si è chiamato fuori, non per screzi o rancori, ma perché è andato oltre. Il concetto di band non lo attrae più, come mi raccontava l’altro giorno, alla presentazione del disco. La sua ricerca della musica va verso altre direzioni. Mussida in questo album si è spogliato di tanti orpelli, ha lavorato per sottrazione, togliendo tutto quello spericolato barocchismo (che io continuo a pensare straordinario) del prog, per dargli una nuova veste.  Continua a leggere



Franco Mussida e la musica, vita e amore vibrante

Cos’è la musica? È una domanda che mi pongo spesso. Credo sia uno dei quesiti più difficili a cui dare una risposta. Un po’ come interrogarsi sul perché sia nato il mondo o quale sia il mio ruolo nel tutto, ammesso che ogni cosa si tenga, seppure apparentemente in modo più anarchico che ortodosso. Sul ruolo della musica nella mia vita potrei scrivere per ore, perché la musica è sangue che fluisce, cuore che accelera, anima che danza… emozione.

Nella mia personale ricerca su cosa sia la musica, mi sono imbattuto in Franco Mussida. Il mitico ex-chitarrista della PFM e presidente-fondatore del CPM Music Institute (il ministero dell’Istruzione l’ha riconosciuto come Istituto di Alta Formazione) ha più di una risposta alla mia domanda. Ha passato una vita a cercare ragioni fisiche, semantiche, psicologiche, “religiose” nel senso più laico del termine del suono e della musica. Che fa parte di noi come la parola, uno spazio fisico e mentale illimitato, un universo di sensazioni che si decodificano in emozioni. Continua a leggere



Alessandro Gottardo: musica e disegno? L’arte primordiale

Alessandro Gottardo (Shout) – Foto di Nicola Boccaccini

Musica e fumetto. Musica e graffiti, Musica e illustrazioni. Sembra un’attrazione fatale, arte su arte, a comporre il puzzle perfetto. Complementari – se si pensa bene, come fa notare Alessandro Gottardo, aka Shout, classe 1977, friulano di nascita e milanese d’adozione, famoso quanto talentuoso e creativo illustratore che collabora con testate prestigiose, da Time a The New Yorker – musica e disegno insieme da sempre, in quanto “arte primordiale”. Ho fatto una lunga chiacchierata con Alessandro proprio su questo tema, apparentemente semplice, in realtà molto sfaccettato. Perché, se la “banana” di Andy Wharol per la cover dei The Velvet Underground… Continua a leggere