NewStrikers: il jazz cantato secondo Antonio Apuzzo

I NewStrikes sono Antonio Apuzzo (al centro), Marta Colombo, Sandro Lalla, Valerio Apuzzo, Luca Bloise e Michele Villetti

Sto ascoltando l’ultimo lavoro dei NewStrikers, The Songs Album, uscito un mesetto fa anche in vinile. NewStrikers si legge Antonio Apuzzo. Vivace clarinettista e sassofonista, appassionato di poesia, un figlio, Valerio, che a 23 anni suona tromba e flicorno con lui. Insomma, una mente brillante.Antonio è l’anima di una band che – vale la pena sottolinearlo – è in totale sintonia con il “capo”. Lo si percepisce chiaramente nello scorrere degli 11 brani che compongono questo lavoro dove la voce è la protagonista. E la “star della serata” è Marta Colombo, cantante e compositrice lombarda che fa parte di questo ensemble decisamente efficace. Continua a leggere



Misteriseparli: «musica è musica, i generi non contano»

Vediamo se ho capito bene: sono nati nella stessa città, Pescara, uno nel 1971, l’altro sei anni più tardi. Entrambi – senza conoscersi – si sono appassionati alla musica sin da piccoli, studiandola privatamente, diventando polistrumentisti. Il primo è appassionato di club, oltre a essere un musicista è anche un dj, il secondo ha suonato in gruppi rock e hardcore surf. Entrambi sono appassionati di longboard e di professione lavorano nelle piattaforme petrolifere in giro per il mondo. Proprio in una di queste, in Spagna, dieci anni fa si sono conosciuti. 

Questa è la storia di Giuseppe Palmieri (Pepi) e di Andrea Sestri (Andrew), in arte i Misteriseparli, duo difficile da etichettare e incasellare in qualche genere. Nel maggio scorso hanno pubblicato il loro primo lavoro Speedbeforedeath. La musica, spesso, racconta in maniera più efficace delle parole la vita delle persone. E questo disco, pubblicato da Vina Records e distribuito da Believe, narra la storia di questi due uomini che le note hanno fatto incontrare. Continua a leggere



Il ritorno di Franco Mussida dal Pianeta della Musica

Franco Mussida – Foto Federica Mirabelli

Oggi esce un disco prezioso, di quelli che speri sempre arrivino prima o poi. È Il Pianeta della Musica e il viaggio di Iòtu di Franco Mussida. L’artista, che ho intervistato alcuni mesi fa, lo associ automaticamente alla PFM, di cui è stato uno dei fondatori, mitica band prog ancora in attività di cui lui, però, non fa più parte da tempo. Si è chiamato fuori, non per screzi o rancori, ma perché è andato oltre. Il concetto di band non lo attrae più, come mi raccontava l’altro giorno, alla presentazione del disco. La sua ricerca della musica va verso altre direzioni. Mussida in questo album si è spogliato di tanti orpelli, ha lavorato per sottrazione, togliendo tutto quello spericolato barocchismo (che io continuo a pensare straordinario) del prog, per dargli una nuova veste.  Continua a leggere



Disco del Mese/ Orlando: Le Forme dell’Amore, il ritorno del Banco!

Lascia lente le briglia del tuo ippogrifo o Astolfo/ e sfrena il tuo volo dove più ferve l’opera dell’uomo…!”. Così apriva In Volo, primo brano del primo omonimo disco del Banco del Mutuo Soccorso, pubblicato il 3 maggio del 1972. Il disco del Salvadanaio, oggetto che diventerà, come fu la lingua per i Rolling Stones, il marchio di fabbrica di una delle più grandi band prog italiane. Anni eroici, anni di grande fermento culturale, anni di transizione, dove la complicazione era una sfida e una reazione alla banalizzazione della musica. A cinquanta’anni di distanza, il 23 settembre scorso, il Banco ha pubblicato un nuovo lavoro, Orlando: Le Forme dell’Amore. Un lavoro che sembra arrivato da un altro pianeta, anacronistico, complesso, pieno, che richiede più ascolti per assaporare appieno quel mondo fantastico che la mente di Vittorio Nocenzi, l’unico rimasto del gruppo originario, ha partorito.  Continua a leggere



Tre dischi per la settimana che verrà

La musica è un buon rifugio per allontanare la paradossale realtà in cui ci troviamo a vivere in questa parte finale del 2022. Ci siamo liberati più o meno dall’ansia Covid e anche dalla peggiore campagna elettorale di tutti i tempi. Oggi si scopriranno i vincitori, verranno fuori errori e orrori di un manipolo di politicanti sempre più lontani dalla realtà perché incapaci di ascoltare (troppa fatica, meglio sobillare).

Ritorneranno protagonisti la “guerra in Europa”, il problema energetico, le minacce nucleari… Quindi, mi rintanerò nella musica, mi immergerò in una valanga di note per ripulirmi la mente. A chi la pensasse allo stesso modo, consiglio tre dischi, tutti usciti nella seconda metà di settembre, molto diversi tra loro, ma ricchi, istrionici, destabilizzanti. Mettetevi comodi… Continua a leggere



Piero Sidoti e la sua incredibile storia sull’amore

Piero Sidoti – Foto Rebecca Serafini

Ritorno ancora una volta sul tema cantautori, a me caro, per parlarvi di un artista che, “fino a prova contraria” (lo capirete tra poco!) concilia l’essere un appassionato di scienza, laureato in biologia e insegnante di matematica, con la scrittura e le note. Piero Sidoti, friulano di Udine, ha pubblicato alcuni mesi fa un lavoro molto bello e intenso, Amore (fino a prova contraria). Una voce profonda, la consapevolezza che la bellezza dell’amore e della musica sta nelle imperfezioni. Cosa che potrebbe contraddire con la sua mente matematica, dove tutto deve incasellarsi… Una dualità che esce brillantemente dalla cover del disco, un volto composta a metà dal David di Donatello e dall’altra metà dal suo. «È opera della fotografa Rebecca Serafini – racconta Piero – Vediamo sia l’amore meraviglioso e perfetto, rappresentato dal volto del David di Michelangelo, sia l’amore umano che ha il volto più fallace e decadente di un qualsiasi uomo, come il sottoscritto».  Continua a leggere



Jali Babou Saho: i griot, la kora e lo scopo della musica

La kora è uno strumento che mi ha sempre affascinato. Perché ha la capacità di liberare la fantasia, di ammaliare, di rendere magica la musica. Tra i dischi che ascolto spesso ci sono Ballaké Sissoko con Vincent Segal al violoncello in Chamber Musica, lavoro del 2009, Sona Jobarteh, una grande e magnifica musicista, prima suoantrice donna di ora proveniente da una famiglia di griot, i depositari di questo strumento, in Fasiya del 2011, Ablaye Cissoko con i  canadesi Costantinople, in Traversées, lavoro del 2019, e Toumani Diabaté (cugino della Jobarteh) con il grande chitarrista Ali Farka Touré in quell’album bellissimo che si intitola In The Heart of The Moon (ascoltatevi Kadi Kadi). Musica che viene dai cantastorie gambiani e maliani, discendenti di griot di origine mandinka (le popolazioni dell’Africa Occidentale) che si sono passati di generazione in generazione la difficile arte del suono di questo strumento simile a un’arpa e a un liuto, complesso quanto incredibile. Continua a leggere



Francesco Bruno: con Onirotree vive la canzone popolare… in jazz

Francesco Bruno – Foto Riccardo Romagnoli

Quando è uscito in formato digitale, un paio di mesi fa, per AlfaMusic Studio (in cd sarà nei negozi il prossimo 16 settembre), ho salutato Onirotree di Francesco Bruno con il prezioso intervento canoro di Silvia Lorenzo, con un moto di grande ammirazione. Francesco, classe 1954, è uno dei nostri grandi chitarristi jazz, un musicista che ha lasciato tracce fondamentali nella nostra musica, una per tutte Voglia ‘e turnà cantata da Teresa de Sio, con cui ebbe una bella e ricca collaborazione. Una carriera intensa che lo ha visto collaborare con molti artisti tra cui Brian EnoRichie Havens. Con il mitico autore di Freedom, ha pubblicato nel 2002 un disco, El Lugar, che vi consiglio di ascoltare. Un lavoro pignolo, meticoloso, come d’altronde è avvezzo l’artista romano.  Continua a leggere



Disco del Mese: Under Cover. Firmato Valerie June

Il 26 agosto sono usciti tre album che mi sono piaciuti assai. Parto con Will of the People dei Muse, su quest’album ci tornerò perché ha un legame con un altro lavoro della band britannica che ho ascoltato molto, Drones, del 2015, ma che non è stato sufficientemente considerato. Matt Bellamy, Chris Wolstenholme e Dominic Howard hanno aumentato (e di brutto!) la dose di impegno politico e visionario tipico della loro musica, esasperandolo nei toni con pesanti guizzi dark metal, duro e tagliente e un’elettronica esasperata. Album subito idolatrato ma altrettanto criticato. Lo sto ascoltando, sono quei lavori che richiedono molta attenzione perché si rischia di cadere facilmente negli eccessi opposti di giudizio.

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Cantautori: Barreca e la purezza della musica…

Domenico Barreca – Foto Beatrice Ditto

Ritorno nuovamente sul tema “cantautorato italiano”. Perché nella musica italiana si sta verificando un piccolo terremoto che pochi stanno registrando: il ritorno dei cantautori, strutturati come negli anni Settanta. Allora erano mainstream, la realtà socio-culturale era molto diversa rispetto all’attuale. Oggi vivono in un mondo parallelo, hanno ascolti, teatri, palchi ma pochi li conoscono. I loro profili sono l’opposto dei “popparoli” di gran lignaggio. Sono altrettanto giovani ma non adolescenti, meditativi, spesso conoscono bene la musica (e per fortuna!), hanno testi attuali, non banali e sempre egoriferiti. Parlano di comunità, condivisione, rispetto… Continua a leggere