Jazz in attesa delle Feste. Jazz che trae linfa dalla musica classica, provocatorio, usato per raccontare un conflitto o per aiutare a raccontare se stessi. Ci sono tre dischi usciti tra ottobre e novembre che mi sono piaciuti molto. Diversi tra loro, per modalità di approccio al genere e per svolgimento, ma comunque Jazz nell’anima: musica collettiva, condivisione, democrazia permanente, rispetto per l’altro, musica avida di conoscenza e di scoperta. Con questo spirito vi invito ad ascoltare questi tre lavori, usciti tra ottobre e novembre, nati dalla creatività di un trombettista israeliano, Avishai Cohen, di un pianista italiano, Francesco Venerucci, e di una violoncellista e cantante franco-algerina, Nesrine Belmokh. Continua a leggere
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Pivio con Misophonia propongo modelli alternativi all’omologazione
«Questo disco è dedicato a quanti hanno fiducia nell’arte, in ogni sua forma, come veicolo di speranza. Fanculo a tutti quelli che non la meritano (e sono troppi)!». Parole di Pivio, sì, proprio lui, Roberto Giacomo Pischiutta, ingegnere elettronico, musicista, in coppia con Aldo Se Scalzi nella premiata ditta che ha sfornato oltre 200 colonne sonore in anni di creativa carriera, e presidente di ACMF (Associazione Compositori Musiche per Film). Il disco in questione, Misophonia, nove brani per 39 minuti d’ascolto, è uscito pochi giorni fa, il 23 novembre scorso per essere precisi, in vinile e in digitale. Continua a leggere
Teho Teardo e Blixa Bargeld tornano con “Christian e Mauro”
Mauro Teho Teardo, classe 1966, nato a Pordenone da genitori trevigiani, è uno dei musicisti italiani più eclettici, culturalmente liberi e creativi che la musica contemporanea europea annovera tra le sue fila. Compositore di colonne sonore di film, serie televisive, pièce teatrali (sue quelle di Denti di Gabriele Salvatores, Il Divo di Paolo Sorrentino, Diaz e Prima che la notte, entrambi di Daniele Vicari), da tempo ha stretto un legame con Blixa Bargeld, al secolo Christian Emmerich, musicista di Berlino, fondatore e tuttora membro degli Einstürzende Neubauten, per anni anche nei Bad Seeds di Nick Cave. Li uniscono la stessa visione dell’essere artista, della musica come sostanza comunicativa e non solo pura estetica.
Lo scorso ottobre hanno pubblicato il loro terzo album Christian e Mauro, semplicemente, i loro nomi di battesimo. Cosa che ha fatto pensare a un lavoro introspettivo, dopo Nerissimo del 2016, Still Smiling del 2013 e l’Ep, Spring, pubblicato il primo giorno di primavera del 2014. Continua a leggere
Agnese Contini: «La chitarra canta la mia musica»
Agnese Contini ha 35 anni, è salentina, di mestiere fa la musicista e la logopedista. Nell’ottobre scorso ha pubblicato un singolo Desert Earth, che segue a un suo primo album pubblicato nell’ottobre del 2023 intitolato Dinamiche di Volo.
Agnese ha una caratteristica: compone solo musica strumentale con la chitarra che suona da quando aveva 12 anni. Ha studiato la classica poi si è abbandonata ad artisti che ama da sempre, a partire da Mark Knoplfer, suo idolo assieme a George Harrison, Nick Drake, John Butler e Jimmy Page, imbracciando anche l’acustica. Blues roots, fraseggi rock unplugged, niente voce. Alla domanda del perché non la usa pur sapendola gestire, si schernisce: «L’ho fatto, ma per ora preferisco parlare attraverso la mia musica», mi dice. Continua a leggere
Natale in jazz con Antonio Faraò e il suo Christmas Time
Natale è ormai alle porte. Quest’anno, tra gli album della Festa, si affaccia anche Christmas Time di Antonio Faraò, uscito fresco fresco due giorni fa. Con lui Mario Rosini, cantante e musicista pugliese dotato di una gran bella voce e di una invidiabile vena jazz-crooner. Per intenderci, l’album ha poco o niente delle patinate produzioni natalizie americane, in compenso porta il marchio di fabbrica del musicista romano, un piano percussivo ed efficace, ricco di note e soluzioni armoniche. Esempio calzante l’arrangiamento della famosissima Jingle Bells, brano immancabile nelle compilation natalizie da 167 anni, da quando James Pierpont la pubblicò nel 1857, eseguito nel corso del tempo in tanti modi, rock, jazz, pop, in versione orchestrale o a cappella. Continua a leggere
Davide Van De Sfroos, 25 anni di folk, poesia e tanta grinta
Sabato 23 novembre, all’Unipol Forum di Assago, salirà sul palco Davide Van De Sfroos con la sua Mader Band. Non sarà un concerto qualunque, ma la celebrazione dei suoi 25 anni di musica. Che lui ha raccolto in un cofanetto intitolato Van De Best, 49 canzoni che ripercorrono la sua vita artistica e di uomo, pubblicato l’8 novembre scorso, composto da cinque vinili, un taccuino del formato LP di 28 pagine con i suoi appunti, disegni, testi, e una stampa autografata e numerata di un disegno dello stesso musicista. C’è anche la versione Cd con tre dischi. Continua a leggere
Mary Lee and Caesar’s Cowboys: il country texano tra folk e swing
Wester Swing. È un sottogenere del country americano nato in Texas e diffuso in alcuni stati vicini. In voga nella prima metà del Novecento, è un mix tra folk e jazz di prima leva. La storia ci dice che il fondatore del genere fu Bob Wills, ovviamente soprannominato The King, artista che veniva da una famiglia musicale, il padre John era un fenomenale violinista. Il Western Swing influenzò un altro Re, quello del rock’n’roll, Elvis Presley, ma anche Chuck Berry e tanti altri artisti che emersero negli anni Cinquanta e Sessanta. Continua a leggere
Il “senso” della Musica secondo Valerio Piccolo
Il cantautore casertano Valerio Piccolo in questo periodo sta vivendo una notorietà ben riposta grazie al brano E si’ arrivata pure tu, parte della colonna sonora di Parthenope, film di Paolo Sorrentino. Piccolo, per chi non lo conoscesse è un musicista, ma anche un traduttore dall’inglese, appassionato di musica e cultura americana contemporanea. All’attivo ha sette dischi molti dei quali concept album e collaborazioni pesanti, per anni con la grande Suzanne Vega e con lo scrittore Ricky Moody. Da poco ha pubblicato il suo ultimo lavoro, Senso, che contiene il brano di cui scrive qui sopra. Continua a leggere
Vanessa Tagliabue Yorke, la notte, l’oscurantismo culturale e la musica liquida
Lo dico senza preamboli: Princess of the Night, l’ultimo disco di Vanessa Tagliabue Yorke, uscito poco più di un mese fa, è uno di quei lavori che ti rimane scolpito nel cuore e nella mente. Bello, emozionante, ricco, complesso nella sua costruzione, una musica che richiede più ascolti attenti e che, se accetti di partecipare, ti propone un viaggio ricco di riferimenti, armonie, contrattempi, arrangiamenti nel quale avventurarsi e perdersi. «È molto difficile oggi percepire un disco come un luogo emotivo che ti porta a fare un viaggio compiuto», mi racconta Vanessa parlando della musica liquida, dove ascolti senza cognizione, senza sapere cosa c’è dietro a quei brani, cosa l’artista voleva esprimere, quali i tasti toccati per accendere un’emozione… Continua a leggere
The BlueBeaters, 30 anni tra Ska e Reggae con la voglia di cambiare
Trent’anni insieme non sono pochi. Le nozze d’argento sono passate da un bel pezzo, ma i BlueBeaters sono ancora saldamente insieme a festeggiare una lunga storia fatta di palchi, concerti, amicizia, ska, reggae e intese. «La vita media di una band, facendo le dovute eccezioni, è di cinque anni, come per i matrimoni», scherza Ferdinando Masi, in arte Count Ferdi, il batterista del gruppo milanese.
«Dopo tutto questo tempo abbiamo sentito l’esigenza di andare oltre senza però snaturare quello che siamo: vogliamo aprire un nuovo capitolo della nostra storia», continua Count Ferdi. Dallo ska e dal reggae-roots stanno passando alla musica alternativa degli anni Ottanta e Novanta diventata poi parte di quel pop mainstream a cui molti artisti continuano ad attingere. Continua a leggere