Furio Di Castri al Genius Loci di Firenze, musica e accoglienza

Parte il 28 settembre a Firenze Genius Loci: alla scoperta di Santa Croce, due notti e un’alba di musica, incontri e performance nello storico complesso francescano, organizzati da Associazione Controradio Club, Opera di Santa Croce e Controradio in collaborazione con associazione culturale La Nottola di Minerva. Si tratta di un festival “anomalo”, giunto alla sesta edizione. Il tema 2023 è di un’attualità imbarazzante: ospitalità e accoglienza, due parole su cui le arti, soprattutto la musica, hanno tanto da dire.  Continua a leggere



Al festival di Castelfidardo la magia di Daniele Di Bonaventura

Inizia oggi, 13 settembre, la 48esima edizione del Premio Internazionale Fisarmonica (PIF) a Castelfidardo (Ancona). Evento molto sentito nella cittadina che, grazie all’azienda fondata da Paolo Soprani nella seconda metà dell’Ottocento, è diventata la capitale italiana di questo strumento musicale. Saranno cinque giorni di contese e concerti, tra questi si potranno ascoltare Danilo Di Paolonicola con il suo No Gender (ve ne avevo parlato in aprile, all’uscita del suo lavoro omonimo), Sergio Cammariere, Rita Marcotulli con un progetto a metà tra il cinema di Truffaut e il jazz, Richard Bona in quartetto con il fisarmonicista Luciano Biondini (di lui ho scritto in questo post), Andrea Piccioni ai tamburi a cornice e Ciro Manna alla chitarra.

C’è un altro incontro musicale che si terrà il 16 settembre, alle 22, nel Parco delle Rimembranze, ed è quello con Paolo Fresu e Daniele Di Bonaventura che porteranno, in duo, Mistico Mediterraneo, lavoro da cui nacque un gran bel disco pubblicato nel 2011 con il coro corso A Filetta. Tecnicamente Daniele è un outsider del PIF, visto che la fisarmonica l’ha suonata pochissimo da giovane e che lo strumento con cui si esprime è un lontano parente della stessa, il bandoneon. Continua a leggere



Andrea Sabatino, jazz e buona tavola, per l’estate salentina

Andrea Sabatino – Foto Dario Discanno

«Un obiettivo più che una sfida: creare un punto di riferimento dove si respiri, gusti, ascolti arte, sorseggiando un buon vino, assaggiando piatti creati con passione, ascoltando buona musica». Andrea Sabatino, 41 anni, salentino, trombettista, non ha dubbi: «Vino, cibo e note sono una sintesi perfetta d’arte e cultura, soprattutto in Italia dove vige il culto del “gustare” fisicamente ed emozionalmente». Una formula sperimentata positivamente da anni, basti pensare al Blue Note e ai tanti jazz club presenti anche nel nostro Paese, che vede in questi giorni all’opera anche il bravo Sabatino e uno chef, Stefano Seviroli, in quel di San Pietro in Bevagna.  Continua a leggere



Olivia Trummer e Nicola Angelucci: Dialogue’s Delight!

 

Olivia Trummer e Nicola Angelucci – Foto Andrea Boccalini

C’era una volta una volpe vezzosa e canterina che amava la musica. Aveva imparato a suonare il pianoforte da cucciola. Era diventata amica di un coccodrillo che annunciava il suo arrivo battendo zampe e coda, creando nel tranquillo scorrere del grande fiume tanti cerchi concentrici, ritmati ricami d’acqua. Con lui si trovava per suonare e cantare, insieme si capivano attraverso la musica. Ritmo e armonia. Una scimmietta, brava fisarmonicista, li sentì suonare e si inserì in quei divertenti dialoghi. I tre diventarono inseparabili, superarono le loro visibili differenze affidandosi alla musica, linguaggio universale…

Viene spontaneo iniziare con una favola, guardando la cover – e l’allegato libretto – opera dell’illustratrice Cecilia Valli di Dialogue’s Delight, primo lavoro del duo Olivia Trummer e Nicola Angelucci con la partecipazione di Luciano Biondini. L’antropoformizzazione di Olivia, creativa pianista e cantante di Stoccarda, di Nicola, uno dei più apprezzati batteristi jazz della scena internazionale e di Luciano, prezioso fisarmonicista è un piccolo tocco di genio della Valli. Cosa c’era di più narrativamente forte e immediato che immaginare il dialogo di tre “animali umanizzati” così diversi? La musica fa queste magie, unisce gli opposti, garantisce e rispetta le differenze, le esalta come massima forma d’arte. Continua a leggere



Kublai, la vita è un… sogno vero

Delle ultime uscite italiane di questi mesi mi ha interessato un Ep intitolato Sogno Vero a firma Kublai. Quattro brani dove l’elettronica è il filo conduttore per un lavoro cantautorale al cento per cento, arricchito da gran bei fraseggi che attingono al rock progressive. 

L’artista in questione è milanese, ha 35 anni e si chiama Teo Manzo. Condivide il progetto con Mamo, l’ex batterista degli Io?Drama, amico di una vita. Proprio in una Milano inaridita d’underground, che ha abbandonato il ruolo di città stimolante per una sistemazione più comoda su un mainstream sempliciotto, chiuso tra rap, trap e beat prefabbricati buoni per ogni stagione, Teo ha compiuto nel suo piccolo un miracolo allo stato solido. Insomma, vien da dire, c’è vita su Marte.  Continua a leggere



Mille euro per un disco. Dal rap lezione sociale

Mille euro. Tanto costa l’Ep di otto brani dal titolo Exagora messo il mese scorso su ebay dalla casa discografica milanese Attitude Recordz (c’è anche il repack digitale). Non è uno scherzo, anzi. È una cosa serissima. Provocazione? Sicuramente. Poi leggi una dichiarazione dei tre giovani fondatori di Attitude, Matteo, Yassa e Bongi, e inizi a capire: «Mai come in questo periodo storico abbiamo visto crescere il fenomeno di imitazione, scimmiottamento se non emulazione, del personaggio criminale e, anche se è chiaro che le responsabilità si stratificano a livelli distinti, non vogliamo comportarci come quelle label che sostengono e finanziano l’immaginario legato al crimine. I nostri artisti scrivono anche testi di gangsta rap, testimonianze di vita vissuta, ma noi lavoriamo quotidianamente a stretto contatto con adolescenti e adulti ai margini, che provengono da situazioni di disagio, quindi ci preme testimoniare quello che non si racconta a sufficienza, ossia che i criminali possono finire in carcere, un posto dove si soffre, ci si suicida, non è possibile coltivare gli affetti e si subisce ogni giorno il trattamento della violenza e della prevaricazione». Continua a leggere



“Anì”, la purezza di una nuova vita e della musica

Raffaele Casarano – Foto Roberto Cifarelli

Spingersi oltre, essere curiosi, guardare il mondo. Questo è il presupposto per essere un bravo musicista. Certo, ci vuole lo studio, la determinazione, il duro lavoro, però è la curiosità che ti dà quel tocco int più per fare qualcosa di bello, diverso, unico.

Una riflessione che ho tratto ascoltando un disco molto intrigante – confesso, uno dei più interessanti dell’anno che sta finendo. Si chiama semplicemente Anì, è dedicato a una bimba. L’autore – e il padre – è Raffaele Casarano, uno dei migliori sassofonisti attualmente in circolazione. Otto tracce costruite su solide fondamenta e su ali che ti portano in mondi immaginifici. Continua a leggere



Andrea Tarquini: “In fondo al ‘900”, la memoria e il bluegrass

Dove ci vediamo? Boh, dove ci sia un buon bicchiere di vino. Ho fatto presto a mettermi d’accordo con Andrea Tarquini, cantautore romano, classe 1972, di stanza a Milano. Così, puntuale all’appuntamento ci siamo incontrati in una vineria dall’aria parigina. Mi aspettava seduto a un tavolino nella piazzetta chiusa alle auto, strimpellando un mandolino americano. «Stiamo facendo conoscenza, ce l’ho da poco», mi saluta con un sorriso sornione.

Ed eccomi qua, davanti a una bottiglia di Barbera, accarezzato da un vento frizzantino di fine ottobre a farmi raccontare la vita in musica di Andrea accompagnato da splendide tartine al baccalà mantecato. Perché il suo terzo disco uscito nel giugno scorso parla proprio di questo. L’ha intitolato In Fondo al ‘900, ed è un lavoro dove nostalgia, realtà, ricordi, si confondono con melodie confortanti. Per chi, come me, ha vissuto il cantautorato anni Settanta, ascoltare il suo album è stato come entrare in una sorta di comfort zone dove melodie e parole mi hanno riportato a storie vissute, vangando ricordi, incontri, impegno, voglia di cambiare il mondo. Continua a leggere



“Siccità”, la colonna sonora. Ne parla Franco Piersanti

Franco Piersanti – Foto Nathalie Tufenkjian

Con Siccità, film di Paolo Virzì ancora nelle sale, il 30 settembre scorso, è uscito anche il disco contente la colonna sonora. Dodici brani firmati da Franco Piersanti, uno dei compositori più creativi e blasonati del nostro “cinema sonoro”. A Venezia il lavoro – pubblicato da Edizioni Curci –  s’è aggiudicato il Soundtrack Stars Award 2022 per la miglior colonna sonora.

Una composizione per orchestra che riesce a rendere tattile l’arsura, la secchezza che in sé ha una drammaticità letteraria: viene in mente il bellissimo libro di Graciliano Ramos, Vidas Secas (pubblicato nel 1938), che poi diventò, nel 1963, anche una pellicola diretta da Nelson Pereira dos Santos, talmente forte e verista che la dittatura militare ne vietò la visione perché “distorceva” il racconto rassicurante del regime.  Continua a leggere



Su:ggestiva: musica e spazio a Roma. Ne parla Enrico Gabrielli

Musica e spazio. Il rapporto è stretto, quasi vincolato, lo spazio può contenere la musica, la musica può armonizzare lo spazio. Per scendere più nel particolare: se lo spazio è inteso come un’opera architettonica, un antichissimo manufatto o una rovina archeologica la valenza emozionale tra questi e la musica assume connotati ancora più profondi.

Su:ggestiva, arrivata alla sesta edizione, nei finesettimana fino al 23 ottobre, è una rassegna pensata proprio per esaltare questa relazione intima tra musica e spazio. La manifestazione di definisce multisensoriale, perché a entrare in gioco non è solo l’udito ma sono anche altri sensi, innanzitutto la vista e il tatto. Il luogo è il Parco archeologico dell’Appia Antica a Roma. Per essere più precisi il Ninfeo della Villa dei Quintili. Famoso e affascinante, palco ideale per ospitare un mix di suoni dove il rock degli I Hate My Village si fonde con la musica contemporanea del pianista mascherato Lambert o del violoncellista e compositore albanese Redi Hasa. Continua a leggere