Bastano 38 secondi e tre parole, Blind. So What?, ripetute in tante lingue che, in un crescendo, si fondono e diventano ossessive. In sequenza diretta parte il rullante, secco, veloce, perentorio, seguito da un basso caldo, forte, fluido. Un inizio che dichiara da subito e senza mezzi termini, chi è Ciara Moser: una bassista di 27 anni, cieca dalla nascita, nata per suonare. La musica è la sua passione, la sua vita, la sua luce. Nel progredire delle 12 tracce interamente frutto della sua creatività, un’ora e 6 minuti di ascolto, Ciara dichiara al mondo, in uno stile che potremmo definire Modern Jazz Fusion, il suo punto di vista di donna cieca e di musicista prodigiosa. Continua a leggere
Archivi categoria: riflessioni
Navigazione articolo
Gianluca Lalli torna con le Favole Ecologiche
Il 2 dicembre è uscito su tutte le piattaforme l’ultimo lavoro di Gianluca Lalli, Favole Ecologiche. Il cantastorie marchigiano appassionato di Rino Gaetano e di Gianni Rodari, vecchia conoscenza di Musicabile, continua nella sua opera di formazione convinto che, se non si parte dai più piccoli, il mondo difficilmente potrà cambiare. S’è creato il personaggio, una valigia di cartone comprata da un rigattiere, un cappello d’antan e una chitarra. Un cantastorie d’altri tempi che pervicacemente gira le scuole del nostro Paese per raccontare ai più piccoli, donne e uomini di domani, favole in musica, per lo più tratte dai libri di Gianni Rodari. Quest’anno è stato ospite fisso con le sue canzoni di Italian Green, programma in onda su Rai2 il sabato mattina. Favole Ecologiche è il terzo capitolo della “saga” dopo Letteratura in Musica del 2021 e Le favole al telefono del 2020. Continua a leggere
Claudio Giambruno, il sax e la sua melodia d’Oltremare

Claudio Giambruno – Foto Antonio Ilardo
Si intitola Overseas, Oltremare, il disco che vi propongo per questo inizio settimana. Lo firma Claudio Giambruno, sassofonista palermitano di lungo corso. Nove tracce, quattro composizioni originali e cinque rivisitazioni, che spaziano nell’universo compositivo del musicista siciliano tra l’hard-bop di Lu’s Bounce firmata da Dan Nimmer, la bossanova, nella scrittura originale di Claudio di First Time I Heard Jobim e nella scanzonata Ginza Samba di Vince Guaraldi, la canzone napoletana, nella fluida reinterpretazione di ‘Na voce ‘na chitarra e ‘o poco ‘e luna degli autori Ugo Calise e Carlo Alberto Rossi, o nell’avvolgente Pure Imagination, scritta da Anthony Newley, uno di quei movimenti lenti che ti ammaliano e attraggono come il suono di un pungi indiano per il cobra. Continua a leggere
Due dischi per raccontare la libertà e la convivenza
In questi giorni di guerra voglio porre alla vostra attenzione due lavori che possono aiutare a riflettere quanto stiamo vivendo. Si tratta di due dischi usciti in questi ultimi giorni. Il primo è di Júlio Resende, pianista portoghese, che dedica un intero disco Sons of Revolution, alla liberazione del Portogallo dalla dittatura (nell’aprile del prossimo anno si celebreranno i 50 anni dalla Rivoluzione dei Garofani che portò il paese nella democrazia). Il secondo, addirittura nella duplice veste di disco e colonna sonora, è firmato da Robbie Robertson, nella sua ennesima collaborazione con Martin Scorsese In Killers of the Flower Moon. Robertson se n’è andato nemmeno due mesi fa e il ricordarlo, lui storico componente dei The Band, gruppo legato indissolubilmente a Bob Dylan, è un omaggio doveroso. Entrambi i lavori parlano di diritti violati, di prepotenza ma anche di speranza. È il Still Standing cantato da Robertson, il ritrovarsi ancora in piedi, vivi, per testimoniare le atrocità dell’uomo. Siamo ancora qui nel 2023 a convivere con gli orrori tutti i giorni. Ci stiamo abituando, li vediamo sui social, confusi in una disinformazione visiva che tende a raccontare narrazioni diverse (c’è un bel pezzo sul New York Times di ieri a proposito di fake news che vi consiglio di leggere). Il mondo può essere migliore di questo? L’uomo può essere migliore di quello che è? Questi due dischi non pretendono di avere verità ma indicano una via, che è il rispetto, la libertà, il diritto di esistere per tutti uguale… Continua a leggere
Manòglia, le riflessioni folk di Davide Van De Sfroos

Davide Van De Sfroos – Foto Alessio Pizzicanella
Manòglia, in laghée, il dialetto della gente del lago di Como, è la magnolia. Ed è il titolo del lavoro che Davide Van de Sfroos pubblica oggi, 15 ottobre, per per BMG/MyNina in versione vinile, Cd e download, oltre a un vinile colorato in edizione limitata e numerata (nessuna uscita in streaming).
Undici brani per 43 minuti d’ascolto dove il songwriter di Mezzegra racconta con maestria personaggi, siano essi di fantasia come El Mekanik, o veri come Zia Nora, farfalle, boschi, funghi, spore, foglie…
Mi sono letto i testi più volte prima di ascoltare il disco: Davide riesce a creare, in quel magico mix di dialetto e italiano, mondi fantastici dove entri come Alice nel Paese delle Meraviglie e dove tutto non è come sembra. L’ovvio con Van de Sfross diventa stupore, una raffica di vento si trasforma in una carezza liberatoria, le foglie sono punti cardinali in un bosco fitto: Quattro foglie come bandiere/ Quattro foglie come pesci nel vento/ Quattro lacrime della foresta/ Quattro sorrisi della stagione, sussurra in Foglie al Vento, brano che chiude il disco. Continua a leggere
L’importanza di comunicare la musica

Gianni Sibilla, direttore didattico del Master in Comunicazione Musicale all’università Cattolica di Milano
M’è arrivata una notizia che pubblico con piacere, l’apertura delle iscrizioni alla XXIII edizione del Master in Comunicazione Musicale promosso dall’Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano. Il termine per la presentazione delle domande scadrà il prossimo 13 ottobre (se linkate trovate tutte le informazioni necessarie).
Questa veloce anticipazione mi dà la possibilità di parlare del mondo della musica preso da un altro aspetto, ugualmente importante, la comunicazione. Termine abusato, si comunica in mille modi (per farvene un’idea vi consiglio la lettura di un bel libro scritto da Silvia Grassi e Roberto Iadicicco, Comunciatore a chi? Guida Editori, 140 pag. 15 euro), troppo spesso ci si improvvisa comunicatori ignorando che comunicare è l’essenza del nostro vivere ed è importantissimo farlo nella maniera più giusta e opportuna. Continua a leggere
Kublai, la vita è un… sogno vero
Delle ultime uscite italiane di questi mesi mi ha interessato un Ep intitolato Sogno Vero a firma Kublai. Quattro brani dove l’elettronica è il filo conduttore per un lavoro cantautorale al cento per cento, arricchito da gran bei fraseggi che attingono al rock progressive.
L’artista in questione è milanese, ha 35 anni e si chiama Teo Manzo. Condivide il progetto con Mamo, l’ex batterista degli Io?Drama, amico di una vita. Proprio in una Milano inaridita d’underground, che ha abbandonato il ruolo di città stimolante per una sistemazione più comoda su un mainstream sempliciotto, chiuso tra rap, trap e beat prefabbricati buoni per ogni stagione, Teo ha compiuto nel suo piccolo un miracolo allo stato solido. Insomma, vien da dire, c’è vita su Marte. Continua a leggere
Tommaso Novi, trio per fischio in concerto
Fischiettare è un bel segno di felicità, almeno a me capita spesso. C’è chi del fischio ne ha fatto una professione, vedi il mitico Alessandro Alessandroni che ha messo le sue perfette modulazioni a disposizione di Ennio Morricone, contribuendo a rendere immortali le colonne sonore degli western di Sergio Leone, tanto che inventò il genere fischio western. Vi parlo di fischio perché questa sera, apre una mini tournée per ora tutta toscana che merita la partecipazione.
L’artista in questione lo conoscete già. Vi ho parlato di lui nel dicembre del 2021. Si chiama Tommaso Novi, 44 anni, pisano. Porta con sé tutta l’irriverenza e la goliardia guascona toscana unita a una solida preparazione musicale. Insomma un artista completo. Uno che, sull’ultimo album pubblicato, Terzino Fuorigioco, ha dedicato un brano al suo impresario. Continua a leggere
Marco Pacassoni, il vibrafono come stile di vita

Marco Pacassoni, John Patitucci e Antonio Sanchez – Foto Andrea Rotili
Marco Pacassoni, classe 1981, è uno dei più bravi e versatili vibrafonisti italiani. Un musicista completo, di quelli baciati dalla dea della musica. Vive a Fano, s’è laureato al conservatorio di Pesaro e quindi negli Stati Uniti alla mitica Berklee School of Jazz, in entrambe con lode. Continua a leggere
Eugenia Canale, jazz e Risvegli, omaggio all’armonia

Eugenia Canale – Foto Lucia Zanini
Quel do centrale ripetuto in modo apparentemente irregolare fa pensare alle prime gocce d’acqua che tintinnano annunciando l’imminente scroscio di pioggia. «L’ho composto un anno fa. Quella mattina si mise a piovere dopo mesi di siccità. Il brano mi è uscito di getto con una suggestione, la terra si stava risvegliando», mi racconta Eugenia Canale, che vedremo a Piano City Milano il prossimo 20 maggio (ore 12, alla Biblioteca Affori, via Affori 9).
Risvegli è il titolo del brano d’apertura e anche quello del suo nuovo lavoro pubblicato un mese fa. Nove tracce per un disco solido e sofisticato dove non c’è soltanto tecnica ma anche tanta passione e cultura. Il dialogo tra il pianoforte di Eugenia e l’armonica a bocca suonata da Max De Aloe richiama le atmosfere “latine”, accarezzate, alla Toots Thielemans. Alla parte ritmica ci pensano egregiamente Riccardo Fioravanti al contrabbasso (che in Cape riproduce il suono di un berimbau) e il fantasioso Marco Castiglioni alla batteria. Continua a leggere