Ponte del 2 giugno: tre album da ascoltare in viaggio tra blues e indie d’autore

Il weekend lungo che culmina con la festa della Repubblica del 2 giugno sta per iniziare. A chi si stesse mettendo in viaggio, consiglio tre dischi da utilizzare come colonna sonora. Il primo è di Blues puro, suonato da due bluesman straordinari, Taj Mahal e Kob’ Mo’, rispettivamente 83 e 73 anni. Il secondo è di un altro grande vecchio, questa volta siamo nel campo del rock. Il signore in questione ha suonato nei Procol Harum e si chiama Robin Trower, chitarrista inglese che il 9 marzo scorso ha compiuto 80 anni. Il terzo lavoro è uscito proprio oggi ed è firmato da Matt Berninger, siamo nell’indie d’autore. Il frontman dei The National ha confezionato un lavoro introspettivo e affascinante. Buon ponte e, buon viaggio! Continua a leggere



Federica Cerizza racconta il Faith Trio: jazz, equilibrio e resistenza musicale

Da sinistra, Toni Boselli, batteria, Federica Cerizza, pianoforte, Giancarlo Oggionni, contrabbasso

Ho conosciuto Federica Cerizza e Toni Boselli un mesetto fa a casa di un amico comune appassionato di jazz, contrabbassista per passione. Ebbene, in questo suo “posto dei balocchi”, un piccolo santuario aperto ad amici e musicisti, ciascuno, oltre al proprio strumento, porta qualcosa da bere e da mangiare e, tra racconti, un buon bicchiere di vino e jam session si passa la domenica. Federica, pianista, e Toni, batterista, assieme a Giancarlo Oggionni, contrabbassista di grande versatilità, un paio d’anni fa hanno dato vita al Faith Trio. Il loro incontro s’è concretizzato in un album di nove tracce dal titolo Libra, uscito per Filibusta Records il 21 marzo scorso. Continua a leggere



“S’Anima”: la genealogia dell’anima secondo Simona Salis

Tra i tanti album usciti venerdì 23 maggio ve ne segnalo uno che mi ha colpito particolarmente. Il titolo: S’Anima, l’Anima, in dialetto sardo campidanese. L’autrice, Simona Salis, cantante e musicista cagliaritana di nascita da anni a Varese, dove con il marito Ivan Ciccarelli – pianista e percussionista – lavora e gestisce una scuola di musica, la Bips, che è anche uno studio di registrazione. 

Simona è artista di grande sensibilità. Ha pubblicato pochi lavori, tutti molto emozionanti, di sostanza, curati nei minimi dettagli. Veri e propri concept album dove esiste un tema centrale che viene “tradotto” in riflessioni, emozioni, spunti di vita cantati in italiano, sardo, inglese, francese, spagnolo. Quel melting pot di cui l’arte e la cultura si nutrono e che lei ha ben chiaro nel suo percorso artistico. Continua a leggere



Daniele De Gregori pubblica “Bolla Occidentale”, il disco-manifesto dei Millennial

Daniele De Gregori – Foto Eleonora Maggioni

Bolla Occidentale, l’ultimo lavoro autoprodotto di Daniele De Gregori uscito lo scorso 11 aprile è un disco da ascoltare con attenzione, soprattutto dalla Generazione Y, i Millennial, quelli nati tra la metà degli anni Ottanta e i primi dei Novanta. Arrivato a un’età che richiede una riflessione sul cosa farò d’ora in poi della mia vita in relazione al rapporto con gli altri, con la figlia che tra poco nascerà con i problemi comuni degli amici più stretti, il cantautore romano, classe 1985, ha affidato alle parole e alla musica un disco-manifesto di una generazione che s’è trovata nel passaggio dall’analogico al digitale con tutti gli annessi e connessi sociali, lavorativi e psicologici. Continua a leggere



Loucani, tra poesia e migrazioni: il debutto del cantautore che canta le api e l’umanità

È uscito oggi il primo lavoro di Loucani, 32enne cantautore veronese. Il disco porta lo stesso nome, Loucani. «È un’anacrasi del mio nome e cognome, Luca Ossani», mi spiega. Lo raggiungo via streaming in Puglia. Abita e lavora vicino a Bari, da un anno si occupa della comunicazione di una Ong. Per fortuna, come tiene a sottolineare, ha avuto l’opportunità di viaggiare per il mondo. Studi economici, un master in sociologia e una passione per la letteratura e la musica, Loucani ha sintetizzato tutto il suo vivere in questo lavoro in parte autobiografico e in parte dedicato alle persone e alle culture di cui s’è assaporato nel suo peregrinare.

Mi dici scontroso disagiato distante/ di fondo diffidente/ Io mi adotto per quello che sono/ poi mi adatto alla meglio stando tra la gente. In questi versi di In Solitaria, seconda traccia dell’album, si descrive così, mentre in Amalamara un allegro crogiuolo di percussioni e chitarre latine racconta le migrazioni prendendo a spunto le api: Non è poi un allungo se è per non rientrare/ Vola e lascia volare/ Uno sciame dʼapi sul pelo dʼacqua sopra il mare/ Può non sembrare ma sa dove andareContinua a leggere



Cinque giovani musicisti, zero parole: il jazz mutante dei Camaleoni inizia da “Camadamia”

I Camaleoni – Foto di Roberto Cifarelli

Lorenzo Palermo, 24 anni, pianoforte e tastiere e una ventina di soprannomi, vada per Lorenz. Fabio Pergolini, 24 anni, batteria, detto Bio. Valerio Maria Bandi, 31 anni, chitarra elettrica, appassionato di anagrammi, chiamato per questo Balerio Vandi. Riccardo Savioli, 28 anni, sassofoni, è il Sav. Andrea Brutti, 25 anni, basso elettrico, invece è Sbrù. 

Tenetevi bene a mente questi nomi. Insieme fanno i Camaleoni, giovane band che ha prodotto da pochi giorni il suo primo album dal titolo Camadamia (anagramma di Macadamia, made in Valerio!). Come avrete capito ai cinque eclettici musicisti piace giocare con note e parole. E questo è già un segno distintivo della loro creatività e voglia di divertimento. Continua a leggere



Pierangelo Pandiscia racconta Mistiche Ribelli: la musica spirituale degli EntenHitti tra estasi e dissenso

Musica e spiritualità. Un tema complesso e delicato, che parte da quel bisogno dell’uomo di entrare in connessione con un mondo che sta da un’altra parte rispetto al mondo terreno. Una delle porte d’ingresso più usate per raggiungere quella dimensione è la musica: canto e ritmo sono da sempre parabole potenti per sondare l’universo, collegarci con un’entità che dia un senso al nostro cammino. 

C’è chi, tra i musicisti e compositori, dedica la propria vita artistica alla ricerca di connessioni. È il caso di un ensemble nato negli anni Novanta, gli EntenHitti, fondato da Pierangelo Pandiscia e Gino Ape. Il 23 marzo scorso il gruppo ha pubblicato un nuovo lavoro intitolato Mistiche Ribelli via Lizard Records. Un titolo forte che racchiude dieci brani per 42 minuti d’ascolto composto per lo più da mantra. Non solo quelli orientali, ma tutti quei canti e brani, fatti da cellule musicali ripetute già volte. Ribelli in questo senso: «Il cercare un contatto diretto con la spiritualità è un atto che non porta profitti terreni ad altri uomini o associazioni religiose che si assumono il compito di mediare tra l’uomo e il sacro. È un atto puro, senza secondi fini, guarda caso mal tollerato nei secoli», spiega Pierangelo.  Continua a leggere



Joe Barbieri: “Big Bang” e il coraggio di cambiare senza perdere l’emozione

Joe Barbieri – Foto Angelo Orefice

Entrare nell’universo di Joe Barbieri, in fin dei conti, non è così difficile. Anche perché la forza gravitazionale è forte ascoltando i 10 brani che compongono Bing Bang, il suo ultimo lavoro uscito l’11 aprile scorso pubblicato dalla sua etichetta Microcosmo Dischi. Basta lasciarsi andare e «riconoscersi ed annusarsi» (parole tratte da una sua vecchia canzone Tacere/Parlare. Riconoscersi è un verbo che Barbieri usa spesso, sulla quale ha fondato la sua ultra trentennale carriera. Il riconoscersi ovviamente ha più valenze, implica un movimento spontaneo di avvicinamento, che poi diventa un’analisi psicologica più profonda. Toccare le corde giuste non vale solo per la chitarra che suona con quell’andare vellutato tipico della bossanova, ma soprattutto per le emozioni. In un’epoca dove di musica siamo sommersi ma di emozioni siamo in secca, l’attrazione verso il suo infinito melodico e letterario accogliente e stimolante diventa un miraggio possibile, un’oasi di raffinata emozione. Vale la pena far notare che il disco è stato registrato in presa diretta: «Sì, tra l’altro con molte cose analogiche, insomma è molto caldo», dice Joe. Continua a leggere



Mafalda Minnozzi e Paula Morelenbaum: due dischi bossa tra Rio de Janeiro e Tom Jobim

Ah, Rio de Janeiro! Ogni volta che ci vado lascio il cuore. Sarà una metropoli, con la grande Rio fa quasi 14 milioni di abitanti. Avrà problemi seri, serissimi, di ordine pubblico. A Rio si fondono miseria più nera e ricchezza più sfrenata, delinquenza brutale e perfette armonie. La città degli estremi che convivono in un’area ristretta tra i “morros” e le spiagge. Quella che Chico Buarque in Subúrbio canta: Lá não tem brisa / Não tem verde-azuis / Não tem frescura nem atrevimento / Lá não figura no mapa / No avesso da montanha / É labirinto / É contra-senha / É cara a tapa (Là non c’è brezza / Non ci sono verde-azzurri / Non c’è freschezza né audacia / Non figura sulla mappa / Sul retro della montagna / È un labirinto / È una contro-parola d’ordine / È una faccia esposta allo schiaffo”). Rio è tutto questo, certo, ma è anche una delle città più belle e vive che abbia mai frequentato. Nella vecchia capitale del Brasile sono nati – o passati – passati tutti i grandi della musica brasiliana dell’Ottocento e Novecento, da Heitor Villa Lobos a Chico Buarque, da Jacob do Bandolim a Vinícius de Morães, da João Gilberto a Caetano Veloso, entrambi bahiani… Samba, choro, bossanova, persino il contestato funk brasileiro sono nati qui.  Continua a leggere



“Nel fiore dei tuoi danni”: rock potente e introspettivo nel nuovo album di Alteria

Alteria, ovvero Stefania Bianchi. È una delle voci di punta di Virgin Radio e Tv, ma è anche una brava ed empatica cantautrice rock, così ama definirsi, con quattro album all’attivo, l’ultimo dei quali uscito in Cd, vinile e musicassetta da collezione, il 19 aprile (dal 9 maggio sarà disponibile in digitale) dal titolo Nel fiore dei tuoi danni (Vrec Music Label). 

Anche in questo lavoro c’è la collaborazione con Max Zanotti, cantante, musicista e producer comasco molto attivo soprattutto nel mondo alternativo e indie. Un disco scritto a quattro mani che segna un nuovo passo nell’evoluzione artistica di Alteria: il rock qui diventa più introverso, dark, 12 brani che alternano l’esplosione di chitarre, basso e batteria completati dalla sua voce potente a pezzi più introspettivi, con chitarre acustiche a guidare questa volta una voce morbida. Stefania ha messo a nudo le sue due sfumature, quella “heavy” e l’altra più sensibile, vulnerabile. Camomilla col Gin chiarisce questo suo essere duale: Mi capita di essere più scomoda delle nuvole in un cielo blu, blu, blu, che non si sogna di piovere e non pioverà. Continua a leggere