L’arte matura di Antonio Faraò: emozioni e tecnica in “Kind Of… Piano Solo”

Antonio Faraò riesce sempre a stupire. Dopo quarant’anni e passa di jazz vissuto come impegno assoluto e devoto e dopo aver suonato con il Gotha dei jazzisti mondiali (tipi come Benny Golson, Wayne Shorter, Chico Freeman, Bob Berg, Joe Lovano, McCoy Tyner, Eddie Gomez, Jack DeJohnette, Billy Cobham, Didier Lockwood, Herbie Hancock), Faraò ha fatto il passo decisivo, quello che i grandi interpreti temono e bramano più di tutti. Un disco solo, il suo primo. Lo ha intitolato Kind Of… Piano Solo. 

È uscito il 19 settembre scorso, pubblicato da Notes Around Ag e distribuito da Azzurra Music solo su supporto fisico (vinile e Cd), 12 tracce per 50 minuti di ascolto. Un lavoro che, per chi lo segue e conosce il suo andar per jazz, lo rappresenta fino in fondo. Quattro omaggi agli artisti e agli standard che più lo rappresentano – There Will Never Be Another You di Harry Warren,  O Que Será di Chico Buarque de Hollanda, Round Midnight di Thelonious Monk e I Didn’t Know What Time It Was di Richard Rodgers – e otto brani farina del suo sacco. Continua a leggere



Un grande del jazz italiano, Gianni Coscia, firma il suo primo “disco solo” a 94 anni

Gianni Coscia – Foto di Daniela Bellu

Come capita raramente ho praticamente suonato una serie di brani di botto, uno dopo l’altro e – complice la bravura di Paolo Facco dietro al mixer che quasi senza dirmelo ha cominciato a registrare – è venuto fuori questo lavoro. Ascoltandolo alla fine della sessione mi sono reso conto che senza quasi volerlo stavo raccontando in musica la mia vita e inconsapevolmente ho creato una scaletta praticamente cronologica. Quello che si ascolta è dunque una serie di tappe essenziali della mia vita artistica: qualche volta si tratta solo di semplici ricordi, in altri casi il brano è invece collegato a incontri importanti con altri musicisti e alle elaborazioni che ne sono scaturite. Un sunto della mia vita musicale.

Quella che avete appena letto è la nota di copertina de La Violetera, lavoro del fisarmonicista Gianni Coscia, uscito oggi via Tǔk Music. Un disco che considero prezioso per molti aspetti. Innanzitutto per l’artista: Gianni Coscia ha 94 anni, («A gennaio saranno 95!», mi dice con piglio sicuro); quindi per la musica che ha proposto, un percorso tra tango, musica popolare e jazz, con omaggi a uno dei suoi idoli, Gorni Kramer; e infine per l’etichetta. Paolo Fresu ha visto lungo pubblicando una solida testimonianza del jazz e del suo sviluppo nell’Italia del Novecento, oltre a omaggiare uno dei grandi fisarmonicisti italiani. Lo ha fatto con la solita precisione e minuziosità, la cover è un’opera di Daria Petrilli, Constellation of Venus, perfetta per ciò che si ritrova al suo interno. Continua a leggere



Claudio Fasoli inaugura l’Atelier Musicale di Milano: il jazz come architettura dell’azzardo

Domani alle 17:30 all’Auditorium Di Vittorio della Camera del Lavoro Metropolitana di Milano parte la XXXI edizione dell’Atelier Musicale, rassegna di jazz e classica contemporanea organizzata dall’associazione culturale Secondo Maggio (ingresso 10 euro). Una rassegna che negli anni è cresciuta ed è diventata un appuntamento immancabile nella proposta musicale meneghin. Il concerto inaugurale è stato affidato non a caso a uno dei nostri grandi artisti jazz, Claudio Fasoli, mitico sassofonista dei Perigeo, compositore, insegnante, musicista che ha fatto del jazz la ragione di vita, di lavoro e di studio. 

Nell’aprile scorso Claudio ha pubblicato il suo secondo libro (il primo, Inner Sounds, è uscito nel 2016) dal titolo Jazz, architetture di un azzardo (il Saggiatore, 200 pag, 18 euro), che via consiglio caldamente di leggere. Dentro ci trovate la summa del musicista, lo studio, la composizione, i concerti, l’insegnamento, la promozione del jazz, note tecniche per chi di musica ne sa ma anche curiosità, ricordi e storie di un genere che dalla sua nascita è in continuo cambiamento e innovazione che ha portato Claudio a dare una definizione di jazz che ho trovato fantastica: un azzardo. Continua a leggere



Tre autori per rinfrancare lo spirito: Eyal Talmudi, Abel Selaocoe, Gustavo Vaz

Sono tre dischi intensi quelli che vi propongo all’ascolto in questo fine settimana settembrino. Per espressività, musicalità e artisti. Sono andato a scavare nella musica emozionale, in quella che ci ricorda come l’essere umano, mai come ora, ha bisogno di valori ben più alti di quelli che la società ci ha abituati, valori di cultura, di visione artistica. La musica apre la mente, non è ristretta in confini dettati da sterili contrapposizioni politiche e incomprensibili fanatismi religiosi, vola ovunque, appartiene all’uomo in quanto tale.

Ne è convinto Eyal Talmudi, sassofonista israeliano di Tel Aviv, che ha pubblicato la seconda parte di un unico lavoro, Sonolodge (la prima era uscita a febbraio) con il chiaro intento di agire sulla salute delle nostre menti occupate da guerre, carestie, morti. La pensa così anche un altro dei grandi artisti che ascolto quotidianamente, Abel Selaocoe, sudafricano, violoncellista e cantante geniale, e nella sua giovane esuberanza anche il brasiliano Gustavo Vaz, che ha pubblicato il suo primo album dichiarando sin dal titolo il significato della sua arte, Íntimo.

Ascoltateli, aspetto la vostra opinione! Continua a leggere



Mila Trani al Blue Note con “Menta Selvatica”: un concerto che narra il mondo

Mila Trani – Foto Roberta Lo Schiavo

In Mila Trani il concetto di World Music si espande, come un fiume, in mille derivazioni. Tante quante sono le sue passioni e i suoi ascolti. C’è la musica brasiliana, cardine su cui si fonda il suo andare nella musica, ci sono i ritmi afro (cubani e brasiliani), c’è il canto nordafricano, il flamenco, la musica popolare, quella dei Balcani e turca. Tutto concentrato con sapienza e armonia in nove brani per 42 minuti di ascolto e un titolo, che poi è anche quello di un brano, Menta Selvatica, piuttosto strano e accattivante. Nemmeno la voce possiamo definirla una costante, vista la versatilità con cui questa giovane artista usa il suo vero strumento. Anni di studio, di perfezionamento, di lavoro e curiosità le hanno donato una voce che riesce sempre a stupire e non assopire. Con la voce tesse ricami e racconti che si fanno ricordare. Continua a leggere



Gilberto Mazzotti: “Made in Ra”, il jazz che trasforma la fragilità in forza

Foto Domenico Bressan

Made in Ra – First Period sta semplicemente per “Scritto a Ravenna”. È un disco firmato GB Project, ovvero Gilberto Mazzotti, band leader e autore dei brani, al pianoforte, Alessandro Scala al sax soprano, Adriano Rugiadi al basso fretless, Stefano Calvano alla batteria e Maria Francesca Melloni alla voce e autrice del testo di Nuova vita, ultima delle otto tracce, per la durata di 50 minuti che compongono un disco colorato, brillante, estroso nel suo incedere. Un lavoro che ha casa nel jazz e che spazia con una elegante sinuosità nella musica latina, nei ritmi caraibici, nell’improvvisazione. Piano molto percussivo a… Continua a leggere


Olivia Trummer: in “Like Water” la libertà di un’artista senza confini

Oggi vi voglio parlare di un’artista cara a Musicabile, Olivia Trummer, che alcuni mesi fa ha pubblicato un sofisticato quando emozionante lavoro per pianoforte e voce chiamato Like Water. Quando la musica ti riempie lo spazio, ti penetra nell’anima e tu ti lasci coinvolgere e trasportare in un mondo fatto esclusivamente di note, silenzi e una voce morbida a tal punto da far sembrare il tedesco parente del portoghese brasiliano, vuol dire che stai ascoltando qualcosa di magico e intenso.

Olivia Trummer, nata e diplomata in pianoforte a Stoccarda, è figlia di musicisti. Ha una laurea in pianoforte classico e una in piano jazz. A 22 anni ha vinto un borsa di studio ed è volata a New York, alla Manhattan School of Music dove ha scoperto l’altro suo grande talento, la voce. Like Water è il suo primo disco “solo”, dove si confronta, dopo una decina di album pubblicati, con se stessa, il suo talento e la sua voce. L’ha vissuto come il più difficile dei suoi esami, per la prima volta da sola di fronte al giudizio del pubblico. Come l’acqua la sua musica si infila ovunque, riempie i vuoti tra i generi, dalla classica al jazz, dal canto pop raffinato al canto impostato lasciando l’ascoltatore stupito di quanti punti di contatto abbiano tutti i generi.  Continua a leggere



Mauro Ottolini accende Brenzone: jazz, flamenco e funk nel nuovo Brain Zone Festival

Fabrizio Bosso e Mauro Ottolini

Parte oggi – e fino a domenica 6 luglio – a Brenzone, cittadina sul versante veronese del lago di Garda, dopo cinque anni di fermo causa Covid, vista dalla vecchia Giunta comunale, causa virus ben più grave – leggi censura – secondo gli organizzatori storici della manifestazione culturale, un nuovo capitolo del Brain Zone Festival (qui tutto il programma) una quattro giorni densa di esplorazioni musicali dal jazz al funk, dal flamenco a Gershwin, dal R&B al jazz primordiale di New Orleans.

Il nome del festival gioca sulla località che d’estate si popola di un turismo internazionale ma anche sulla celebrazione della creatività, dell’intelligenza umana proiettata nella musica. Un cartellone fitto, come si legge dal comunicato: sarà “una sequenza di concerti diffusi sul territorio dall’alba a notte fonda. Brain Zone suonerà infatti in tutte le frazioni di Brenzone, con spettacoli musicali distribuiti nei luoghi più caratteristici, spiagge, strade, piazzette, trasformate in teatri all’aperto. Si farà anche musica in movimento, con concerti itineranti”. Continua a leggere



Antonio Faraò e Eric Forsmark protagonisti di due festival unici tra Nord e Sud Italia

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Questa settimana vi segnalo due festival, uno al Nord, a Lainate (Milano), e uno al Sud, in Puglia tra Giovinazzo e Minervino Murge. Diversi tra loro, ma con un forte senso di appartenenza. Da una parte Notes Around Smg, con un incedere jazz ben definito anche nelle sue contaminazioni, dall’altra 101 One Planet Festival, un happening di settanta musicisti di diversa estrazione provenienti da tutto il mondo che si ritrovano a Giovinazzo per la prima volta dopo un lungo cammino che li ha portati incidere precedentemente un disco…  Continua a leggere



Jazz Experiences: la nuova vita in note di Andrea Sabatino

Andrea Sabatino – Foto Dario Discanno

«Ti do un’anteprima: nel gennaio del 2026 pubblicherò un disco in quartetto a cui tengo particolamente, si intitolerà Fatata». Raggiungo telefonicamente Andrea Sabatino una sera per parlare di Jazz Experiences, disco uscito alcuni mesi fa insieme al chitarrista Fabio Zeppetella. Sta tornando a casa da una lunga giornata di lezione – insegna, di ruolo, Musica d’Insieme Jazz al conservatorio Pyotr Ilyich Tchaikovsky di Nocera Terinese, splendido borgo in provincia di Catanzaro posto su una collina a 12 chilometri dal mare, «da una parte vedi la montagna, dall’altra il Tirreno, con Stromboli e Vulcano», spiega. «Qua sto bene, è un bellissimo ambiente. Nato come una piccola scuola di musica, si è trasformato in liceo musicale, poi statizzato come Istituto superiore e quindi legalizzato come Conservatorio statale di musica cinque anni fa». Continua a leggere