
Joe Barbieri – Foto Angelo Orefice
Entrare nell’universo di Joe Barbieri, in fin dei conti, non è così difficile. Anche perché la forza gravitazionale è forte ascoltando i 10 brani che compongono Bing Bang, il suo ultimo lavoro uscito l’11 aprile scorso pubblicato dalla sua etichetta Microcosmo Dischi. Basta lasciarsi andare e «riconoscersi ed annusarsi» (parole tratte da una sua vecchia canzone Tacere/Parlare. Riconoscersi è un verbo che Barbieri usa spesso, sulla quale ha fondato la sua ultra trentennale carriera. Il riconoscersi ovviamente ha più valenze, implica un movimento spontaneo di avvicinamento, che poi diventa un’analisi psicologica più profonda. Toccare le corde giuste non vale solo per la chitarra che suona con quell’andare vellutato tipico della bossanova, ma soprattutto per le emozioni. In un’epoca dove di musica siamo sommersi ma di emozioni siamo in secca, l’attrazione verso il suo infinito melodico e letterario accogliente e stimolante diventa un miraggio possibile, un’oasi di raffinata emozione. Vale la pena far notare che il disco è stato registrato in presa diretta: «Sì, tra l’altro con molte cose analogiche, insomma è molto caldo», dice Joe. Continua a leggere


Energizzante. No, non è la pubblicità della famosa bevanda che ti mette le ali, ma un disco uscito il 27 febbraio scorso firmato dalla pianista jazz Francesca Tandoi in trio con Matheus Nicolaiewsky al contrabbasso e Sander Smeets alla batteria. Bop Web il titolo, un omaggio al Be Bop e a Dizzy Gillespie in chiave moderna. «Un disco, credo, nato in contrasto a chi mi definisce la Diana Krall italiana, che canta e fa musica romantica… Ho detto: “Mo’ ve faccio vedè io», scherza l’artista.
