C’è più di un motivo per ritagliarsi questo fine settimana a Cittadella, in provincia di Padova. Va in scena, infatti, la quarta edizione del Cittadella Jazz (dal 30 agosto al primo di settembre) una tre giorni, intensa e divertente, fatta di concerti, la Magicaboola Brass Band che percorre il centro cittadino in stile New Orleans, e una mostra fotografica, ovviamente dedicata al jazz – 4/4 in Jazz – firmata da Roberto Ciffarelli, una delle belle conoscenze di Musicabile, inaugurata il primo agosto al Palazzo Pretorio.
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Tre dischi per cinque musiciste tra jazz e roots
Per il fine settimana ho deciso di proporvi tre nuove uscite tutte al femminile. Artiste diversissime tra loro, che spaziano dal Blues al samba-jazz passando per il bluegrass, la roots music americana, collegata a quella cinese. A mio modo d’ascoltare sono tutte molto interessanti, soprattutto l’ultima in puro Worldwide. Quindi, mettetevi comodi e volate tra ritmi e paesi che riescono ancora ad emozionare…
Continua a leggereTre dischi da ascoltare… from Brazil!
Ritorno da voi dopo una settimana di relax con tre dischi di recente uscita. Tutti e tre arrivano dalla cultura musicale brasiliana, una delle mie passioni, lavori legati alle armonie “classiche” della bossa, del samba e della musica popolare latino americana, un terzo tra bossa, jazz e psichedelia che vede protagonisti due musicisti incredibili, Milton Nascimento ed Esperanza Spalding.
Continua a leggereNotti magiche a Campo tra musica e stelle cadenti
Sempre alla ricerca di Festival estivi che abbiano quel “di più” che faccia stare bene, ve ne propongo uno sul lago di Garda, sponda veronese. Il suo nome è già un buon indizio: Notti Magiche a Campo. Campo è l’antico borgo di Brenzone, lo scorso anno ha celebrato i suoi primi 1000 anni di vita. Poche case per lo più disabitate, ci vivono stabilmente soltanto un paio di famiglie, una chiesetta affrescata a metà del Trecento e, intorno, tanti ulivi, di cui si tiene memoria sin dal Settecento. Sullo sfondo le montagne e il lago. La magia del luogo arriva anche dal cielo perché qui, visto il poco inquinamento luminoso, strisciano nitide le stelle cadenti.
Continua a leggereMimmo Cavallaro, la musica popolare nasce dal… Mirjiu
In questo blog parlo spesso di musica popolare. Perché è una musica in movimento, a dispetto di quelli che la liquidano come noiosa e ripetitiva. Una musica dall’alto potere contaminante, a cui fior di artisti hanno attinto – e non solo qui in Italia. Qualche settimana fa vi ho presentato Romagna 2.0 il lavoro di Moreno Conficconi con gli E-Wired Empathy, dove il liscio viene presentato con una nuova chiave di lettura. Oggi vi propongo Mirjiu, ultimo album di Mimmo Cavallaro, uno dei grandi maestri della musica popolare italiana. Da Gatteo a Mare scendiamo a Caulonia, cittadina nella parte ionica di Calabria, dove è nato e vive orgogliosamente Cavallaro.
Mimmo, classe 1957, oltre a essere il nuovo padre della musica popolare calabrese è uno studioso pignolo di canti e ritmi. Come fecero l’etnomusicologo Alan Lomax e Diego Carpitella nel 1954/55 dando vita a Italian Treasury, ha registrato in presa diretta ore e ore di canti, musiche e brani trasmessi solo oralmente per conservarne storia, cultura e identità. La musica popolare in tutti questi casi non è rimasta ferma, ma si è evoluta, basti pensare alla Pizzica Salentina, citata più e più volte su Musicabile.
Continua a leggereAntonio Faraò, con Tributes emozioni in jazz
La parola “tributo” porta in sé il concetto di corresponsione. In senso affettivo, più che un’azione materiale è un’offerta per qualcosa di bello e di positivo che si ha ricevuto nella vita e che merita, dunque, un atto di riconoscenza. Proprio in questa direzione va Tributes, lavoro firmato da Antonio Faraò, uscito il 14 giugno scorso, pubblicato dalla prestigiosa etichetta jazz olandese Criss Cross. Dieci brani per un’ora e quattro minuti di ascolto, otto originali e due standard, I Love You e Matrix, con i quali il pianista e compositore romano ha voluto ringraziare tutti quei musicisti (e luoghi) che hanno segnato la sua formazione artistica e umana.
Un lavoro complesso, d’altronde Faraò da sempre ci ha abituati a esperienze emotive e musicali mai banali, grazie a quel suo sicuro incedere jazz, dove il linguaggio conta, le dita volano e le note esplodono in mille fuochi d’artificio. Jazz da ascoltare, jazz fatto per emozionare, jazz usato per raccontare.
Suoi compagni di viaggio, riuniti nel classico trio, sono due nomi “pesanti” del jazz mondiale, John Patitucci al contrabbasso e Jeff Ballard alla batteria. I tre si conoscono da tempo, sono praticamente coetanei, John classe 1959, Jeff 1963 e Antonio 1965, hanno suonato con il gotha del jazz internazionale del Novecento, hanno ascolti comuni e tra loro un rapporto comunicativo profondo che li porta a narrare storie che conoscono bene, in alcuni casi hanno contribuito addirittura a scriverle, e che sanno raccontare con il cuore e con l’esperienza.
Continua a leggereLorenzo Cimino e il Festival Jazz della Spezia: «Sulle orme della musica afroamericana»
Il 18 luglio del 1969, primo concerto della prima edizione del neonato Festival Internazionale del Jazz della Spezia, salivano sul palco Bill Evans con Eddie Gomez al contrabbasso e Marty Morell alla batteria. Un concerto, ammetto, che mi sarebbe piaciuto tanto vedere. Il 28 luglio prossimo, sempre sullo stesso palco, si potrà assistere a un trio che si riallaccia a doppio nodo a quell’evento di oltre mezzo secolo fa, quello composto da Dado Moroni al pianoforte, accompagnato, in un omaggio a Bill Evans, da Eddie Gomez e da Joe La Barbera, batterista che ha suonato con Evans prima del suo tragico epilogo. Gomez suonerà su quel palco dove si esibì nel ’69. E qui c’entrano ricordi, passioni, storie, che lo fanno diventare per forza un evento da non perdere, soprattutto per chi ha amato e ama ancora la creatività di Evans.
Quello della città ligure è il decano dei festival jazz del nostro Paese. Un grande e saggio vecchio che ha saputo intercettare nel corso degli anni le novità e le commistioni di cui il jazz si nutre avidamente. Se nel 1969 era Bill Evans che aveva dato un nuovo senso al trio jazz con una musica che avrebbe influenzato (e influenza tuttora) pianisti contrabbassisti e batteristi, domani, 24 luglio, la campanella d’inizio concerti nell’ormai tradizionale Piazza Europa, la suonerà il bosniaco Goran Bregović con i suoi Wedding & Funeral Band.
Scorrendo il programma troviamo Mark Stern and Randy Bracker Band (il 25), Irene Grandi (il 27), Paolo Fresu con Uri Cane (il 29). Chiuderà, il 30 luglio Russell Crowe & The Gentlemen Barbers. L’attore neozelandese con la sua band può sembrare anacronistico in un festival jazz di lungo cabotaggio. Perciò ho chiamato il direttore artistico del Festival, Lorenzo Cimino. Continua a leggere
Moreno Conficconi e Romagna 2.0: con gli E-Wired Empathy rinascerà il Liscio
Si appassiona mano a mano che racconta, è un fiume in piena. Aperto, solare, curioso. Moreno Conficconi, conosciuto come Il Biondo, 66 anni, calca i palchi da quando di anni ne aveva 14. Clarinettista dell’orchestra Casadei «abbiamo fatto 330 serate all’anno per 15 anni», mi racconta, sta vivendo una seconda vita artistica. Dopo l’esperienza con gli Extraliscio s’è imbarcato in un progetto in cui crede fortemente.
Ne va della salvezza e della nobilitazione del Liscio, musica da ballo, fieramente da sagra paesana e poco d’ascolto. Una tradizione radicata soprattutto nella sua Romagna. Il liscio ha un’anima musicale forte, basta saperla scoprire e aprirsi al dialogo con musicisti di altra estrazione. Con questo spirito esce proprio oggi Romagna 2.0, album che Il Biondo firma con gli E-Wired Empathy, una vecchia conoscenza di Musicabile. Apparentemente due realtà incomunicabili. Apparentemente… In realtà il disco che vi consiglio di ascoltare attentamente e senza pregiudizi dà il via a una nuova rilettura di una musica folclorica che ha un peso nel nostro Paese. Come è stato per la Taranta Salentina, quando Stewart Copeland, storico batterista dei Police, si innamorò a tal punto da farne uno spettacolo che ha portato in giro per il mondo. Continua a leggere
Festival d’estate: 25 anni per il Sant’Elpidio Jazz, tra mostri sacri e nuovi talenti
Ritorno sull’argomento festival estivi. Ce ne sono tanti in giro per l’Italia e per tutti i gusti. Con Musicabile ne ho proposti molti negli anni scorsi, mi piacciono quelli che hanno alle spalle una storia, molto più di quelli che presentano artisti famosissimi – andando sul sicuro – invece di rischiare con un sapiente mix di musicisti noti e meno noti, comunque tutti di gran livello professionale e artistico. Una riflessione che avevo fatto proprio in questo blog il mese scorso intervistando Max De Aloe.
Oggi ve ne segnalo uno che, per come è nato, per la passione del patron che l’organizza da un quarto di secolo e per l’equilibrio con cui sono stati decisi i concerti vale la pena annotare nella propria agenda estiva.
Siamo nelle Marche, dalle parti di Fermo, per precisione a Sant’Elpidio al mare, borgo adagiato su una collina a pochi chilometri dall’Adriatico. Qui, martedì prossimo, 23 luglio, inaugura il S.e.j.f. Sant’Elpidio Jazz Festival (festival del circuito Jazz di Marca) organizzato dall’Assessorato alla Cultura del Comune e dall’associazione AMAT in collaborazione con Syntonia Jazz, sotto la direzione artistica di Alessandro Andolfi. Continua a leggere
Luciana Morelli, il canto e le parole affidate al vento
para reconocer en la sed mi emblema
para significar el único sueño
para no sustentarme nunca de nuevo en el amor
he sido toda ofrenda
un puro errar
de loba en el bosque
en la noche de los cuerpos
para decir la palabra inocente(Los Trabajos y Las Noches, Alejandra Pizarnik)
Words of the Wind è il titolo del terzo album di Luciana Morelli, musicista, cantante e compositrice argentina residente a Basilea, uscito il 7 giugno scorso per Habitable Records, etichetta nata tre anni fa grazie all’intraprendenza e alla scommessa di otto giovani musicisti capitanati dall’argentino Javier Subatin. Tra questi “saggi” c’è anche c’è anche una preziosa conoscenza di Musicabile, Francesca Remigi.
Un album bello, ricco di chiaroscuri a pennellare un progetto che parte dalle poesie di quattro autrici di epoche diverse: l’inglese Emily Brontë, vissuta nell’Ottocento, l’argentina Alejandra Pizarnik, una delle voci controcorrente del Novecento latinoamericano, suicidatasi ad appena 36 anni, nel 1972, la newyorkese trentaseienne Robin Myers, appassionata di letteratura iberoamericana, e la settantaquattrenne canadese, poetessa e saggista Anne Carson. Su queste solide basi Norelli ha basato le sue composizione, andando ad armonizzare versi e armonie. Continua a leggere