Il paradiso? C’è ed è la Terra. Parola di Lucas Santtana

Lucas Santtana – Foto Jérome Witz

Oggi vi presento un disco uscito ai primi di gennaio per la casa discografica francese Nø Format!. L’autore è Lucas Santtana, 52 anni, brasiliano di Bahia, nipote di Tom Zé, uno dei padri del Tropicalismo, polistrumentista, con domicilio in Francia, a Montpellier. Il disco si intitola O Paraíso. Fatte le presentazioni ufficiali, ve lo consiglio perché è uno dei lavori più interessanti che ho ascoltato in questi primi mesi del 2023, sia dal punto di vista musicale sia da quello “letterario”. Continua a leggere



Rohma, le dualità dell’essere umano in @arroboboy

Volutamente spiazzante, istintivamente provocatorio, scariche improvvise di elettronica “metal”, richiami di synth patinati anni Ottanta, chitarre acide e distorte. Echi di Bowie, di Prodigy, di Nine Inch Nails raccontano un personaggio non facile. Entrare nell’universo musicale di Rohma è come avventurarsi in un lisergico mondo dove le dualità diventano confuse, tutto tende a unirsi e a risepararsi in nuova vita, lava che esce da un vulcano e si solidifica in tante forme, nessuna uguale all’altra.  Continua a leggere



Oragravity, la musica di Caravaggio

Gli Oragravity, Federica Luna Vincenti e Umberto Iervolino – Foto Azzurra Primavera

La musica come pennellate, i brani come tanti piccoli preziosi particolari di un quadro. Chiaroscuri, fisicità e pensiero. Ascoltare la colonna sonora di un film disgiunta dalle immagini è un interessante percorso mentale. Soprattutto per L’Ombra di Caravaggio, ottimo lavoro di Michele Placido. Gli autori della soundtrack sono gli Oragravity, due musicisti che si sono trovati compatibili per gusti e creatività in un’avventura per nulla scontata. Sono Federica Luna Vincenti, che è anche la produttrice della pellicola nonché la moglie di Placido, e Umberto Iervolino, compositore napoletano con sede a Milano, che nella sua gioventù ha suonato anche con i mitici Napoli Centrale di James Senese. 

Musica ed elettronica. Strumenti fisici (archi) e colori virtuali, dai synth analogici agli strumenti digitali, uniti a una buona dose di spiritualità alla Sigur Ross e alle atmosfere di scuola nordeuropea, costituiscono nella versione disco, 13 brani per 35 minuti, un ascolto denso e profondo. Con una certezza, che la musica (ma anche il film) sono stati pensati, realizzati e diffusi con una logica rigorosa, dove prevale la parte artistica a quella commerciale.  Continua a leggere



Joe Barbieri, trent’anni di musica e rispetto

Joe Barbieri – Foto Angelo Orefice

Vivere attraverso la musica è un’arte che pochi sanno praticare. È questione di attitudine, di sensibilità, di condivisione. Joe Barbieri, musicista napoletano, è uno di questi rari esseri umani. Lo seguo da anni, mi ha incuriosito fin dai suoi primi lavori per la sua “integrità musicale”. Che non significa attaccamento a un genere, anzi! Semmai, pura creatività messa in note con criteri rigidissimi. 

Artista attento alla musica del mondo con una predilezione per il jazz, la bossanova e lo choro, la sua Cosmonauta d’appartamento suonata con Hamilton de Hollanda, incredibile mandolinista brasiliano, dall’omonimo album uscito nel 2015, è uno dei brani che resta custodito nella mia playlist del cuore, tra Desde Que o Samba é Samba di Caetano Veloso e Gilberto Gil, e País Tropical cantato da Veloso, Gil e dalla grande Gal Costa (che se n’è andata a 77 anni la scorsa settimana)… Insomma, tornando a Barbieri, alla sua creatività, uno può avere tutta la fantasia del mondo, ma poi, per trasformarla in musica e fare un buon pezzo ha bisogno di tanta arte e studio.  Continua a leggere



NewStrikers: il jazz cantato secondo Antonio Apuzzo

I NewStrikes sono Antonio Apuzzo (al centro), Marta Colombo, Sandro Lalla, Valerio Apuzzo, Luca Bloise e Michele Villetti

Sto ascoltando l’ultimo lavoro dei NewStrikers, The Songs Album, uscito un mesetto fa anche in vinile. NewStrikers si legge Antonio Apuzzo. Vivace clarinettista e sassofonista, appassionato di poesia, un figlio, Valerio, che a 23 anni suona tromba e flicorno con lui. Insomma, una mente brillante.Antonio è l’anima di una band che – vale la pena sottolinearlo – è in totale sintonia con il “capo”. Lo si percepisce chiaramente nello scorrere degli 11 brani che compongono questo lavoro dove la voce è la protagonista. E la “star della serata” è Marta Colombo, cantante e compositrice lombarda che fa parte di questo ensemble decisamente efficace. Continua a leggere



Misteriseparli: «musica è musica, i generi non contano»

Vediamo se ho capito bene: sono nati nella stessa città, Pescara, uno nel 1971, l’altro sei anni più tardi. Entrambi – senza conoscersi – si sono appassionati alla musica sin da piccoli, studiandola privatamente, diventando polistrumentisti. Il primo è appassionato di club, oltre a essere un musicista è anche un dj, il secondo ha suonato in gruppi rock e hardcore surf. Entrambi sono appassionati di longboard e di professione lavorano nelle piattaforme petrolifere in giro per il mondo. Proprio in una di queste, in Spagna, dieci anni fa si sono conosciuti. 

Questa è la storia di Giuseppe Palmieri (Pepi) e di Andrea Sestri (Andrew), in arte i Misteriseparli, duo difficile da etichettare e incasellare in qualche genere. Nel maggio scorso hanno pubblicato il loro primo lavoro Speedbeforedeath. La musica, spesso, racconta in maniera più efficace delle parole la vita delle persone. E questo disco, pubblicato da Vina Records e distribuito da Believe, narra la storia di questi due uomini che le note hanno fatto incontrare. Continua a leggere



Ermanno Cavazzoni: il liscio, lo studio e il suo futuro provocatorio

Ermanno Cavazzoni

Oggi parte a Bologna Mens-a. Un festival filosofico ma non solo, che vuole portare agli studenti universitari e alla società civile una sana iniezione di cultura. Il Pensiero ospitale, in tutte le sue declinazioni, regnerà per un mese (fino al 14 ottobre) in sette città dell’Emilia Romagna. Sette “palestre” nelle quali una sessantina di studiosi di fama internazionale si alterneranno per raccontare il futuro. Questo è il tema della settima edizione.

Futuro declinato in tanti modi seguendo un filo logico che parte da Bologna con Parole, Immagini e Memoria, passa per Parma, il 22 settembre, con Fiducia, Futuro e Sostenibilità; si dirige, il 24, a Ravenna per affrontare un tema gigantesco, Conosci te stesso, per poi arrivare a  Ferrara il 6 ottobre con Maestri, ripartire per Reggio Emilia il 7 con Osa Sapere, l’8 a Vignola  per parlare di Tradizione e Traduzione e chiudere, il 14, a Modena con Tolleranza e Raccontare la Storia.  Continua a leggere



Giovani e Musica: sogni, aspettative, ansie e tanta voglia di raccontare

Martina Conti

I ventenni e la musica. Cosa li spinge a vivere di note? Quali le aspirazioni artistiche e culturali in un mercato discografico – almeno in Italia – piuttosto verticalizzato su generi commerciali tutto sommato banali e artefatti? Sono domande che mi faccio da un po’. Così, grazie alle tante segnalazioni che ricevo ogni giorno, ho individuato due ragazzi che stanno muovendo i loro primi passi in questo mondo così apparentemente libero grazie ai social, ma in realtà sempre piuttosto chiuso. Si chiamano Daniele Delogu, in arte NILO, 21 anni appena compiuti, di Sassari, e Martina Conti, 22 anni, veneta della provincia di Treviso. Continua a leggere



Eugenio Rodondi, i cantautori e il narcisismo dell’artista

Torno a parlarvi ancora di cantautorato italiano e lo faccio attraverso un artista che ha l’appeal e il physique du rôle del musicista anni Settanta. Si tratta di Eugenio Rodondi, classe 1988, torinese. Ha pubblicato tre singoli che fanno parte di un disco che uscirà dopo l’estate, molto interessanti per il lavoro concettuale che sta alla base, che lui ha definito una «provocazione gentile»: mettere in primo piano la canzone – e il suo significato – e non l’artista che l’ha scritta. Come? Facendola interpretare da voci completamente diverse dalla sua. Lavorare sulla centralità del brano a dispetto dell’ego dell’artista, annullare il personaggio per dar vita alle parole. Continua a leggere



Michele Macchiagodena, Termoli Jazz e le derapate

Michele Macchiagodena – Foto Paolo Lafratta

In quest’estate strana e bollente, mentre i giornali sono impegnati nel narrare la sostanziosa “political crime” accaduta proprio nel Quintilis Iulius romano, mese dedicato a Giulio Cesare, con tanti possibili colpevoli e colpi di scena “splatter” degni del miglior Joe R. Lansdale, su Musicabile vi sto raccontando alcuni dei numerosi festival musicali che la stagione estiva per fortuna mette a disposizione. Scelti perché a parlare è la musica prima degli artisti, e questo, ormai avete imparato a conoscermi, mi attira particolarmente. Continua a leggere