Natale in jazz con Antonio Faraò e il suo Christmas Time

Antonio Faraò

Natale è ormai alle porte. Quest’anno, tra gli album della Festa, si affaccia anche Christmas Time di Antonio Faraò, uscito fresco fresco due giorni fa. Con lui Mario Rosini, cantante e musicista pugliese dotato di una gran bella voce e di una invidiabile vena jazz-crooner. Per intenderci, l’album ha poco o niente delle patinate produzioni natalizie americane, in compenso porta il marchio di fabbrica del musicista romano, un piano percussivo ed efficace, ricco di note e soluzioni armoniche. Esempio calzante l’arrangiamento della famosissima Jingle Bells, brano immancabile nelle compilation natalizie da 167 anni, da quando James Pierpont la pubblicò nel 1857, eseguito nel corso del tempo in tanti modi, rock, jazz, pop, in versione orchestrale o a cappella. Continua a leggere



Antonio Faraò, con Tributes emozioni in jazz

La parola “tributo” porta in sé il concetto di corresponsione. In senso affettivo, più che un’azione materiale è un’offerta per qualcosa di bello e di positivo che si ha ricevuto nella vita e che merita, dunque, un atto di riconoscenza. Proprio in questa direzione va Tributes, lavoro firmato da Antonio Faraò, uscito il 14 giugno scorso, pubblicato dalla prestigiosa etichetta jazz olandese Criss Cross. Dieci brani per un’ora e quattro minuti di ascolto, otto originali e due standard, I Love You e Matrix, con i quali il pianista e compositore romano ha voluto ringraziare tutti quei musicisti (e luoghi) che hanno segnato la sua formazione artistica e umana.

Un lavoro complesso, d’altronde Faraò da sempre ci ha abituati a esperienze emotive e musicali mai banali, grazie a quel suo sicuro incedere jazz, dove il linguaggio conta, le dita volano e le note esplodono in mille fuochi d’artificio. Jazz da ascoltare, jazz fatto per emozionare, jazz usato per raccontare. 

Suoi compagni di viaggio, riuniti nel classico trio, sono due nomi “pesanti” del jazz mondiale, John Patitucci al contrabbasso e Jeff Ballard alla batteria. I tre si conoscono da tempo, sono praticamente coetanei, John classe 1959, Jeff 1963 e Antonio 1965, hanno suonato con il gotha del jazz internazionale del Novecento, hanno ascolti comuni e tra loro un rapporto comunicativo profondo che li porta a narrare storie che conoscono bene, in alcuni casi hanno contribuito addirittura a  scriverle, e che sanno raccontare con il cuore e con l’esperienza.

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I dieci anni di Francavilla è Jazz: la cultura della buona musica

Alfredo Iaia, direttore artistico di “Francavilla è Jazz”

L’estate dei festival sta finendo. In tutta la Penisola quest’anno è stato un fiorire di appuntamenti, molti di questi interessanti, altri un po’ meno, comunque la dimostrazione che la musica a prescindere dai grandi eventi, ha tanto da dire. Su Musicabile ve ne ho presentati alcuni, quelli che mi sembravano più intriganti sia per i musicisti sia per i luoghi. 

Domani e fino al 10 settembre si tiene uno degli ultimi appuntamenti della stagione: il Francavilla è Jazz. Siamo nel Salento, a Francavilla Fontana grosso centro commerciale e culturale della regione. Il festival accende le sue prime dieci candeline, un appuntamento importante soprattutto per una manifestazione gestita interamente da un’associazione culturale senza scopo di lucro. Una decina di persone, capitanate da Alfredo Iaia, 65 anni, avvocato di professione, una passione smisurata per il jazz e chitarrista per passione. Continua a leggere



Tony Esposito e Antonio Faraò, le buone vie del jazz

Tony Esposito

Approfittando dell’ospitalità di Tgcom24, da anni cerco di trasmettere il senso e il valore della buona Musica. Buona s’intende la musica capace di emozionare, di toccare il nostro essere più nascosto. Non tutto quello che c’è in giro ha questo scopo, ma lì andiamo in un’altra definizione, che è “intrattenimento”. Nulla di male, è necessario anche quello. Solo la buona Musica, però, riesce a parlarti, a scavarti dentro, a farti riflettere sulle cose di tutti i giorni. 

Ed è proprio “quella” buona Musica che ho ascoltato ieri sera nell’Auditorium Arvedi di Cremona, serata finale dell’ottava edizione di Cremona Jazz, saggiamente organizzata dal direttore artistico Roberto Codazzi. In un teatro con messa in scena centrale, un gioiello in legno – il pavimento del palco è una cassa di risonanza grazie a un’intercapedine di 60 centimetri costruita in cedro giallo dell’Alaska – hanno suonato musicisti che fanno parte della mia formazione musicale, Tony Esposito, Gigi De Rienzo, Antonio Faraò, accompagnati da Lino Pariota, alle tastiere e voce, e da Claudio Romano alla batteria. Continua a leggere



Antonio Faraò, il cuore eclettico della musica al GaiaJazz

Antonio Faraò – Foto Marco Glaviano

Mi trovo per lavoro a Chianale, in Val Varaita, sopra Cuneo, a pochi chilometri dalla Francia. Un borgo a 1800 metri d’altezza, lì vicino il confine, appena 22 abitanti, la metà giovani che hanno scelto di costruirsi la vita qui, mettendo a frutto studi, competenze, aspirazioni. Parlano l’occitano, lingua romanza diffusa tra Francia Piemonte, Liguria e, in un’enclave, anche in Calabria. Danzano nelle tante feste estive al passo dei suoni tradizionali, l’organetto diatonale e la ghironda, un cordofono d’origini antichissime…

Dall’altra parte della pianura Padana, nel borgo medievale di Portobuffolè (Treviso), si sta tenendo un festival arrivato al suo decimo anno di vita, il GaiaJazz Musica & Impresa, nato grazie a Dotmob, associazione culturale fondata con l’obiettivo di diffondere la conoscenza delle imprese e delle professionalità che valorizzano il territorio. Il jazz c’entra più di quanto possiamo pensare: caparbietà, cultura, studio, creatività lo rendono sintesi di come dovrebbe essere l’impresa nel nostro Paese. Continua a leggere