Ritmo, canto e jazz: benvenuti nel mondo di Francesca Tandoi

Energizzante. No, non è la pubblicità della famosa bevanda che ti mette le ali, ma un disco uscito il 27 febbraio scorso firmato dalla pianista jazz Francesca Tandoi in trio con Matheus Nicolaiewsky al contrabbasso e Sander Smeets alla batteria. Bop Web il titolo, un omaggio al Be Bop e a Dizzy Gillespie in chiave moderna. «Un disco, credo, nato in contrasto a chi mi definisce la Diana Krall italiana, che canta e fa musica romantica… Ho detto: “Mo’ ve faccio vedè io», scherza l’artista. 

Un lavoro – lo dico in premessa – che a dispetto del jazz come siamo abituati ad ascoltarlo, seduti in silenzio sulle nostre seggioline, non ti fa stare fermo. Velocità, precisione, improvvisazione studiata nei minimi particolari, la voce di Francesca che contribuisce con il canto, come in Overjoyed, a creare la giusta atmosfera, ne fanno una musica fatta per ascoltare e ballare (d’altronde il jazz, genere popolare per eccellenza, aveva questo scopo), positiva che non lascia un secondo di respiro nelle accelerazioni, nel contrabbasso che macina chilometri su e giù per la tastiera, nella batteria sempre pronta a rispondere agli inviti di un pianoforte molto ritmico anche quando Francesca vola sui tasti. Continua a leggere



Charlie Parker, Richard Brody e l’essenza del ricordo

Tra i tanti articoli che stanno ricordando il centenario della nascita di Charlie “Bird” Parker, uno dei musicisti dirimenti del Novecento (nato il 29 agosto 1919 a Kansas City), ha attirato la mia attenzione quello scritto da Richard Brody sul New Yorker. Brody è un famoso e preparato critico cinematografico, nominato dal governo francese cavaliere dell’Ordine della Arti e delle Lettere, ed è anche uno storico collaboratore del magazine americano da oltre vent’anni. Nel suo articolo dal titolo How Charlie Parker Defined the Sound and Substance of Bebop Jazz ha centrato la potenza dirompente di Parker inserendolo nel periodo storico vissuto… Continua a leggere