Vanessa Tagliabue Yorke e le canzoni di Sanremo ritrovate

Vanessa Tagliabue Yorke – Foto Roberto Cifarelli

Vanessa Tagliabue Yorke è un’artista che mi ha sempre intrigato molto. Perché oltre a metterci l’emozione in una voce riconoscibile tra mille, lavora sempre con solide base culturali, sia che canti canzoni dal mondo – ascoltatevi Diverso, Lontano, Incomprensibile, disco molto interessante del 2020, dove c’è una versione bellissima di Alf Leila Wa Leila, brano della carismatica egiziana Umm Kulthum, una delle sue grandi passioni – sia che collabori con quell’istrione di Mauro Ottolini, artista di cui vi ho parlato più volte (se ne avete voglia, rileggetevi il post e riascoltatevi Il Mangiadischi, dove canta anche Vanessa). Continua a leggere



Interviste/ Fabrizio Sotti, l’italiano che ha avuto la fortuna di fare la storia della musica americana

Fabrizio Sotti – Foto Marco Glaviano

Prima di mettermi a scrivere questa lunga intervista, un’ora di collegamento via Skype a New York, mi sono dedicato a un doveroso “ripasso”, andando a recuperare album che non ascoltavo da parecchio tempo. Nell’ordine, Money Jungle, anno d’uscita 1962, disco gigantesco, il blues in jazz inteso da Duke Ellington, al pianoforte, Charlie Mingus al contrabbasso e Max Roach alla batteria. Quindi, anno 1965, Smokin’ at the Half Note, registrazione live di un concerto del chitarrista Wes Montgomery & Winton Kelly Trio. E qui già stiamo entrando nel personaggio. Il suono della chitarra di Wes è vellutato, di una romantica, voluta… Continua a leggere