Ristampe d’autore: Andrew Hill, Ginger Johnson and His African Messengers, Wilco

Ristampe, edizioni Deluxe, cofanetti, inediti. Il mondo del vinile e del Cd naviga a vele spiegate. Una manna per gli appassionati e per i collezionisti, un bel giro per le case discografiche, ma soprattutto l’opportunità di andare a recuperare dei lavori che hanno, per vari motivi, rappresentato un momento di svolta nella musica dell’epoca o del lavoro dei musicisti. Ho scelto tre ristampe uscite tra gennaio e febbraio. Due sono album storici, di fine anni Sessanta che hanno avuto altre ristampe nel corso degli anni. L’ultimo è uno degli album iconici degli Wilco, pubblicato nel 2004, A Ghost is Born, espanso in ben 65 tracce per nove Cd. 

1 – Grass Roots – Andrew Hill – riedizione in cd e vinile, uscita il 03/01/2025

Andrew Hill, pianista di Chicago, jazzista raffinato di ricerca, lo pubblicò per la Blue Note Records nel 1968. Un disco insolito per lui, sperimentatore complesso, più accessibile, diretto, che diventò uno degli spartiacque tra il jazz classico e l’inizio di un genere caratterizzato da un hard bop ricco di groove che si trasformerà poi in fusion negli anni Settanta. Il disco ebbe una ristampa nel 2000. In quell’occasione furono aggiunte tre tracce bonus “riviste” registrate poche mesi prima l’uscita dell’album, Venture Inward, Soul Special e Bayou Red, in cui c’era anche la chitarra elettrica suonata da Jimmy Ponder. Per incidere il disco Hill chiamò un quartetto di musicisti eccezionali che potevano fare da contraltare al suo stile fatto di accordi ricchi e imprevedibili, Lee Morgan alla tromba, Booker Ervin al sax tenore, Ron Carter al contrabbasso e Freddie Waits alla batteria. Un disco giocato tra spontaneità e spinta dinamica che lo rendono unico nella complessa discografia di Hill. Grass Roots è uno di quegli album che, pur non avendo avuto un impatto immediato paragonabile a capolavori come Kind of Blue di Miles Davis o Maiden Voyage di Herbie Hancock, è riuscito a lasciare un’impronta profonda nella storia del jazz. Per questo è rientrato di diritto nella nuova collana della Blue Note, la Tone Poet Vinyl Series con una registrazione curata nei minimi particolari.

African Party – Ginger Johnson & His African Messengers – ristampa Deluxe Edition uscita il 18/01/2025 

È la ristampa dell’edizione Deluxe uscita il 18 ottobre dello scorso anno, ulteriormente rivisitata. Un meritato ritorno, visto che African Party è considerato una delle colonne della musica britannica, oltre che caposaldo dell’Afrobeat. Anzi, per alcuni è proprio l’origine dell’Afrobeat. Ginger Johnson, il cui vero nome era George Folunsho Johnson, nato in Nigeria nel 1916, trasferitosi a Londra alla fine degli anni Quaranta del secolo scorso, è stato un musicista che ha contribuito non poco alla cultura beat della Swinging London. Per l’allora giovane Fela Kuti era un mentore, per Tony Allen addirittura “il pioniere, l’apripista per tutti noi”. Rosso di capelli, da cui il soprannome Ginger, Johnson, morto nel 1975, era un abile percussionista – prediligeva ritmare con il Djembe, detto anche Piede d’Elefante – ha suonato con i Rolling Stones, Quincy Jones e con le leggende del jazz British (vedi Ronnie Scott). Ha pure contribuito a fondare il Notting Hill Carnival, tuttora una delle attrazioni di Londra. African Party è un lavoro esplosivo, allegro, ricco, cantato in lingua Yoruba, tutto da ballare, grazie ai tamburi che battono forsennati agli ottoni che pompano, alle improvvisazioni di sax e flauto, alle trombe squillanti che dettano i movimenti del corpo. Il brano di apertura, I Jool Omo è la porta d’ingresso nel frastornante mondo musicale di Ginger. L’edizione Deluxe include tracce aggiuntive, Witch Doctor – in versione Afro Rock – e Nawa, brani originariamente pubblicati su un 45 giri all’inizio degli anni Settanta per l’etichetta Afrodisia Records.

A Ghost Is Born – Wilco – edizione Deluxe uscita il 07/02/2025

È stato uno degli album più audaci e complessi della band di Chicago, il quinto in studio, pubblicato il 21 giugno del 2004, che è valso a Jeff Tweedy & Soci due Grammy Awards. Anche la cover del disco è entrata nella storia: un uovo bianco su sfondo bianco. Minimalismo puro, l’uovo è segno di fragilità ma anche di rinascita, di speranza per una nuova vita. L’immagine creata da Peter Buchanan-Smith riassume tutta la fatica, le tensioni, il lavoro, le difficoltà degli Wilco mentre stavano lavorando a questo disco. La riedizione in formato Deluxe si ripropone di svelare l’enigma dell’uovo, pubblicando una monumentale testimonianza di come si arrivò a quell’album, delle difficoltà di salute Jeff Tweedy, di come quel grande dolore condiviso fu canalizzato in una solida  creatività. A Ghost Is Born è dunque un album profondamente personale, legato alle inquietudini e vicissitudini di Tweedy, ai suoi problemi mentali, alla dipendenza da droghe, culminate con il ricovero in ospedale. Una decisione sofferta, ha ricordato lo stesso Tweedy, perché non sapeva se sarebbe riuscito ancora a chiudersi in una sala di registrazione e comporre musica. Le 12 tracce iniziali del lavoro esplodono in nove CD: tra questi, c’è il lavoro originale, ci sono versioni alternative ai brani pubblicati, outtakes e demo che tracciano, passo dopo passo, tutto il processo di composizione. È inclusa anche la registrazione completa del concerto tenuto nel 2004 al Wang Center di Boston. In totale stiamo parlando di 65 tracce inedite, accompagnate da un libro di 48 pagine con foto inedite e nuove note di copertina scritte da Bob Mehr. Parte molto interessante di questa collezione sono i brani che non sono entrati nel disco originale, come Kicking Television, Improbable Germany, Diamond Claw, canzoni che testimoniano la ricchezza creativa della band.