Tre dischi per difendersi dal freddo…

Scrivo da una Milano fredda e senza sole. Per scaldarmi il cuore sono andato a cercare un po’ di dischi che mi aiutassero a vivere questa giornata uggiosa. Ne ho scelti tre, usciti tutti lo stesso giorno, il 12 novembre scorso. Ve li consiglio, perché si spazia da melodie made in “new” Brazil a brani scritti 50 anni fa e mai pubblicati fino a una sensuale e grande voce sudafricana.

1 – Leonardo Marques Presents: Ilha do Corvo Sounds, Vol. I – Artisti Vari

Un Brasile diverso quello di Leonardo Marques, 43 anni, musicista, produttore, discografico, ingegnere del suono di Belo Horizonte, Minas Gerais. Se lo avete già ascoltato,  si sente nitida l’influenza della scuola mineira, quella di cui vi ho già parlato in altri post, che trova in Milton Nascimento (mineiro di adozione), Lô Borges, Beto Guedes e molti altri musicisti un modo molto particolare, ricercato, intimista di interpretare la MPB. Leonardo è il patron della Ilha do Corvo, uno studio di registrazione famoso per la grande attenzione di Marques all’uso di strumenti e attrezzatura “vintage”, la firma sonora che caratterizza le sue produzioni. In questo primo volume ha raccolto dieci brani di artisti della regione che hannoåc inciso in quello studio molto particolare. Un collage di brani arioso, molto anni Settanta: c’è Gui Hargreaves con Pra Ela, Bernardo Bauer con Coragem, lo stesso Marques con due brani, Acordei e Ilha do Corvo, Douglas Scalioni Domingues con Saideira

2 – Antoher Side – Leo Nocentelli

Chitarra acustica e voce. Brani “vecchi” di cinquant’anni che solo una ventina di giorni fa hanno visto  la luce sotto forma di disco. Leo Nocentelli, 75 anni, di New Orleans, il  chitarrista del gruppo funk The Meters, nel 1971 in una pausa con la band, aveva deciso di darsi al “cantautorato”. Folk e funk, una chitarra e un incedere che seguiva i sui punti di rifermento, James Taylor, ma anche Crosby Still & Nash, è riuscito a confezionare brani da roots rock che, per uno di New Orleans, crocevia dove si dice siano nati blues, jazz e rock’n’roll, è pressoché pleonastico. Comunque sia, questo disco è un bel tuffo nei Settanta che riesce a rendere brillante anche una opaca giornata autunnale. Divertitevi con brani come Give Back My Loving, Thinking of a Day, You’ve Become a Habit, dove Taylor è la stella polare… Ultima gemma, una versione di Your Song di Elton John, che ricorda negli assoli di chitarra acustica il grande Jim Croce…

3 – Thetha Mama – The One Who Sings

Dietro The One Who Sings si nasconde Zolani Mahola, 40 anni, cantante, narratrice, attrice molto famosa in Sudafrica e non solo. Lei è stata per diciassette anni la frontwoman dei Freshlyground, band importante e di rottura in quella parte d’Africa. Conosciuta dai fan con vari nomi – nessuno scelto da lei, piuttosto mutuati dai personaggi che ha interpretato – ha deciso di adottare il nome con cui la ricordano ultimamente, e cioè, il semplice “Quella che Canta”. Focus su se stessa, sulla necessità di collegarsi alla famiglia, agli antenati, alla natura. Il lavoro per lei che ha cantato con Stevie Wonder, Robbie Williams, BB King, Shakira, è una ricerca su se stessa come donna e come artista. Thetha Mama è tutto ciò, l’album della rinascita. Da Wawundithembisile, brano che ha lanciato il disco, alla stessa Thetha Mama cantata con l’accompagnamento alla chitarra di Derek Gripper. Un gran bel lavoro!