«A quelli che mi chiedono: e i palestinesi? Rispondo: io sono un palestinese di duemila anni fa. Sono l’oppresso più vecchio del mondo. Sono pronto discutere con loro ma non a cedere le terre che ho lavorato. Tanto più che laggiù c’è posto per due popoli e per due nazioni. Le frontiere le dobbiamo disegnare insieme…». Non so se l’avete mai letta, è un passaggio de l’Arringa per la mia terra, scritta da Herbert Pagani nel 1975, allora 31enne. Quest’anno l’artista, musicista, scrittore, avrebbe compiuto 80 anni. Era nato lo stesso giorno della Liberazione italiana dal Nazismo e dal fascismo, il 25 aprile.
Herbert era un uomo poliedrico, uno che, seppur morto giovane, a 44 anni per una leucemia, nella sua vita ha vissuto più vite artistiche, disegnatore, pittore, scultore, musicista, conduttore radiofonico per Radio Montecarlo, attore. Nel 1973 pubblicò in francese un’opera rock visionaria, Megalopolis, racchiusa in un doppio album, che venne tradotta anche in italiano in formato ridotto nel quale suonò anche Ivan Graziani. Continua a leggere