In questi primi due mesi del 2025 sono usciti tre dischi che mi stanno piacendo molto. Per il modo in cui sono stati concepiti, per la qualità delle produzioni e la sensibilità del proporre grande musica ricca di emozioni. Inizio (catalogati per data di uscita dal più recente) con una toccante storia per chitarra, kora e voce dove l’argomento sono le migrazioni, intese in senso lato, la Natura per sopravvivere vive di migrazioni. Ce la propongono Piers Faccini e Ballaké Sissoko in un disco che crea dipendenza. Si prosegue con Nyron Higor, giovane musicista brasiliano che si sta affermando come nuovo esponente di gran valore della Musica Popular Brasileira (MPB). Chiudo con Early James, anche lui giovane artista, di Nashville, che ha registrato il suo ultimo disco in una casa centenaria della città per assorbire tutto il “ruvido” di una registrazione autentica senza perfezionismi da sala d’incisione. Nel titolo ho scritto “musica per palati fini”. Nessun riferimento ad altri “palati” ma solo la voglia di presentarvi, qualora non li aveste ancora ascoltati, tre esempi di come la musica approccia temi, argomenti, storie. Qui siamo ad alti livelli per bravura degli artisti, per capacità d’emozionare, immaginare, coltivare nuovi orizzonti. Continua a leggere
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Jali Babou Saho: i griot, la kora e lo scopo della musica
La kora è uno strumento che mi ha sempre affascinato. Perché ha la capacità di liberare la fantasia, di ammaliare, di rendere magica la musica. Tra i dischi che ascolto spesso ci sono Ballaké Sissoko con Vincent Segal al violoncello in Chamber Musica, lavoro del 2009, Sona Jobarteh, una grande e magnifica musicista, prima suoantrice donna di ora proveniente da una famiglia di griot, i depositari di questo strumento, in Fasiya del 2011, Ablaye Cissoko con i canadesi Costantinople, in Traversées, lavoro del 2019, e Toumani Diabaté (cugino della Jobarteh) con il grande chitarrista Ali Farka Touré in quell’album bellissimo che si intitola In The Heart of The Moon (ascoltatevi Kadi Kadi). Musica che viene dai cantastorie gambiani e maliani, discendenti di griot di origine mandinka (le popolazioni dell’Africa Occidentale) che si sono passati di generazione in generazione la difficile arte del suono di questo strumento simile a un’arpa e a un liuto, complesso quanto incredibile. Continua a leggere