Ormai lo abbiamo capito: tutto questo “benessere” tecnologico che ci è piovuto dal cielo come la biblica manna, dobbiamo pagarlo in qualche modo. Il prezzo è elevato: vendiamo noi stessi. Ne siamo più o meno consapevoli, un meretricio voluto per giustificare le nostre comodità ma anche – e soprattutto – il nostro ego. Siamo disposti – spesso con leggerezza – a vendere la nostra privacy in cambio di like, sorrisi, condivisioni… il quarto d’ora di celebrità dibattuto da Wharol, lo possono vivere – o credere di averlo vissuto – tutti. In questo mercato che le aziende tecnologiche considerano il nuovo Eldorado,… Continua a leggere