
Giuseppe Greco (a sinistra) e Alfonso Soldano (a destra)
Scenario: Molo San Nicola (Faro Verde) di Trani. Di fronte, il mare profondo, le barche cullate dalle onde. Nulla altera l’originalità del posto, solo un cerchio, a simboleggiare un sole che nasce su cui sopra sono posati due Steinway & Sons Gran Coda incastrati uno nell’altro. Il resto è buio e stelle.
Nella notte tra sabato e domenica qui si celebra un rito che, giunto al terzo anno, raccoglie centinaia di adepti. Un concerto per due pianoforti tenuto da due solisti di prim’ordine, Alfonso Soldano e Giuseppe Greco, il Duo Alborada, che inizia al buio, alle 4,30 del mattino, e termina alla prima luce dell’alba, concepito al millesimo di secondo per onorare il sole che si alza possente dal mare. Il titolo, Nessun Dorma, di pucciniana memoria, racchiude in due parole la forza dell’evento. E, non a caso, esattamente quando il sole spunterà dal mare i due concertisti suoneranno l’aria di Giacomo Puccini tratta dalla Turandot.
Non esiste nessun effetto, tranne alcune luci puntate sui pianoforti la notte per farli sembrare galleggiare sull’acqua. Il resto lo fa tutto Madre Natura, nel suo rito millenario che si ripete ogni giorno. Se ci pensate l’alba è una rinascita continua, un salutare la luce che è vita, lo spunto per partire con il piede giusto.
«Nessun Dorma è nata da una visione un po’ folle, di Niki Battaglia e mia», mi racconta Alfonso Soldano. «Niki è un mio amico storico, d’infanzia, ed è il direttore artistico di Palazzo delle Arti Beltrani da tantissimi anni. Volevamo restituire alla città un’immagine attraverso un concerto un po’ particolare», continua il pianista che è anche docente di pianoforte al Conservatorio di Bari nonché artefice della Fondazione Aldo Ciccolini ETS di Trani, creata dieci anni fa e impegnata nella promozione artistica e culturale, soprattutto per giovani talenti.
I cancelli si apriranno alle 3:30 del mattino. Per capire meglio lo svolgere di questo appuntamento magico con il sole ho chiamato Alfonso e da qui è nata una lunga chiacchierata.

Alfonso Soldano
Alfonso, sei un pianista classico come Giuseppe…
«Sì, sono un solista piuttosto convenzionale, suono nei Festival, nei teatri, da Las Vegas a Shanghai, ma non in concerti canonici, come le stagioni concertistiche. Nulla di particolarmente esotico. Siamo due pianisti che hanno fatto carriera individualmente in Italia e all’estero. Siamo docenti, entrambi pugliesi, lui è al Conservatorio di Matera, titolare di cattedra, io a Bari, insomma siamo due pianoforti gran coda che si sono uniti!».
Come siete arrivati alla “rotonda sul faro”?
«Secondo me e Niki Battaglia mancava una cartolina del nostro territorio abbinata alla musica. Pur essendoci una felice tendenza di concerti, anche mattutini o crepuscolari, abbiamo ritenuto di volerlo fare prima di tutto iconicizzando un luogo dove la musica, prima, non era mai arrivata. Dunque, il faro. Così abbiamo creato il brand, lo abbiamo registrato come marchio Nessun Dorma che era incredibilmente libero, e poi lo abbiamo ampliato. Volevamo dimostrare che la musica può arrivare ovunque».
Potrebbe essere un modello da esportare in altre zone?
«Sì, anche a livello nazionale, dato che noi ogni anno abbiamo molte presenze dall’estero. Quest’anno ci saranno degli americani, un intero gruppo, l’anno scorso erano cinesi di Shanghai. Alla terza edizione posso dire che questo luogo, Trani e il faro, è diventato una cartolina di Puglia, e che rivaleggia in bellezza e in iconicità territoriale anche con la Costiera amalfitana che è meravigliosa e sotto gli occhi di tutti. Il faro ha un simbolismo importante, per chi si avvicina è un luogo di salvezza, è un po’ casa, acque sicure».
Che genere suonate? E perché solo due pianoforti?
«Suoniamo un po’ di tutto, dalla classica al jazz, al pop alle colonne sonore, per rendere armonico questo quadro musicale e naturale. È una visione un po’ debussiana. Tutto è studiato per la light experience, il passaggio dalla notte all’alba, curato nella scelta musicale – e questo lo facciamo io e Giuseppe con il mio team – lo miglioriamo ogni anno. Non vogliamo sovraesposizioni: non suoniamo con un’orchestra perché sarebbe una presenza troppo ingombrante e noi non volevamo niente che contaminasse o inquinasse la scena per gli spettatori: abbiamo scelto due pianoforti perché, se i pianisti sono abili, possono suonare come due orchestre. Due pianoforti hanno anche la versatilità di poter eseguire qualsiasi genere musicale, classica, pop, jazz, tango, rock, musica, film, qualsiasi cosa».
Quindi l’allestimento è minimal!
«Lì non arriva la corrente, è tutto calcolato, abbiamo un impianto di amplificazione, l’accesso anche per le persone con disabilità proprio per permettere a tutti di vivere l’istante. Inclusività, coesione, riequilibrio sociale sono le direttive su cui ci siamo mossi quando abbiamo ideato il concerto. Nel progetto abbiamo incluso anche un attore, Vito Lopriore. È una voce fuori campo perché nulla deve “inquinare” la scena. Prima di ogni brano aiuta a immergere il pubblico nel contesto del brano successivo per creare un mini percorso educativo dal punto di vista musicale, un breve passaggio recitato di 15 secondi. Ciò fa sì che l’attore tramite la sua voce, sia ovunque, un po’ come succede a Las Vegas con la voce di Frank Sinatra. Anche i pianoforti di notte sono curati nell’allestimento con proiezioni che li fanno sembrare sull’acqua, Giuseppe e io abbiamo due piccole lucine per vederci a vicenda e basta».
Il concerto ha catturato anche le istituzioni?
«C’è un entusiasmo crescente da parte di tutte le istituzioni, dall’amministrazione comunale e dal sindaco di Trani, Amedeo Bottaro, all’assessora regionale alla cultura e alla legalità Viviana Matrangola che è diventata la madrina di questo evento e non solo: abbiamo ottenuto anche delle delle possibilità ulteriori e cioè proporre Nessun Dorma come evento di portata nazionale registrando un’ulteriore marchio che si chiama Fari di Puglia, un progetto che si sta ampliando, perché anche gli altri fari hanno visto la possibilità di creare una rete».
Il faro come elemento comune da cui partire…
«Esatto, è una sorta di mappatura di questo territorio, dove tutti i fari diventano luoghi della musica ed è anche bello pensare che possiamo accedere a dei contenuti artistici e culturali in posti inesplorati, portando qualcosa di bello e di qualità. È un messaggio, anche perché il musicista alla fine di tutto questo deve fare, portare messaggi, portare cultura non esaltare le proprie capacità. Lo dico da ex giovane talento così supposto! E lo pensa lo stesso Giuseppe, mio collega, mio fratello musicale. Se fosse una cosa fine a se stessa, narcisistica, annoierebbe…».
Quindi si tratta di un progetto in fase avanzata…
«Comincerà il prossimo anno con un programma più concreto. Trani ha tenuto questo progetto a battesimo. Il format resterà sempre quello».
Veniamo alla musica, quanti brani avete calcolato, come avete concepito la scaletta?
«Suoniamo 16 brani, più ovviamente dei fuori programma. Tutto, però, è vincolato al Nessun Dorma di Puccini. Sono molto vari, ripeto, è un percorso semi-educativo, completamente riscritti per due pianoforti. È un lavoro enorme, visto che per la maggior parte del repertorio che affrontiamo non esistono molte trascrizioni per due pianoforti, non è così nutrito come quello per le quattro mani, per esempio. Anche questa è una sfida: non tantissimi festival in giro per l’Italia o per l’Europa si possono permettere di avere due gran coda, sono una spesa molto consistente. E poi, ci deve essere un’intesa totale tra i due pianisti. Noi ci conosciamo da anni il nostro lavoro si basa sull’amicizia e sulla professionalità».
Con quale brano iniziate?
«Partiremo con O Fortuna dei Carmina Burana. La sorte è come la luna che, come dice il testo, sale e scende, viene e va.
Quest’anno ricorre il centenario della nascita di Aldo Ciccolini. Quando è morto, nel 2015, tu hai creato una fondazione in suo nome. È stato il tuo maestro…
«Il mio venerato maestro. Devo tutta la mia formazione musicale a lui, anche se mi sono diplomato all’Accademia di Santa Cecilia, con il maestro Benedetto Lupo. Entrambi sono stati i miei due fari musicali. Con Aldo sono cresciuto e lui ha voluto che io creassi una Fondazione musicale a suo nome, riconosciuta anche dalla sua famiglia. È stato tutto molto bello. Quest’anno festeggiamo i dieci anni della Fondazione e la Fondazione festeggia i 100 anni del maestro. Come fondazione abbiamo una stagione annuale musicale che si chiama Armonie naturali. Il tema portante del 2025 è quello dell’acqua, il suo ruolo centrale nella natura e nella vita. Abbiamo tantissimi concerti con musicisti, classici, fiabe musicali per bambini, il recital solistico di Benedetto lupo e di Roberto Plano… E dentro c’è anche Nessun Dorma, una delle punte di diamante della stagione. Per effetto di un decreto del Ministero della Cultura del 19 giugno scorso (il 691) Nessun Dorma è diventato ente riconosciuto e sostenuto dal ministero della Cultura, riconoscimento importante e prestigioso di cui siamo tutti felici e fieri».