Ah, Rio de Janeiro! Ogni volta che ci vado lascio il cuore. Sarà una metropoli, con la grande Rio fa quasi 14 milioni di abitanti. Avrà problemi seri, serissimi, di ordine pubblico. A Rio si fondono miseria più nera e ricchezza più sfrenata, delinquenza brutale e perfette armonie. La città degli estremi che convivono in un’area ristretta tra i “morros” e le spiagge. Quella che Chico Buarque in Subúrbio canta: Lá não tem brisa / Não tem verde-azuis / Não tem frescura nem atrevimento / Lá não figura no mapa / No avesso da montanha / É labirinto / É contra-senha / É cara a tapa (Là non c’è brezza / Non ci sono verde-azzurri / Non c’è freschezza né audacia / Non figura sulla mappa / Sul retro della montagna / È un labirinto / È una contro-parola d’ordine / È una faccia esposta allo schiaffo”). Rio è tutto questo, certo, ma è anche una delle città più belle e vive che abbia mai frequentato. Nella vecchia capitale del Brasile sono nati – o passati – passati tutti i grandi della musica brasiliana dell’Ottocento e Novecento, da Heitor Villa Lobos a Chico Buarque, da Jacob do Bandolim a Vinícius de Morães, da João Gilberto a Caetano Veloso, entrambi bahiani… Samba, choro, bossanova, persino il contestato funk brasileiro sono nati qui.
Oggi vi voglio proporre due dischi usciti nell’arco degli ultimi sei mesi, che hanno a che fare direttamente con la Cidade Maravilhosa e con la bossanova. E, come spesso accade, le vite e le musiche si intersecano, coinvolgono artisti a prescindere dal passaporto verde-amarelo. Infatti il primo lavoro di cui vi parlerò è quello della pavese Mafalda Minnozzi (potete leggere l’intervista che le ho fatto un paio d’anni fa cliccando qui), carioca d’adozione, una tra le voci più interessanti della bossa attuale, che ha voluto omaggiare Rio, da quasi trent’anni la sua residenza, con un album dal titolo Riofonic. Il secondo è di Paula Morelenbaum, altra grandissima voce carioca, che lo scorso anno, in occasione del trentennale della morte di António Carlos Jobim, a novembre 2024 ha pubblicato Jobim Canção, album per nulla scontato dove presenta, assieme al chitarrista e compositore porto-alegrense Arthur Nestrovski, uno spaccato della creatività del maestro della bossa.
1 – Riofonic – Mafalda Minnozzi – uscita 28-02-2025
Un tributo all’anima di Rio de Janeiro. Di questo si tratta questo album, registrato a Rio e prodotto (e suonato) dal suo collaboratore di lunga data, il newyorkese Paul Ricci, che come Mafalda, ha subìto l’incanto della musica brasiliana fin dagli anni Novanta. Mafalda è arrivata a Rio nel 1996, iniziando con grande umiltà a studiare e perfezionare quel genere che tanto l’aveva stregata. Passione e duro lavoro l’hanno trasformata in una delle più grandi interpreti di bossa jazz in circolazione. Dotata di una voce versatile, vivendo la bossa con i suoi stessi musicisti, il decano e iconico chitarrista Roberto Menescal, il bassista Kassin, il batterista João Cortez, è riuscita a sintonizzarsi sulla stessa lunghezza d’onda delle cantanti che hanno portato in auge il genere come Nara Leão. Una voce sottile, quasi un soffio, che riesce a modulare in infinite variazioni. Nei 14 brani per 56 minuti d’ascolto, oltre a pezzi iconici come Água de Beber, Só danço Samba, O Barquinho, ci sono due tracce firmate da lei e Paul Ricci – Café South American Style, composizione bossa jazz, e Postcard From Rio, brano che raccoglie l’esperienza e la carioquice di Mafalda. Degno di nota, firma della musicista pavese in ogni sua uscita discografica, un brano cantato in italiano che, questa volta, è un delicato e profondo omaggio a Domenico Modugno, Tu sì ‘na cosa grande, canzone scritta da Mimì con Roberto Gigli, che si inserisce alla perfezione in quell’andare bossa che avvolge tutto il disco. Da rilevare le preziose collaborazioni su quest’album, il violoncellista Jaques Morelenbaum, marito di Paula (e il cerchio si chiude!) ill sassofonista e flautista Marcelo Martins, e ancora Jessé Sadoc (tromba e flicorno), Rafael Rocha (trombone) e Jorge Helder (contrabbasso). Da ascoltare in queste belle giornate di sole!
2 – Jobim Canção – Paula Morelenbaum e Arthur Nestrovski – uscita 12-11-2024
Pubblicato il 12 novembre 2024 dalla Biscoito Fino, si inserisce nelle iniziative per commemorare i 30 anni dalla scomparsa di António Carlos Jobim (1927-1994). Sono dieci composizioni di Jobim, per 35 minuti d’ascolto, dove i due musicisti fanno una lettura fedele della scrittura del maestro carioca facendo uscire con il loro talento la bellezza di queste perle rare. Le canzoni selezionate provengono da diverse epoche della produzione di Jobim, dalla fine degli anni ’50 fino al 1991. Paula Morelenbaum ha cantato al fianco di Tom Jobim per un decennio, dal 1984 al 1994, come parte della sua Banda Nova, partecipando a tournée in Brasile, Giappone, Europa, Canada e Stati Uniti. Questa lunga collaborazione si riflette nella sua interpretazione praticamente perfetta in brani come Passarim o nella straordinaria Wave, dove anche Nestrovski da filologo della musica di Jobim, riesce a ottenere con la sua chitarra delle nuance morbide “de arrepiar”, da far venire la pelle d’oca! Quel tocco morbido lo si ritrova anche nel tema Nuvens Douradas, strepitoso brano strumentale. In questo lavoro sono presenti due preziose collaborazioni: con José Miguel Wisnik, compositore, pianista e saggista che presta la sua voce nella toccante Eu não existo sem você, e con il trentacinquenne chitarrista João Camarero, uno dei solisti più interessanti e richiesti del Brasile, in una lettura strumentale di Gabriela e in Piano na mangueria.