Musicabile

Tre dischi per cinque musiciste tra jazz e roots

Per il fine settimana ho deciso di proporvi tre nuove uscite tutte al femminile. Artiste diversissime tra loro, che spaziano dal Blues al samba-jazz passando per il bluegrass, la roots music americana, collegata a quella cinese. A mio modo d’ascoltare sono tutte molto interessanti, soprattutto l’ultima in puro Worldwide. Quindi, mettetevi comodi e volate tra ritmi e paesi che riescono ancora ad emozionare…

1 – Time and Again – Eliane Elias – uscita 28/06/2024
Eliane Elias è una pianista e cantante che frequenta i palchi dagli anni Ottanta. L’artista di São Paulo ha pubblicato a fine giugno un lavoro frizzante, di bella struttura, basato su Samba e voce: otto brani originali scritti dalla musicista sessantaquattrenne, con interventi rilevanti, come la chitarra di Bill Frisell e il vibrafono del newyorkese Mike Maineiri (86 anni), accompagnata dal basso di Marc Johnson, la batteria di Peter Erskine, dai percussionisti Marivaldo dos Santos e Davi Vieira, e dai vocalismi di Mark Kibble, uno dei fondatori dei Take 6, presente in sei degli otto brani. Eliane canta i portoghese e in inglese. La prima traccia, At First of Sight – pubblicata come primo brano nel suo primo disco da solista, So Far So Close, del 1988 – vede oggi l’aggiunta di un testo scritto dalla stessa compositrice. Come dire: sono la stessa di 36 anni fa, coerente e creativa come allora. Tra le tracce da segnalare, Sempre, con la partecipazione di Djavan, artista che Eliane ha interpretato non poco nella sua lunga carriera, una canzone cucita su misura per il musicista alagoano, condotta per mano da un bel piano Rhodes. Un disco da mettere pensando di trovarsi immersi in uno dei classici tramonti del litorale carioca, accompagnati da una succosa caipirinha…

2 – Kingdom – Amanda Fish – uscita 26/07/2024
Di Amanda Fish avevo scritto quattro anni fa in un post dedicato alle “donne del blues”. Sorella maggiore di Samantha, altra blues-girl di buone doti, Amanda nel 2019 ha vinto il Blues Music Award per il miglior album emergente Free (2018). A luglio, dopo sei anni di silenzio e il Covid di mezzo, ha pubblicato il suo terzo album di studio, Kingdom, disco composto da dieci tracce per 39 minuti di intenso ascolto. Voce possente, capace di scendere in toni baritonali, un’atmosfera cupa che culmina nell’ultima traccia del lavoro, quella che dà il titolo all’album, Kingdom. Il regno è quello dei cieli, a cui Amanda sembra aspirare, un aiuto contro un mondo che no va come dovrebbe, ricorrendo a un blues molto roots, alla R.L. Burnside, con una chitarra che riporta nello stile Delta Cream, album dei Black Keys (2021):

Save my Soul, Set me on fire, Let it burn a rightheous blaze, Make me whole, meet my desire, To take in your amazing grace

canta la Fish prima di attaccare con un solo di chitarra che non ha nulla da invidiare a quelli della sorella Samantha, andando quindi a chiudere il brano con un gospel crescente e ossessivo. Album solido, chitarre che ti sfondano lo sterno come e più di un pugno, vedi  Sell the Record, bruciante critica contro il mainstream imperante nelle case discografiche e nelle radio, o il brano iniziale Mockingbird (tordo), dove il suo pessimismo verso i social, l’informazione e la comunicazione è profondo:

Do you watch the news? Is it watching you? Are they cutting checks To maximize their views? Do the twist and spin To make a lose a win? Dou you doubt your own eyes can see The reality you’re in?

Da ascoltare ad alto volume!

3 – From China To Appalachia – Cathy Fink & Marcy Marxer & Chao Tian – uscita 13/08/2024
Ci si domanda spesso cosa significhi World Music o Worldwide. Non si tratta solo di Etnica, ma di andare a cercare possibili contaminazioni tra le tante musiche popolari del mondo. Vedere cosa nasce dal mettere insieme più culture, strumenti diversi e ritmi altrettanto lontani tra loro. Il lavoro che stanno conducendo da tempo Cathy Fink e Marcy Marxer un duo più che oliato e famoso di musica roots americana e Chao Tian, compositrice e musicista cinese, va in questa direzione. Si è concretizzato in un disco uscito una settimana fa dal titolo From China To Appalachia e “racconta” – con musiche e testi – di come le musiche popolari del mondo possano trovare sintesi interessanti. La collaborazione del trio è nata a Strathmore, centro artistico ed educativo nell’area di Washington. Da qui Cathy, Marcy e Chao sono partite per numerosi tour negli States, costruendo uno spettacolo che porta lo spettatore a capire come un genere  tipico degli stati del Sud americano possa fondersi con vecchie melodie cinesi della prima metà del Novecento, passando per altri stilemi popolari che includono anche l’Europa. L’album è il contenuto di questo progetto a lungo termine suonato dalle tre musiciste con vari strumenti, lo yangqin (un dulcimer cinese a martelli), il banjo a zucca (gourd banjo), quello a cinque corde, l’ukulele, le chitarre, il doumbek (tamburo simile al Darbuka), il violoncello-banjo e il mandolino. Nel disco composto da 13 brani per 48 minuti di ascolto, si vede tutta la pazienza e l’amore che le tre musiciste hanno per l’esplorazione musicale. Ascoltate Nan Ni Wan, composta nel 1943 da Ma Ke (testo) e He Jingzhi (musica), brano che simbolizza crescita e resilienza, o la bellissima Ruby, ballad che prende nuove connotazioni grazie agli strumenti usati (il dulcimer cinese, il gourd banjo e il doumbek), o ancora Beautiful Grassland, My Home, vecchio brano del folklore popolare mongolo fuso con un altro degli Appalachi suonato in un serrato dialogo tra il banjo e il dulcimer cinese. Si conclude in allegria con Hold Each Other Up, brano che, come hanno scritto le stesse artiste, è «un inno che promuove la diplomazia culturale e l’unità umana. Caratterizzato da dulcimer cinese a martello e il banjo violoncello, sottolinea il sostegno reciproco in mezzo alle incertezze globali». Divertitevi!

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