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Alis Ray stasera sul palco di Vasco: sogni e futuro

«Ho avuto la grande fortuna di incontrare una scuola di auto-consapevolezza che mi ha permesso di iniziare a conoscermi veramente e mi ha fatto prendere in mano le redini della mia vita. Ho iniziato a studiare canto e a scrivere le prime canzoni, mi sono misurata con la vergogna, le paure e con tutte quelle voci interiori che mi dicevano di lasciare perdere perché non ero abbastanza brava. Ho scelto di nutrire e di ascoltare la parte migliore di me che si è accolta per com’era, perché avevo compreso che solo vedendomi meglio potevo cambiare, accogliendo anche le critiche. Anni fa non potevo cantare davanti a nessuno. Al mio primo concorso canoro mi sono esibita seduta con le spalle rivolte al pubblico…».

Annalisa Stecconi, classe 1988, parmense. Nome d’arte Alis Ray. Il suo percorso artistico lo ha riassunto nelle parole che avete appena letto. Stasera aprirà la sesta data milanese di Vasco Rossi. Una bella occasione arrivata dopo essersi aggiudicata a maggio il Zocca Paese della Musica, contest-festival nato con l’obiettivo di scoprire e lanciare nuovi talenti nel mondo della musica, in collaborazione con Vasco Rossi. Alis (crasi di Annalisa) è cresciuta a buona musica,  grazie al padre e allo zio appassionati di Rock, quello che oggi definiscono “classico”, in realtà ancora molto più avanti rispetto al piattume mainstream attuale.

Stasera salirai sul pasco del Vasco Live 2024. Hai appena pubblicato Fuori dai Sogni, il tuo primo album solista. Decisamente un buon momento!
«Dopo un lungo periodo di studio e di lavoro sono arrivati i risultati, In questi anni mi sono preparata, sono cresciuta, ho fatto altre esperienze che mi hanno portato a capire meglio come potevo manifestarmi nei confronti degli altri. Dopo tutto questo lavoro sono arrivata pronta al contest di Zocca. Determinata, leggera, non affannata dal voler vincere… Quanto al disco: poteva essere pubblicato già un anno e mezzo fa, non l’ho fatto uscire perché non mi sentivo ancora pronta. Poi mi son decisa, visto che il momento giusto non esiste! L’ho lavorato in collaborazione con Lorenzo Cazzaniga, ingegnere del suono di grandi musicisti, che mi ha insegnato molto. Musicalmente ora sto facendo qualcosa di diverso da quel disco».

Cioè?
«In sostanza mi sto orientando verso un tipo di musica più legato al modo di composizione delle colonne sonore. Queste hanno un impatto emotivo molto forte, costruito con orchestrazioni, un uso di strumenti spesso diversi dai classici, e delle punte di elettronica. Sto cercando di trovare suoni che mi accendano emotivamente, superare le barriere – che sono uguali per tutti – per far arrivare lemme emozioni a tutti. Mi sto orientando sulla scrittura in inglese, da dove ero partita, sempre cercando di perseguire il mio intento».

Fuori dai sogni perché hai smesso di sognare o perché riesci a fidarti davvero di te?
«Anni fa sognavo di fare la cantautrice però non facevo nulla per concretizzarlo. Sognavo e basta. Poi quando ho iniziato a mettermi in cammino per realizzarlo mi son detta: “l’album l’ho fatto finalmente fuori dai sogni. Questi si realizzano al di là della forma e del successo».

Come sei arrivata a scrivere e comporre?
«Ho iniziato a studiare le canzoni degli altri, a vederne la struttura per capire la metrica della musica pop, soprattutto, quella che mi interessa. Lorenzo Cazzaniga mi ha insegnato tantissimo, mi ha aiutato tanto nel migliorare e raffinare portandomi a un buon punto, anche se ho ancora tanto da fare. Alcune canzoni sinceramente mi sono venute in un flusso di parole e melodia. Sono uscite naturalmente, come dice Vasco Rossi: le canzoni che nascono già con le parole».

Quale strumento usi per comporre?
«Il pianoforte».

Com’è nata Alis Ray?
«Alis, da Annalisa, il mio nome di battesimo e Ray, raggio, quello che voglio puntare su me stessa e sulla musica. Voglio essere un raggio, trasmettere agli altri attraverso le canzoni, una luce il più luminosa possibilee».

Il tuo disco è catalogato nel pop, ma in realtà c’è dell’altro, rock, per esempio…
«È pop-rock, mi piacciono entrambi i generi. Vengono dai miei ascolti: mi piacciono molto gli U2 ma anche Madonna!».

Cosa ti piace ascoltare, dunque?
«Come ti dicevo mi piacciono molto gli U2, i Toto, che sono straordinari, Madonna, mi piacciono alcuni pezzi di Taylor Swift, Lady Gaga… Vado sempre sul panorama internazionale del passato».

Alis come vivi il mainstream italiano?
«Alti e bassi nel mainstream ci sono sempre stati. In questo momento siamo in un periodo di decadenza, a partire dai contenuti, non ti alto livello che manifestano un disagio soprattutto nei ragazzini. La musica mi sembra troppo omologata, non si riesce a riconoscere un brano quando parte, sono tutti uguali… Mi sembra più una ricerca del successo attraverso la musica. Ovviamente ci sono le eccezioni. Diciamo che non ascolto la musica d’oggi, a parte qualche brano particolarmente ritmato che mi piace ballare…».

La musica rispecchia la società, velocità e social, tutto è meno ragionato…
«O forse troppo ragionato! Visto che le canzoni sono costruite con il cronometro: il ritornello deve essere fatto di un massimo X di secondi! C’è meno voglia di condividere qualcosa di bello. Il disagio si manifesta nelle canzoni. La musica invece dovrebbe, proprio perché viviamo questo momento scuro, portare altri stati d’animo, rendere felici, almeno con la mia musica provo a trasmettere un’onda diversa».

C’erano disagi anche ai tempi di Vasco, ma questi venivano condivisi in altro modo…
«La musica racchiudeva un insieme di persone, non solitudini, e per questo diventava una forza».

Dopo stasera cosa farai?
«Per presentare l’album farò presentazioni, piccoli concerti, ospitate. Il 22 giugno sarò a Massa Carrara, il 24 agosto ad Aulla; poi ci sono altre date in via di definizione».

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