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Gianluca Lalli, letteratura in musica come atto sociale

Musica per il sociale. È il chiodo fisso di Gianluca Lalli, quarantacinquenne cantautore marchigiano di cui vi avevo parlato nel luglio di un anno fa, quando uscì il suo lavoro dedicato a Gianni Rodari dal titolo Le Favole al Telefono. Gianluca esce domani, 1 gennaio, con un altro disco legato all’arte delle note e della scrittura d’autore. Il titolo non ha voli pindarici ma vuole presentare l’album per quello che è, Letteratura in Musica. Certo, c’è buona musica, ci sono arrangiamenti suggestivi che vanno dalla dolcezza degli archi alla sfrontatezza di una chitarra elettrica distorta. Ogni frase musicale deve coincidere con quella letterale. Testi di grandi pensatori, autori famosi, poeti, scrittori, saggisti… Si tratta della summa di un progetto che l’artista sta portando avanti da anni: nel 2011 con l’album Il Tempo degli Assassini, nel 2014, con La Fabbrica di Uomini assieme agli Ucroniutopia (la sua folk band) e con la collaborazione di Claudio Lolli che, colpito dalla verve di Gianluca, fresco di vittoria del premio Hard Rock Café dell’anno prima al Festival del Cinema di Venezia, gli affidò un brano inedito, Il Grande Freddo, quindi con Metropolis del 2017.

La musica come mezzo per parlare di sociale ed educare i giovani alla bellezza e intensità della letteratura occidentale, da Virgilio a Maria Grazia Calandrone. Con Letteratura in Musica, Lalli ha deciso di mettere un punto fermo nella sua opera educativa. Ci siamo sentiti, come sempre per raccontarmi quello che sta facendo, i suoi progetti, le sue aspirazioni. Alla stregua di Cisco, la cui intervista avete letto un paio di giorni fa, anche Gianluca si pone nel cantautorato “impegnato”. 

Mi spiega: «Si tratta di un lavoro di trasposizione musicale di grandi opere della letteratura mondiale. Il fine precipuo è quello di avvicinare le nuove generazioni alla letteratura attraverso la musica, valorizzando la continuità ma anche la specificità delle due arti. È uno spettacolo animato da un desiderio di uguaglianza sociale da realizzare attraverso l’accesso indiscriminato alla cultura, come ebbe già a scrivere Gianni Rodari: Vorrei che tutti leggessero, non per diventare letterati o poeti, ma perché nessuno sia più schiavo”».

Il disco è già stato presentato in anteprima in alcuni licei, e non poteva essere altrimenti trattandosi di Lalli: «Per ora al Liceo Benedetto Croce di Palermo e all’Istituto italiano di Cultura di Montreal, in Canada. Faranno seguito altri appuntamenti in altri Istituti di Cultura italiana all’estero: sarà in Cina il prossimo aprile, attraverso l’istituto Italiano di Cultura a Shangai, presieduto dal sinologo Francesco D’Arelli».

La sua missione artistica, dunque, fare cultura perché tra i giovani non si perdano i fondamentali della letteratura e della musica, ha anche un altro fine, instillare in loro quella gioia, che poi potrebbe diventare amore, dell’avvicinarsi a grandi autori e pensatori. I libri, come le note, posso dirci tanto, soprattutto in momenti dove c’è l’alto rischio di perdere l’orientamento, incapaci di posizionarci in un mondo che troppo spesso dimentica.

Nel progetto, come racconta sempre Gianluca, «ci sono nomi importanti: da Massimo Germini chitarrista, collaboratore di lunga data di Roberto Vecchioni, a Leo Sgavetti dei Modena City Ramblers, al sassofonista napoletano Daniele Sepe». Molti altri artisti hanno accettato il “paradigma Lalli”, come Lorenzo De Angelis, il chitarrista Stefano Sanguigni, il polistrumentista Dario Romano, l’artista Caterina Pontrandolfo, la professoressa Sara Simari, docente del conservatorio di Bari e l’Associazione Arpa Viggianese, capitanata da Maria Lucia Marsicovetere. Senza dimenticare il pianista e compositore Orazio Saracino e il trio d’archi composto da Adriana Caruso, Marco Valerio Cesaretti e Matteo Mizzera.

Prosegue Gianluca: «Attraverso le canzoni del disco ho ripercorso la grande letteratura occidentale. Il filo rosso che unisce i lavori è il dialogo inesauribile tra letteratura e musica, declinato in una prospettiva sociale. Negli anni sono state musicate opere di denuncia sociale come 1984 dello scrittore britannico George Orwell, due poesie dei maggiori rappresentanti della “Scapigliatura”, Emilio Praga e Arrigo Boito, e due del poeta romagnolo Olindo Guerrini. Sono stati trasposti in musica anche Fontamara di Ignazio Silone e Cristo si è fermato a Eboli di Carlo Levi». Non mancano poi personaggi dell’Iliade di Omero, come Tersite ed Elena ed altre opere di poeti, scrittori e saggisti come Pino Cacucci, Dino Campana, Herman Hesse, Esopo, Ernest Junger, Jack London, Foucault, Gianni Rodari… Le dieci tracce del disco racchiudono solo un po’ del lavoro di Lalli, ma sono sufficientemente esaustive per spiegarne l’intenzione.

Un’ultima annotazione per la cover dell’album, che trovo molto bella: opera della pittrice ligure Federica Orsini, raffigura Gianluca alle prese con il suo magico mondo letterario.

Conclude il cantautore: «Con questo disco ho messo un punto importante nella mia carriera, come se fosse un raccolta di pensieri ventennali con le dovute trasformazioni…».

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