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Ma Rainey’s Black Bottom, il blues e il dramma afroamericano

Venerdì scorso Netflix ha reso disponibile un film che merita d’esser visto, Ma Rainey’s Black Bottom, di George C. Wolfe, tratto da un lavoro di August Wilson, considerato il più grande drammaturgo afroamericano (morto nel 2005 ad appena 60 anni), con protagonista la premio Oscar Viola Davis e uno straordinario Chadwick Boseman (il suo ultimo lavoro prima di morire per un tumore lo scorso 28 agosto) e che per il suo ruolo meriterebbe una statuetta postuma. Ne parlo perché il film ha due protagonisti che si fondono, Ma Rainey, la “Madre del blues”, artista attiva nei primi anni Venti del secolo scorso, e, appunto, il blues, che in quel periodo stava cominciando a cambiar faccia.

Il Blues di Ma Rainey lo si può rivivere in incisioni “primordiali”, quelle scricchiolanti e prive di profondità ma così affascinanti!, che si mettevano sui grammofoni, con lei, per inciso, suonò anche un giovanissimo Louis Armstrong. Apro una parentesi: la splendida See See The Rider Blues, blues in 12 battute che lei ha inciso per prima nel 1924, è stata anche uno dei cavalli di battaglia di Elvis Presley (apriva con questo brano i suoi concerti) ed è diventata un classico nel mondo del blues. Noterete la sostanziale differenza, ma l’origine è quella… È disponibile all’ascolto anche Ma Rainey’s Black Bottom, brano che ha ispirato il titolo dell’opera di Wilson e ora del film. Voce profonda, vistosa (aveva i denti d’oro, vezzo, oggi, da rapper…), baldanzosa e irriverente, era l’emblema di come un artista nero dovesse comportarsi per difendersi ed essere rispettato dalle case discografiche in mano ai bianchi.

Il film narra poche ore nella vita di Ma e della sua band, un afoso e torrido pomeriggio estivo, negli studios della Paramount Records di Chicago. C’è il blues, c’è Levee, il trombettista magistralmente interpretato da Boseman, segnato da una vita di violenza e desideroso di riscatto, che affida il suo futuro alla musica, la sua musica, il suo blues. Compone riflettendo quello che saranno le aspettative dei giovani afroamericani, ansiosi di salire la scala sociale. Finirà, inevitabilmente, in dramma.

Chi diventerà famoso al posto suo e “ruberà” la sua nuova musica saranno altri, bianchi. Un fenomeno reale chiamato Race Record: la musica degli afroamericani veniva sfruttata dalle case discografiche, che pagava loro pochi dollari. Poi veniva suonata e incisa da cantanti e orchestre composte da soli bianchi che si impossessavano di fama e ricchezza. La musica per Levee è tutto, ma lo è anche per Ma, attaccata al suo blues, che sa non avere vita lunga, a quello che ha rappresentato, alle sue conquiste, a quella sua forte personalità che esibisce senza pudore in sala di registrazione, sfidando quei bianchi che non vogliono lei “ma solo la sua voce”.

Un dramma dalle forti tinte esistenziali, prodotto non a caso da Denzel Washington: «I tempi sono cambiati, il dolore non credo”, spiega giustificando così la pellicola. «Il blues è la voce della vita, canti perché capisci la vita», dice Ma nel film, così orgogliosamente nera, orgogliosamente bisessuale, orgogliosamente fiera e consapevole del proprio valore. In un periodo, la grande migrazione afroamericana dal Sud al Nord degli Stati Uniti, che ha visto convergere nelle città oltre sei milioni di persone in cerca di un lavoro stipendiato e di una vita migliore. Un’illusione.

Il blues è la narrazione di questa storia che Wilson per anni ha cercato di raccontare nei suoi drammi, vedi The Piano Lesson, film per la tv del 1995 e probabile remake nel 2021, sempre prodotto da Washington. Il blues è intriso di sfide e il blues di Ma non nasce dalla disperazione ma dall’essere consapevoli di chi fosse e di cosa volesse, fa notare la stessa Davis. Insomma, il blues appartiene ai neri americani. «A noi spettava lo scarto di tutto, e noi quello scarto l’abbiamo trasformato in quella meravigliosa alchimia che è il blues».

Ultima nota: Chadwick Boseman per entrare nella parte del trombettista ha preteso che Branford Marsalis gli insegnasse la digitazione dei tasti della tromba. Cosa che il musicista ha fatto. Ma non solo, ha chiamato il trombettista Chick Findley del Tonight Show perché insegnasse a Chadwick, già profondamente malato, i primi rudimenti… A voi il risultato…

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