E così, a 91 anni, se n’è andato anche Ennio Morricone… I media di tutto il mondo lo stanno ricordando, narrandone le gesta: due premi Oscar, uno alla carriera nel 2005 e l’altro per la colonna sonora di The Hateful Eight di Quentin Tarantino (per questa vinse anche il Golden Globe). Nella sua vita artistica ha ha venduto oltre 70 milioni di dischi e conquistato 10 David di Donatello, 6 Bafta, 4 Golden Globes, 3 Grammy Awards, 11 Nastri d’argento, 2 European Film Awards, un Leone d’Oro alla carriera e un Polar Music Prize…
La musica era la sua lingua e il suono il suo chiodo fisso: anche un colpo di tosse, uno schiocco di lingua, un fischio, un colpo di frusta uniti al ronzare dei violini o a una tromba cristallina (lo strumento con il quale s’era diplomato al conservatorio) diventavano strumenti per melodie memorabili.
E ancora: i timpani insistenti e solitari alla stregua di campane a morto, ad aumentare la suspence nella scena finale di Per un pugno di dollari, il duello tra Joe (Clint Eastwood) pistolero inesorabile, e Ramon (Gian Maria Volontè), abile nell’uso della carabina Winchester…
O anche la struggente Gabriel’s Oboe da Mission di Roland Joffé (1986), tema del film… Ecco, questo potrebbe essere il giusto addio al maestro. La musica come sensazioni, ricordi, memoria. In qualche modo testimonianza: armonie affidate alle generazioni che le hanno introiettate al punto da diventare parte di una cultura comune e trasversale, filamenti del DNA di una nazione.