Premessa; non prendetela come un’ode funebre, né come il solito attacco al solito presidente degli Stati Uniti disattento e fanfarone. Nella musica c’è quell’aura di immortalità che fa sentire tutti i tuoi artisti preferiti sempre vicini, vivi e vegeti, anche se non lo sono da decenni, impressi nella mente come li ricordavamo in una cover di un disco o in un concerto. Vedi Jimi Hendrix, David Bowie, Jim Croce, Janis Joplin, Frank Zappa, Jim Morrison, Stevie Ray Vaughan e altre centinai di grandi che continuano a restare con noi ogni giorno. Ma… c’è un ma abbastanza grosso che voglio condividere con voi. Se volete, una triste constatazione. Negli Stati Uniti, dove la situazione covid19 è piuttosto complessa come potete leggere anche in questa news di qualche giorno fa su tgcom24 – a New York si scavano fosse comuni ad Hart Island e nel New Jersey consigliano di rispettare la distanza di sicurezza ricorrendo all’all’altezza di Bruce Springsteen (che poi, in realtà, risulta essere tre centimetri in meno di quanto dichiarato, ma poco importa), nell’arco di 22 giorni si sono trasferiti nel mondo dei più ben 9 musicisti. Di alcuni, probabilmente, ne avete sentito parlare, di altri avrete ascoltato ben poco, ma tutti e dieci fior di nomi, professionisti, molto seguiti nel continente americano. Di questi (e lo scorrazzare del coronavirus per le praterie americane ne è più che un indizio), tre sono morti a Nashville, Tennessee, la città del country, la patria di un genere che negli States gode di una florida e assoluta posizione di privilegio nel mondo dell’industria musicale, quattro a New York, uno nel New Jersey e un altro a New Orleans.
When I get to heaven, I’m gonna shake God’s hand
Thank him for more blessings than one man can stand
Then I’m gonna get a guitar and start a rock-n-roll band
Check into a swell hotel; ain’t the afterlife grand?And then I’m gonna get a cocktail: vodka and ginger ale
Yeah, I’m gonna smoke a cigarette that’s nine miles long
I’m gonna kiss that pretty girl on the tilt-a-whirl
‘Cause this old man is goin’ to townThen as God as my witness, I’m gettin’ back into showbusiness
I’m gonna open up a nightclub called “The Tree of Forgiveness”
And forgive everybody ever done me any harm
Well, I might even invite a few choice critics, those syph’litic parasitics
Buy ‘em a pint of [?] and smother ‘em with my charm‘Cause then I’m gonna get a cocktail: vodka and ginger ale
Yeah I’m gonna smoke a cigarette that’s nine miles long
I’m gonna kiss that pretty girl on the tilt-a-whirl
Yeah this old man is goin’ to townYeah when I get to heaven, I’m gonna take that wristwatch off my arm
What are you gonna do with time after you’ve bought the farm?
And them I’m gonna go find my mom and dad, and good old brother Doug
Well I bet him and cousin Jackie are still cuttin’ up a rug
I wanna see all my mama’s sisters, ‘cause that’s where all the love starts
I miss ‘em all like crazy, bless their little hearts
And I always will remember these words my daddy said
He said, “Buddy, when you’re dead, you’re a dead pecker-head”
I hope to prove him wrong, that is, when I get to heaven‘Cause I’m gonna have a cocktail: vodka and ginger ale
Yeah I’m gonna smoke a cigarette that’s nine miles long
I’m gonna kiss that pretty girl on the tilt-a-whirl
Yeah this old man is goin’ to town
Yeah this old man is goin’ to town
Sempre a New York, il 29 marzo se n’è andato a 69 anni Alan Merrill, vocalist divenuto un autentico mito in Giappone negli anni Sessanta. Lo conoscerete sicuramente per un brano che fatto storia, I Love Rock and Roll, che scrisse assieme a Jack Hooker (insieme erano negli Arrows, loro band che ebbe vita breve), e che la suonarono nel 1975. Nell’ultimo disco, pubblicato l’anno scorso, dal titolo Radio Zero, anche una sua profetica canzone, Goodby Rock’n’Roll Heroes. Al Mount Sinai West hospital di New York, s’è spento il 7 aprile, a 79 anni, Eddy Ray Davis. Conosciuto come il “Manhattan Minstrel”, ha suonato da virtuoso il banjo, nella band da lui diretta con Woody Allen, e nella The Eddy Davis New Orleans Jazz Band. A darne notizia è stato lo stesso regista-musicista sulla sua pagina Instagram: «It is with deep sadness that I share with you that our beloved friend and banjo player Eddy Ray Davis died today on April 7, 2030 at 5:13pm in NYC». Qui Allen e Davis con la loro orchestra in Wild Man Blues.
Il 29 marzo è toccato a un altro cantante di musica country, Joe Diffie, 61 anni, morto a Nashville. L’apogeo della sua carriera Joe lo raggiunge negli anni Novanta. Per il popolo del country una dura perdita: Diffie era una delle più brillanti ed espansive voci del genere. Una per tutte: Pickup Man.
Il primo di aprile, nella sua casa di Saddle River, New Jersey, se n’è andata un’altra leggenda, John Bucky Pizzarelli, alla veneranda età di 94 anni, sempre a causa del coronavirus. Eccolo, assieme ad Howard Alden in un brano, In a Mellow Tone, dall’album omonimo del 2003. E anche l’hip hop ha perso un suo artista, sempre a New Orleans a causa del virus. Il più giovane tra quelli che vi ho elencato in questo post. Deejay Black N Mild, al secolo Oliver Stokes Jr. Aveva appena 44 anni e faceva un gran lavoro tra i ragazzi, e nelle radio della città. Insomma, un piccolo, grande mito locale.
Mi sembrava giusto ricordarli tutti…