Non sono un musicista né, tantomeno un critico musicale. Sono un giornalista, che si è occupato (e continua a farlo) dei più svariati argomenti, dai viaggi al life style, dal food alla musica, al gossip. Ho scritto di cronaca nera e giudiziaria, mi sono ritrovato persino a fare casting di modelle per servizi di moda (attività che non mi è dispiaciuta affatto…). Ma soprattutto sono un tipo curioso. Per dovere di professione e per una innata tendenza a cercare di capire tutto ciò che mi circonda. E la musica, cosa c’entra con tutto ciò?
C’entra, c’entra. Perché in tutto quello che faccio ogni giorno ci sono sempre note che si rincorrono, a comporre una colonna sonora lunga quanto la mia vita. Avrò avuto sette anni quando i miei genitori mi regalarono per Natale un mangiadischi arancione brillante che si inghiottiva i 45 giri e li sputava alla velocità della luce: una molla feroce. Allora erano le canzoni per bimbi, poi sono arrivati i primi gruppi rock British come i Christie con la loro Yellow River (per la cronaca, Jeff Christie, 73 anni, è ancora in servizio attivo): avevo 9 anni e quel vinile me lo sono letteralmente consumato… Con loro arrivarono i Beatles e i Rolling Stone, i Pink Floyd e i Genesis, i Jethro Tull, gli Yes e i King Crimson (adolescenza e prog sono stati indissolubili…), e ancora, Deep Purple, Talking Heads, Clash, Police…
Domanda: oggi, nel Terzo Millennio, la musica continua ad avere quella stessa valenza, quelle stesse ansie e aspettative, quella stessa forza vitale? Le note possono essere ancora atti di protesta, cultura che scuote coscienze e pone interrogativi? Ed ecco il motivo di questo blog, condividere con voi le riflessioni su cosa sia musica oggi, come s’inserisca nel tessuto sociale, come si trasformi… Ma anche scoprire insieme tendenze, mode, passioni e, soprattutto, come questa, qualsiasi essa sia, si leghi alle nostre vite in modo indissolubile, lasciando tracce che il nostro cervello trova, riportandoci alla consapevolezza di periodi, amori, lavori, stati d’animo, passioni che abbiamo vissuto.
Quindi, ecco a voi Musicabile. Qui troverete le mie riflessioni, ma anche interviste, paralleli, spaccati di vita, storie epiche, con il solo filo conduttore della musica, quel linguaggio universale che da millenni gioca con le nostre emozioni. Il bello di quest’arte è che, come tutte le arti, non avrà mai fine. Ce ne sarà sempre di musica, e sarà ogni volta diversa, per tecniche, tecnologia, ricerca, intelligenza, genio. Ma, quel che è più incredibile e affascinante, è che sarà sempre la combinazione (infinita) di appena sette note. Buon ritmo a tutti!