Anche la pandemia da covid19 ha il suo… Live Aid

Dunque ci siamo, il 18 aprile – fuso italiano le 2 del mattino – anche la pandemia da covid19 avrà il suo “Live Aid concert”. Organizzato da Lady Gaga che ne ha lanciato l’idea, subito raccolta dalle grandi rockstar del pianeta, si chiamerà One World: Together at Home. Tra i musicisti che hanno dato la loro adesione oltre a Lady Gaga, Sir Paul McCartney, Elton John, Andrea Bocelli, Alanis Morisette, Chris Martin dei Coldplay, Billie Joe Armstrong, frontman dei Green Day, Lizzo, Billie Eilish, il grande Eddie Vedder dei Pearl Jam, Steve Wonder… Un evento insolito rispetto a quelli dello stesso genere organizzati nel corso degli anni, come ricordato qui sotto.

Ogni artista starà, ovviamente, chiuso nella sua abitazione/studio/giardino da dove si esibirà. “Insieme a casa”, promette l’incipit dell’evento. Per il resto potremmo immaginarcelo come uno show stile Live Aid, considerato il maggior concerto rock di sempre, organizzato da Bob Geldof per raccogliere fondi contro la fame in Eritrea, tenutosi in successione satellitare, il 13 luglio 1985, al Wembley Stadium di Londra e al John F. Kennedy Stadium di Philadelphia. Fu quello che portò nell’Olimpo degli Intoccabili i Queen con la loro spettacolare esibizione: l’ingresso cinematografico allo stadio di Wembley di Freddie Mercury – incarnato da Rami Malek – visto di spalle nel film Bohemian Rapsody, è uno dei più bei momenti di cinema degli ultimi anni, ma rappresenta anche la tensione e il pathos di quel momento. 

Qui sarà diverso, un grande evento musicale senza pubblico, nada di folle oceaniche, nessun contatto fisico, tutto rigorosamente oltre il metro, tutto affidato alla mente, alla capacità di coesione, ai sentimenti, all’unità, alla percezione che il mondo dopo la pandemia non sarà più lo stesso, che la normalità di prima non sarà più la normalità di domani.

L’altra sera Ra5 (che dio la benedica!) ha ripreso da una delle teche Rai il concerto poi diventato film The Concert for New York City, organizzato da Paul McCartney per la città New York, in ginocchio dopo l’attacco di Al Qaeda alle Torri gemelle dell’11 settembre 2001. Un concerto, sempre di beneficenza, dedicato soprattutto ai Pompieri e alla Polizia cittadina che hanno sacrificato molte vite per salvare più persone possibili in quel terribile disastro. Il mega show è “andato in onda” il 20 ottobre sempre dello steso anno, al Madison Square Garden. Belle le sequenze di Paul, dietro le quinte mentre segue le esibizioni dei vari artisti (allora furono proiettati anche docufilm, testimonianze di registi famosi da Martin Scorsese a Woody Allen a Spike Lee), le visite in camerino di amici e rockstar come James Taylor, i loro ricordi di giovani musicisti quando James, poco più che ragazzo, condivideva con Paul, allora nei Beatles, lo stesso mitico studio di registrazione – a lui toccava registrare la sera, quando i Fab Four avevano terminato il loro lavoro -, l’arrivo di Bill Clinton che confessa a Taylor quanto gli manchino le loro escursioni in barca, l’abbraccio con Elton John, l’esibizione brillante di Mick Jagger e Keith Richards, quella degli Who, di Eric Clapton, Sheryl Crowe, David Bowie, dei Bon Jovi, diventato un album e anche un film. Altra parentesi: bello l’incontro del baronetto con i pompieri, che ringrazia ricordando come anche suo padre in gioventù fu un fireman

Questo, come il Live Aid o altri concerti “benefici” è uno degli esempi di come la musica riesca sempre ad accendere anime e menti, a rendere sensibili, coinvolgere le persone attraverso un’arte condivisa. La musica arriva ovunque, è un veicolo di forza, fiducia, sogni, amore, utile in un momento di grande sconforto e apparente impotenza com’è oggi.

Gigi Radice, un mio caro amico, ieri mi ha ricordato, in questi mesi di “separazione forzata”, l’esistenza di un link, una produzione della Playing For Change Foundation – fondazione che si prefigge di diffondere la cultura musicale nei ragazzi in difficoltà con progetti ultranazionali – realizzata nel settembre del 2019, in tempi non sospetti, dunque!, con grandi musicisiti del rock blues internazionale, da un’idea di Robbie Robertson e Ringo Starr per celebrare i 50 anni dall’uscita di The Weight, canzone simbolo del gruppo canadese The Band, contenuta nel loro primo album Music From Big Pink, di cui Robbie faceva parte. Un brano straordinario, usato nelle colonne sonore di film, ripreso da un’infinità di musicisti, insomma, un’icona della musica e della controcultura americana. Ascoltatelo e vedetelo questo video dove partecipano 21 musicisti, c’è anche Roberto Luti, bluesman livornese di grande bravura, Char, uno dei migliori chitarristi rock giapponesi, l’hawaiana Taimane, esperta di ukulele, il nepalese Rajeev Shrestha genio del sitar, le sorelle Rebecca e Megan Lovell, in arte Larkin Poe (di loro ne ho parlato in quest’altro post) registrati in dieci paesi diversi – America, Italia, Giappone, Inghilterra, Congo, Barhein, Spagna, Argentina, Nepal, Jamaica – per cinque continenti.

Per molti, un ritorno al passato, per i più giovani un sano, robusto rock blues reinterpretato con gli strumenti più vari, a dimostrazione che la musica è musica che si faccia con una chitarra o un sitar, con la voce o con un tamburo. Musica che unisce a dispetto della cultura d’origine e del linguaggio usato sulle sette note. A vederlo ora, in piena quarantena, è un inno alla resistenza… Qui il testo, per cantarlo insieme in questo lungo abbraccio di note…

I pulled into Nazareth, was feelin’ about half past dead
I just need some place where I can lay my head
Hey, mister, can you tell me where a man might find a bed?
He just grinned and shook my hand, “no, ” was all he said
Take a load off, Fanny
Take a load for free
Take a load off, Fanny
And (and) (and) you put the load right on me
(You put the load right on me)
I picked up my bag, I went lookin’ for a place to hide
When I saw Carmen and the Devil walkin’ side by side
I said, hey, Carmen, come on let’s go downtown
She said, “I gotta go, but my friend can stick around”
Take a load off, Fanny
Take a load for free
Take a load off, Fanny
And (and) (and) you put the load right on me
(You put the load right on me)
Go down, Miss Moses, there’s nothin’ you can say
It’s just ol’ Luke and Luke’s waitin’ on the Judgment Day
Well, Luke, my friend, what about young Anna Lee
He said, do me a favor, son, won’t you stay and keep Anna Lee company?
Take a load off, Fanny
Take a load for free
Take a load off, Fanny
And (and) (and) you put the load right on me
(You put the load right on me)
Crazy Chester followed me and he caught me in the fog
He said, I will fix your rack, if you’ll take Jack, my dog
I said, wait a minute, Chester, you know I’m a peaceful man
He said, that’s okay, boy, won’t you feed him when you can?
Yeah, take a load off, Fanny
Take a load for free
Take a load off, Fanny
And (and) (and) you put the load right on me
(You put the load right on me)
Catch a cannon ball now to take me down the line
My bag is sinkin’ low and I do believe it’s time
To get back to Miss Fanny, you know she’s the only one
Who sent me here with her regards for everyone
Take a load off, Fanny
Take a load for free
Take a load off, Fanny
And (and) (and) you put the load right on me
(You put the load right on me)